In occasione della Giornata mondiale delle foreste, sancita dalle Nazioni Unite e celebrata oggi per il dodicesimo anno, emerge una notizia incoraggiante. Contrariamente a quanto spesso propagato da una narrazione mediatica ripetitiva, la tendenza globale alla deforestazione sta mostrando segni di rallentamento. L'ultimo "Forest Resources Assessment" dell'ONU rivela una riduzione della perdita netta di foreste, passando da 51 milioni di ettari nel decennio precedente a 47 milioni nell'ultimo decennio. Queste cifre, pur rimanendo significative, invitano a una riflessione critica sulle politiche di gestione delle foreste, essenziali per la salute del nostro pianeta.

Il progresso nella lotta contro la deforestazione, pur avanzando più lentamente di quanto molti sperassero, trova sostegno in due elementi chiave: l'adozione di politiche efficaci da parte dei governi dei paesi produttori e l'implementazione di pratiche sostenibili da parte delle aziende. Entrambe mostrano una crescente sensibilità verso la protezione delle foreste e la conservazione della biodiversità, contribuendo in modo significativo al miglioramento della situazione.

L'Outlook 2022 del World Resources Institute evidenzia come Indonesia, Malesia, Colombia e Guatemala abbiano avviato un cambiamento positivo. Questo risultato è frutto principalmente di severe politiche anti-deforestazione e dell'adozione di pratiche sostenibili, soprattutto tra i produttori di olio di palma. Le aziende coinvolte nella trasformazione e lavorazione dell'olio di palma hanno promosso l'adozione di standard per la sostenibilità, la tutela delle foreste e della biodiversità, e il rispetto dei diritti dei lavoratori lungo l'intera filiera produttiva, enfatizzando l'importanza di queste pratiche nei paesi produttori.

L'adozione di pratiche sostenibili è stata notevolmente incentivata dal regolamento europeo contro la deforestazione (Eudr), che mira a bloccare l'importazione nell'Unione Europea di materie prime agricole legate a pratiche deforestanti. Dal gennaio 2025, sette categorie di prodotti, inclusi quelli dell'allevamento, cacao, caffè, gomma, legname, olio di palma e soia, potranno essere commercializzati nel mercato europeo solo se rispettano rigidi criteri europei. Il regolamento Eudr richiede che i produttori attestino mediante una dettagliata due diligence l'origine non deforestata dei beni importati o esportati e l'assenza di contributo al degrado forestale successivo al 31 dicembre 2020. Ciò implica un impegno da parte delle aziende europee di trasformazione a monitorare l'intera catena di fornitura per garantire che nessuna fase del processo produttivo abbia contribuito alla deforestazione. Le imprese sono inoltre tenute a verificare che i prodotti siano in linea con le leggi locali relative ai diritti umani e che siano rispettati i diritti delle popolazioni indigene.

Nel contesto dell'olio di palma, l'azione ha preceduto la teoria che ha ispirato il regolamento Eudr. Negli ultimi anni, l'intera filiera dell'olio di palma si è dotata di certificazioni di sostenibilità, ora riconosciute anche dalla FAO. Questi standard hanno permesso ai paesi produttori e all'industria di trasformazione di essere pionieri nell'adozione di un codice di condotta che serve oggi da esempio per le altre filiere interessate dall'Eudr. Questo caso studio evidenzia un rispetto eccezionale per l'ambiente, la biodiversità, i diritti dei lavoratori e le pratiche d'impresa, contraddicendo la precedente narrazione mediatica negativa associata a questo prodotto agricolo, fondamentale tanto dal punto di vista nutrizionale quanto economico. In merito, è significativo citare il World Economic Forum, che ha elogiato Indonesia e Malesia per aver ridotto significativamente la deforestazione interna, con cali rispettivamente del 67% e del 57% tra il periodo 2015-2017 e 2020-2022, dimostrando l'impatto positivo delle politiche adottate.

