Fare figli e sposarsi per Elisabetta I d’Inghilterra era un obbligo morale in quanto donna o in quanto sovrana? La scelta della drammaturga inglese Ella Hickson, una delle nuove voci del teatro inglese, opta per la prima ipotesi nel dramma scritto sulla vita dell’ultima regina Tudor (Swive Elizabeth). Ora, con il titolo I corpi di Elizabeth, il testo è in scena al teatro Elfo Puccini di Milano, che lo produce con il Teatro Stabile del Veneto, fino all’11 con la regia di Cristina Crippa e Elio De Capitani.

Hickson vorrebbe far luce su questioni contemporanee, guardandole attraverso un prisma storico, come fa dire al suo personaggio sulla soglia del dramma. Del resto, la figura di Elisabeth ha secoli di iconografia dal teatro al cinema a serie tv, che ne fanno un personaggio quasi pop. La sua vita delineata da Hickson, prima da ragazza (interpretata da Maria Caggianelli Villani) poi adulta (Elena Russo Arman) ribadisce la rilettura in chiave di donna ribelle agli obblighi patriarcali di maternità e matrimonio. Il suo carattere forte (passò alla storia come l’unica donna non sposata a governare l’Inghilterra) è ribadito con tonalità di espressività accesa per tutto il dramma, con contrappunti sonori (Gianfranco Turco) e di taglio di luce (Giacomo Marettelli Priorelli) che creano ambiente di contrasti.

Forse storicamente Elizabeth è stata più sovrana che donna nelle sue decisioni. Non ci sono prove storiche dell’ipotesi di un abuso subito da ragazza, da parte di Lord Seymour (sempre Curcurù), nuovo il marito Catherine Parr (ancora Russo Arman) che era stata sesta moglie di Enrico VIII, padre di Elizabeth. Per come efficacemente la connota Caggianelli Villani, già da principessa oscilla tra sensualità, vulnerabilità e forte determinazione religiosa. Sicuramente fu una psiche complessa, ossessionata dal suo volto segnato dal vaiolo, certo ma non perché il problema fosse marito (Hickson le fa dire “ti dicono che devi sposarti prima che finisca la tua faccia, avere figli prima che il tuo corpo finisca”).

La Elizabeth di Hickson è “Swive”, “oscillante” tra vari modelli di essere donna (da qui la scelta di Crippa e De Capitani di titolare “i corpi e, forse è una suggestione, ma aleggia come un richiamo a Orlando incarnata da Tilda Swinton). Storicamente la sovrana fu pienamente patriarcale nelle sue mosse anche ribelli, legate a ragioni di alleanze e guerre religiose (non vuole sposare Filippo II non perché voglia restare donna libera, ma perché non voleva cedere l’Inghilterra ai cattolici). Hickson segue i dettagli storici (e anzi fin troppo, con dialoghi che diventano inevitabilmente didascalici) ma forza troppo verso l’attualità.

Da sempre l’Elfo ha cercato vie di contaminazione di qualità nelle scelte artistiche, creando un rapporto forte col pubblico giovane. Lo testimoniano gli applausi calorosi alla fine della replica. Se per un verso giudicato con l’occhio dello spettatore teatrale abituale, lo spettacolo non dice molto, ma questa forma di drammaturgia, che nasce in un tempo post-teatrale, dialoga con il tempo presente, con una ricezione fluida delle arti e il mondo del teatro - così come tutte le forme d’arte - dovrà misurarsi con questa trasformazione.

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"I corpi di Elizabeth" tra storia e immaginario

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30.01.2024

Fare figli e sposarsi per Elisabetta I d’Inghilterra era un obbligo morale in quanto donna o in quanto sovrana? La scelta della drammaturga inglese Ella Hickson, una delle nuove voci del teatro inglese, opta per la prima ipotesi nel dramma scritto sulla vita dell’ultima regina Tudor (Swive Elizabeth). Ora, con il titolo I corpi di Elizabeth, il testo è in scena al teatro Elfo Puccini di Milano, che lo produce con il Teatro Stabile del Veneto, fino all’11 con la regia di Cristina Crippa e Elio De Capitani.

Hickson vorrebbe far luce su questioni contemporanee, guardandole attraverso un prisma storico, come fa dire al suo personaggio sulla soglia del dramma. Del resto, la figura di Elisabeth ha secoli di iconografia dal teatro al cinema a serie tv, che ne fanno un personaggio quasi pop. La sua vita delineata da Hickson, prima da........

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