Evitare il caos. O meglio: fare chiarezza. Per non rischiare un 2025 “molto complicato, e con conflitti istituzionali tra Stato e Regioni, tra politica romana e del territorio, sempre latenti ma che davvero bisogna evitare di far esplodere”. Questo il pensiero di Giovanni Toti, governatore della Liguria, in una intervista al Corriere della Sera.

Per Toti non è possibile “andare verso una riforma costituzionale che permette al premier di essere eletto direttamente a vita, ma vieta a sindaci e governatori di correre per più mandati. Non ha senso politico”. Poi aggiunge che sussiste “una legge nazionale che tra le altre cose – parità di genere, listini – prevede il vincolo dei due mandati. Ma delega alle Regioni il varo di una propria legge in materia”. Nella fattispecie, alcune Regioni si attengono “altre no, altre in parte. Noi per esempio, come Liguria, abbiamo varato una legge che contiene le varie indicazioni ma non il vincolo dei due mandati”.

Su una possibile ricandidatura, Toti osserva: “Io, come altri colleghi, ho pareri legali secondo i quali esistono dubbi costituzionali. Il primo è se nel diritto prevalga la legge nazionale o regionale, che nel Titolo V della Costituzione è delegata alla Regione in materia elettorale. Il secondo è appunto temporale: i due mandati da quando partono? Io la legge l’ho fatta nel 2020. Quindi sì, posso ricandidarmi. Ma già immagino, andando così allo sbando, ognuno per conto proprio, quanti ricorsi potranno esserci. Il caos”. Il governatore della Liguria, a seguire, sottolinea che “il potere centrale, romano, dei partiti” teme “di non avere abbastanza forza e peso in Regioni o grandi città dove spesso il governatore o sindaco ha grandissima forza”. Allo stesso tempo, “non si può impedire la ricandidatura per evitare che si creino diversi centri di potere”. Al contempo, si deve rafforzare “la figura del parlamentare, che oggi in effetti sul territorio non ha peso e spesso legame, essendo eletto in liste bloccate. Lo si faccia con le preferenze, o con collegi molto piccoli”.

Sulla discussione relativa al terzo mandato, nei giorni scorsi Luca Zaia, presidente del Veneto, indica: “Non so se c’è una interlocuzione in corso: è un problema nazionale. Ma bisogna decidere se porre al centro dell’attenzione il cittadino, che deve scegliere tutti coloro che hanno un ruolo istituzionale, oppure pensare che il cittadino abbia solo una scelta a tempo”. Aggiungendo: “Trovo strano che un sindaco che può fare solo due mandati possa stare tutta la vita in Parlamento”.

“Non vedo perché ci debbano essere limiti. Non ci sono limiti per i parlamentari, per i ministri e i presidenti del Consiglio. Non capisco proprio perché si debbano limitare le altre cariche elettive”: così Roberto Calderoli, ministro per gli Affari regionali, in un colloquio con Affaritaliani.it, rimarcando: “Teoricamente, sarebbe giusto che ciascuna Regione decida per se stessa ed è davvero curioso che un limite venga posto dallo Stato. Trovo inopportuno tutto ciò che viene calato dall’alto. Ora come Governo e maggioranza – termina – stiamo ragionando sul numero di mandati per i sindaci, perché a giugno del 2024 c’è un’importante tornata elettorale. La mia posizione è che non ci debbano essere limiti di mandato oppure, se ci sono limiti, devono valere per ogni livello di Governo. E nel caso delle Regioni, dovrebbero essere gli Enti stessi, semmai, a stabilire limiti senza norme dettate dallo Stato centrale”.

Aggiornato il 13 dicembre 2023 alle ore 01:46:49

QOSHE - Terzo mandato: evitare il caos - Mimmo Fornari
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Terzo mandato: evitare il caos

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13.12.2023

Evitare il caos. O meglio: fare chiarezza. Per non rischiare un 2025 “molto complicato, e con conflitti istituzionali tra Stato e Regioni, tra politica romana e del territorio, sempre latenti ma che davvero bisogna evitare di far esplodere”. Questo il pensiero di Giovanni Toti, governatore della Liguria, in una intervista al Corriere della Sera.

Per Toti non è possibile “andare verso una riforma costituzionale che permette al premier di essere eletto direttamente a vita, ma vieta a sindaci e governatori di correre per più mandati. Non ha senso politico”. Poi aggiunge che sussiste “una legge nazionale che tra le altre cose – parità di genere, listini – prevede il vincolo dei due mandati. Ma delega alle Regioni il varo di una propria legge in materia”. Nella fattispecie, alcune Regioni si attengono “altre no, altre in........

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