L'olio di palma rappresenta il tipo di olio vegetale più consumato a livello globale, svolgendo un ruolo cruciale nella sicurezza alimentare grazie al suo contributo di grassi saturi. Questo lo rende un elemento fondamentale per garantire una dieta equilibrata e bilanciata anche al di fuori del contesto occidentale, oltre a essere una commodity chiave per il progresso economico di regioni significative del mondo. In Indonesia, ad esempio, oltre 6 milioni di piccoli coltivatori dipendono dalla produzione di olio di palma per il loro sostentamento. Similmente, nella Repubblica Centrafricana, circa 500 ex miliziani sono stati reintegrati nella società come coltivatori di palma da olio, mentre in Colombia si sta assistendo a un graduale processo di trasformazione delle ex piantagioni di coca in colture di palma da olio.

Dopo un passato contrassegnato da pratiche di deforestazione e da una conseguente demonizzazione, si è ora transitati verso un modello di produzione resiliente e sostenibile. Ancora prima dell'introduzione del regolamento Eudr, il 90% dell'olio di palma importato nell'Unione Europea per uso alimentare era già certificato come sostenibile, con l'Italia in prima linea, con il 95%.

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In occasione della Giornata mondiale delle foreste, sancita dalle Nazioni Unite e celebrata oggi per il dodicesimo anno, emerge una notizia incoraggiante. Contrariamente a quanto spesso propagato da una narrazione mediatica ripetitiva, la tendenza globale alla deforestazione sta mostrando segni di rallentamento. L'ultimo "Forest Resources Assessment" dell'ONU rivela una riduzione della perdita netta di foreste, passando da 51 milioni di ettari nel decennio precedente a 47 milioni nell'ultimo decennio. Queste cifre, pur rimanendo significative, invitano a una riflessione critica sulle politiche di gestione delle foreste, essenziali per la salute del nostro pianeta.

Il progresso nella lotta contro la deforestazione, pur avanzando più lentamente di quanto molti sperassero, trova sostegno in due elementi chiave: l'adozione di politiche efficaci da parte dei governi dei paesi produttori e l'implementazione di pratiche sostenibili da parte delle aziende. Entrambe mostrano una crescente sensibilità verso la protezione delle foreste e la conservazione della biodiversità, contribuendo in modo significativo al miglioramento della situazione.

L'Outlook 2022 del World Resources Institute evidenzia come Indonesia, Malesia, Colombia e Guatemala abbiano avviato un cambiamento positivo. Questo risultato è frutto principalmente di severe politiche anti-deforestazione e dell'adozione di pratiche sostenibili, soprattutto tra i produttori di olio di palma. Le aziende coinvolte nella trasformazione e lavorazione dell'olio di palma hanno promosso l'adozione di standard per la sostenibilità, la tutela delle foreste e della biodiversità, e il rispetto dei diritti dei lavoratori lungo l'intera filiera produttiva, enfatizzando l'importanza di queste pratiche nei paesi produttori.

L'adozione di pratiche sostenibili è stata notevolmente incentivata dal regolamento europeo contro la deforestazione (Eudr), che mira a bloccare l'importazione nell'Unione Europea di materie prime agricole legate a pratiche deforestanti. Dal gennaio 2025, sette categorie di prodotti, inclusi quelli dell'allevamento, cacao, caffè, gomma, legname, olio di palma e soia, potranno essere commercializzati nel mercato europeo solo se rispettano rigidi criteri europei. Il regolamento Eudr richiede che i produttori attestino mediante una dettagliata due diligence l'origine non deforestata dei beni importati o esportati e l'assenza di contributo al degrado forestale successivo al 31 dicembre 2020. Ciò implica un impegno da parte delle aziende europee di trasformazione a monitorare l'intera catena di fornitura per garantire che nessuna fase del processo produttivo abbia contribuito alla deforestazione. Le imprese sono inoltre tenute a verificare che i prodotti siano in linea con le leggi locali relative ai diritti umani e che siano rispettati i diritti delle popolazioni indigene.

Nel contesto dell'olio di palma, l'azione ha preceduto la teoria che ha ispirato il regolamento Eudr. Negli ultimi anni, l'intera filiera dell'olio di palma si è dotata di certificazioni di sostenibilità, ora riconosciute anche dalla FAO. Questi standard hanno permesso ai paesi produttori e all'industria di trasformazione di essere pionieri nell'adozione di un codice di condotta che serve oggi da esempio per le altre filiere interessate dall'Eudr. Questo caso studio evidenzia un rispetto eccezionale per l'ambiente, la biodiversità, i diritti dei lavoratori e le pratiche d'impresa, contraddicendo la precedente narrazione mediatica negativa associata a questo prodotto agricolo, fondamentale tanto dal punto di vista nutrizionale quanto economico. In merito, è significativo citare il World Economic Forum, che ha elogiato Indonesia e Malesia per aver ridotto significativamente la deforestazione interna, con cali rispettivamente del 67% e del 57% tra il periodo 2015-2017 e 2020-2022, dimostrando l'impatto positivo delle politiche adottate.

