Dalle pagine di questo quotidiano abbiamo reiteratamente scritto che i fondamentali dell’economia italiana non giustificano l’attuale valutazione del merito del credito che le agenzie di rating internazionale assegnano al debito sovrano del nostro Paese. Non trova, altresì, giustificazione lo spread (differenziale sui tassi d’interesse) sui titoli pubblici italiani nei confronti degli altri Paesi europei che adottano l’euro. In verità, il voto assegnato dalle agenzie di valutazione sull’affidabilità finanziaria di un Paese non si basa solo sulla sua forza economica ma anche su altri aspetti quali: la stabilità politica, le politiche rigorose in tema di gestione della finanza pubblica e quindi sulla sostenibilità a breve, medio e lungo termine del debito. Pertanto, la stabilità dei governi è fondamentale anche per la credibilità finanziaria di una nazione. È sempre stato considerato un elemento negativo dagli operatori professionali dei mercati finanziari la precarietà storica dei governi in Italia e il continuo ricorso all’indebitamento “cattivo” ovvero quello contratto con i creditori per sostenere la spesa corrente di natura clientelare.

Sono bastate due leggi di bilancio improntate ad una maggiore disciplina sull’uso del denaro pubblico per far ritornare la fiducia degli investitori sui Buoni del tesoro pluriennali (Btp) italiani. Martedì 09 gennaio 2024 il ministero dell’economia e delle finanze ha collocato 15 miliardi di obbligazioni: Btp con scadenza settennale per 10 miliardi di euro e Btp con scadenza a 30 anni per 5 miliardi di euro. Le richieste degli investitori sono state rispettivamente: di 73 miliardi per la scadenza a 7 anni e 82 miliardi per le obbligazioni con scadenza trentennale. La domanda degli investitori nei titoli di Stato a media e lunga scadenza è stata di quasi 11 volte l’offerta dei bond pubblici e con tassi d’interesse in calo. È un segnale inequivocabile di fiducia che il mercato dei capitali ripone nei confronti del debito sovrano italiano. La fiducia e il rischio sono gli elementi base per gli investimenti di natura finanziaria da parte dei risparmiatori e degli investitori istituzionali.

L’aumento della domanda e i tassi di interesse in diminuzione significano la percezione da parte degli investitori di una riduzione del rischio Paese. I dati straordinari sulla domanda di investimento in Btp nella prima emissione di titoli pubblici del nuovo anno è fondamentale in quanto nel 2024 il tesoro dovrà collocare obbligazioni pubbliche per circa 350-360 miliardi di euro. Si calcola che quest’anno in Europa si dovranno collocare titoli di Stato per oltre 1.200 miliardi euro senza poter contare sugli acquisti della Banca centrale europea. Bene ha fatto il titolare del dicastero dell’economia Giancarlo Giorgetti, che in un anno in cui si terranno importantissime elezioni per il rinnovo del parlamento europeo e in alcune regioni, ha tenuto duro sui conti pubblici. È stato inoltre chiaro che terrà la barra dritta per una rigorosa “disciplina di bilancio” spiegando che è nell’interesse dell’Italia ridurre il deficit e il debito pubblico e per rispettare il vincolo esterno relativo al nuovo Patto di Stabilità europeo sottoscritto di recente dai ministri dell’economia e delle finanze dell’Unione europea.

Aggiornato il 11 gennaio 2024 alle ore 10:48:52

QOSHE - Emissione di Btp: buona la prima del 2024 - Antonio Giuseppe Di Natale
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Emissione di Btp: buona la prima del 2024

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11.01.2024

Dalle pagine di questo quotidiano abbiamo reiteratamente scritto che i fondamentali dell’economia italiana non giustificano l’attuale valutazione del merito del credito che le agenzie di rating internazionale assegnano al debito sovrano del nostro Paese. Non trova, altresì, giustificazione lo spread (differenziale sui tassi d’interesse) sui titoli pubblici italiani nei confronti degli altri Paesi europei che adottano l’euro. In verità, il voto assegnato dalle agenzie di valutazione sull’affidabilità finanziaria di un Paese non si basa solo sulla sua forza economica ma anche su altri aspetti quali: la stabilità politica, le politiche rigorose in tema di gestione della finanza pubblica e quindi sulla sostenibilità a breve, medio e lungo termine del debito. Pertanto, la stabilità dei governi è........

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