La cabala, le superstizioni, i residui di antiche credenze che rifiutano, a volte, la razionalità per i fenomeni occulti. Da qui gli scongiuri anche nei confronti delle persone: il malocchio, i numeri, i nomi. “Con l’Etiopia abbiamo pazientato quarant’anni. Ora basta!”. Un frenetico applauso sorse dalla folla sotto il balcone di Palazzo Venezia. Il Duce uscì 10 volte a ringraziare il popolo fremente ed esaltato. Vi chiederete: che cosa c’entra il Duce con lo sciopero di domani? Aspettate e vedrete. Dopo quel bagno di folla, Lui si affrettò a staccarsi, sia pur malvolentieri, dalle entusiastiche chiamate, perché in quei giorni era stata allestita una nave che doveva partire col suo carico di soldati, armi, cannoni, camicie nere, gerarchi e Pietro Badoglio verso l’Etiopia. Il Duce fu dunque puntuale alla partenza. Non ricordava che giorno fosse, ma si accorse che su un grande tabellone del porto la nave stava salpando il giorno venerdì 17. Benito Mussolini, che era notoriamente un grande superstizioso, mandò a chiamare il camerata comandante del porto. E, con lui, il capitano della nave. I due erano abbastanza sorpresi ma lo sbalordimento li colse quando il Duce comunicò che occorreva rinviare la partenza. Il giorno non è fausto, non è fortunato. E, aggiunse, come soleva fare lui con tono solenne: né di Venere né di Marte né si sposa né si parte. Tanto più in un venerdì, di per sé poco fausto, che cade il 17 del mese: 17, numero sfortunato. Naturalmente, la nave salpò il giorno dopo.

Che non ci fraintendano, per carità. Noi siamo di quelli che credono al diritto di sciopero come conquista democratica libera e inalienabile per la difesa degli interessi dei lavoratori. Proprio per questo, siamo rimasti abbastanza perplessi dalla decisione di Maurizio Landini e Pierpaolo Bombardieri (che in ogni caso dovrebbero fare gli scongiuri) per una simile scelta, in una fase storica del Paese che non sembra né grave, né seria, né meritevole – appunto – di uno sciopero generale. Se le cose stanno così, noi assisteremo in quel venerdì 17 novembre a una nascita di un evento di che sembra provenire da una lontanissima galassia chiamata Prima Repubblica. Da dove provengono tenui, eppure visibili, frammenti di messaggi luminosi (qualcuno ha addirittura parlato della presenza, lassù, dell’anima di Luciano Lama, essendo quella del Duce nell’Inferno più buio). Un messaggio dal significato chiaro, seppure a sbalzi, a causa del viaggio siderale. Né di Venere, né di Marte.

Aggiornato il 16 novembre 2023 alle ore 09:34

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Né di Venere né di Marte, né si sposa né si parte (e non si sciopera?)

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16.11.2023

La cabala, le superstizioni, i residui di antiche credenze che rifiutano, a volte, la razionalità per i fenomeni occulti. Da qui gli scongiuri anche nei confronti delle persone: il malocchio, i numeri, i nomi. “Con l’Etiopia abbiamo pazientato quarant’anni. Ora basta!”. Un frenetico applauso sorse dalla folla sotto il balcone di Palazzo Venezia. Il Duce uscì 10 volte a ringraziare il popolo fremente ed esaltato. Vi chiederete: che cosa c’entra il Duce con lo sciopero di domani? Aspettate e vedrete. Dopo quel bagno di folla, Lui si affrettò a staccarsi, sia pur malvolentieri, dalle entusiastiche chiamate, perché in quei giorni era........

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