L'olio di palma rappresenta il tipo di olio vegetale più consumato a livello globale, svolgendo un ruolo cruciale nella sicurezza alimentare grazie al suo contributo di grassi saturi. Questo lo rende un elemento fondamentale per garantire una dieta equilibrata e bilanciata anche al di fuori del contesto occidentale, oltre a essere una commodity chiave per il progresso economico di regioni significative del mondo. In Indonesia, ad esempio, oltre 6 milioni di piccoli coltivatori dipendono dalla produzione di olio di palma per il loro sostentamento. Similmente, nella Repubblica Centrafricana, circa 500 ex miliziani sono stati reintegrati nella società come coltivatori di palma da olio, mentre in Colombia si sta assistendo a un graduale processo di trasformazione delle ex piantagioni di coca in colture di palma da olio.

Dopo un passato contrassegnato da pratiche di deforestazione e da una conseguente demonizzazione, si è ora transitati verso un modello di produzione resiliente e sostenibile. Ancora prima dell'introduzione del regolamento Eudr, il 90% dell'olio di palma importato nell'Unione Europea per uso alimentare era già certificato come sostenibile, con l'Italia in prima linea, con il 95%.

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La tendenza globale alla deforestazione sta rallentando

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21.03.2024

In occasione della Giornata mondiale delle foreste, sancita dalle Nazioni Unite e celebrata oggi per il dodicesimo anno, emerge una notizia incoraggiante. Contrariamente a quanto spesso propagato da una narrazione mediatica ripetitiva, la tendenza globale alla deforestazione sta mostrando segni di rallentamento. L'ultimo "Forest Resources Assessment" dell'ONU rivela una riduzione della perdita netta di foreste, passando da 51 milioni di ettari nel decennio precedente a 47 milioni nell'ultimo decennio. Queste cifre, pur rimanendo significative, invitano a una riflessione critica sulle politiche di gestione delle foreste, essenziali per la salute del nostro pianeta.

Il progresso nella lotta contro la deforestazione, pur avanzando più lentamente di quanto molti sperassero, trova sostegno in due elementi chiave: l'adozione di politiche efficaci da parte dei governi dei paesi produttori e l'implementazione di pratiche sostenibili da parte delle aziende. Entrambe mostrano una crescente sensibilità verso la protezione delle foreste e la conservazione della biodiversità, contribuendo in modo significativo al miglioramento della situazione.

L'Outlook 2022 del World Resources Institute evidenzia come Indonesia, Malesia, Colombia e Guatemala abbiano avviato un cambiamento positivo. Questo risultato è frutto principalmente di severe politiche anti-deforestazione e dell'adozione di pratiche sostenibili, soprattutto tra i produttori di olio di palma. Le aziende coinvolte nella trasformazione e lavorazione dell'olio di palma hanno promosso l'adozione di standard per la sostenibilità, la tutela delle foreste e della biodiversità, e il rispetto dei diritti dei lavoratori lungo l'intera filiera produttiva, enfatizzando l'importanza di queste pratiche nei paesi produttori.

L'adozione di pratiche sostenibili è stata notevolmente incentivata dal regolamento europeo contro la deforestazione (Eudr), che mira a bloccare l'importazione nell'Unione Europea di materie prime agricole legate a pratiche deforestanti. Dal gennaio 2025, sette categorie di prodotti, inclusi quelli dell'allevamento, cacao, caffè, gomma, legname, olio di palma e soia, potranno essere commercializzati nel mercato europeo solo se rispettano rigidi criteri europei. Il regolamento Eudr richiede che i produttori attestino mediante una dettagliata due diligence l'origine non deforestata dei beni importati o esportati e l'assenza di contributo al degrado forestale successivo al 31 dicembre 2020. Ciò implica un impegno da parte delle aziende europee di trasformazione a monitorare l'intera catena di........

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