Il caso

La vicenda è tristemente nota negli ultimi giorni in Italia, si tratta dell’omicidio di Giulia Cecchettin operato da Filippo Turetta, l’ennesimo caso di femminicidio e violenza di genere nel nostro paese. “Ho ucciso la mia fidanzata”, sono state le parole che Turetta ha pronunciato al momento dell’arresto in Germania, parole che denotano come la sentisse ancora come “sua fidanzata”, segno di una possessività malata che permaneva nonostante fosse stato lasciato dalla giovane già dallo scorso agosto.

Giulia è stata presumibilmente accoltellata a 150 metri da casa, poi trasportata nella zona industriale, dove Turetta avrebbe violentemente fatto cadere la giovane, causandole una ferita alla testa. In preda al suo raptus omicida Turetta sarebbe anche andato avanti a percuotere con calci e colpi di arma da taglio la ragazza fino a causarne il decesso.

Le dichiarazioni del Gip

Il Gip di Venezia Benedetta Vitolo ha scritto nell’ordinanza di custodia cautelare come Filippo Turetta debba essere messo in carcere per la sua pericolosità “evincibile dall’inaudita gravità e manifesta disumanità” dimostrata dalle proprie azioni ed ha sottolineato anche come: “Turetta con questa aggressione a più riprese e di inaudita ferocia ai danni della giovane fidanzata, prossima alla laurea, ha dimostrato una totale incapacità di autocontrollo”. La pericolosità del ragazzo è anche data dall’inspiegabilità del gesto, lo stesso appare infatti “imprevedibile, perché dopo aver condotto una vita all’insegna di un’apparente normalità, ha improvvisamente posto in essere questo gesto folle e sconsiderato”.

Cosa rischia Turetta

Le accuse a carico di Filippo Turetta, al momento, sono quelle di omicidio volontario e sequestro di persona disciplinate rispettivamente dagli articoli 575 e 605 c.p. a cui si aggiunge l’aggravante dell’articolo 577 c.p. al comma due per aver commesso un omicidio nei confronti di una persona con cui si aveva o si era intrattenuta precedentemente una relazione sentimentale: “La pena è della reclusione da ventiquattro a trenta anni, se il fatto è commesso contro il coniuge divorziato, l'altra parte dell'unione civile, ove cessata, la persona legata al colpevole da stabile convivenza o relazione affettiva, ove cessate (…)”.

È evidente, dunque, come, al momento, non sarebbe previsto l’ergastolo come possibile pena per Turetta. È importante sottolineare che per adesso le accuse che sono mosse al ragazzo sono accuse provvisorie che potranno essere riviste nel corso dei prossimi giorni. L’accusa potrebbe, infatti, essere integrata con ulteriori aggravanti per il reato di omicidio come quelle dei futili motivi o della premeditazione per le quali l’ergastolo è previsto.

Che cos’è la premeditazione?

La premeditazione consiste nel pianificare il proprio delitto, non agire, dunque, solamente sull’impulso momentaneo, ma ragionare sul compimento e sulla messa in opera del fatto; secondo la dottrina giuridica, sorgerebbe nel caso in cui passi un “apprezzabile lasso di tempo tra il concepimento del delitto e la sua attuazione, nonché nella predisposizione dei mezzi per porlo in essere”. Nel caso in essere l’eventuale integrazione della premeditazione come aggravante dipenderà dalle indagini e da ciò che la procura apprenderà dopo un’analisi più approfondita dei fatti e dopo aver interrogato Turetta.

Questo caso mette in evidenza l'urgente necessità di affrontare con determinazione il persistente problema del femminicidio in Italia, sottolineando l'importanza di rafforzare la legislazione e le misure preventive per contrastare questa forma estrema di violenza di genere. La gravità di questo caso sottolinea l'importanza di una risposta concreta e immediata da parte delle istituzioni, al fine di proteggere le donne e prevenire futuri atti di violenza simili.

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Il caso

La vicenda è tristemente nota negli ultimi giorni in Italia, si tratta dell’omicidio di Giulia Cecchettin operato da Filippo Turetta, l’ennesimo caso di femminicidio e violenza di genere nel nostro paese. “Ho ucciso la mia fidanzata”, sono state le parole che Turetta ha pronunciato al momento dell’arresto in Germania, parole che denotano come la sentisse ancora come “sua fidanzata”, segno di una possessività malata che permaneva nonostante fosse stato lasciato dalla giovane già dallo scorso agosto.

Giulia è stata presumibilmente accoltellata a 150 metri da casa, poi trasportata nella zona industriale, dove Turetta avrebbe violentemente fatto cadere la giovane, causandole una ferita alla testa. In preda al suo raptus omicida Turetta sarebbe anche andato avanti a percuotere con calci e colpi di arma da taglio la ragazza fino a causarne il decesso.

Le dichiarazioni del Gip

Il Gip di Venezia Benedetta Vitolo ha scritto nell’ordinanza di custodia cautelare come Filippo Turetta debba essere messo in carcere per la sua pericolosità “evincibile dall’inaudita gravità e manifesta disumanità” dimostrata dalle proprie azioni ed ha sottolineato anche come: “Turetta con questa aggressione a più riprese e di inaudita ferocia ai danni della giovane fidanzata, prossima alla laurea, ha dimostrato una totale incapacità di autocontrollo”. La pericolosità del ragazzo è anche data dall’inspiegabilità del gesto, lo stesso appare infatti “imprevedibile, perché dopo aver condotto una vita all’insegna di un’apparente normalità, ha improvvisamente posto in essere questo gesto folle e sconsiderato”.

Cosa rischia Turetta

Le accuse a carico di Filippo Turetta, al momento, sono quelle di omicidio volontario e sequestro di persona disciplinate rispettivamente dagli articoli 575 e 605 c.p. a cui si aggiunge l’aggravante dell’articolo 577 c.p. al comma due per aver commesso un omicidio nei confronti di una persona con cui si aveva o si era intrattenuta precedentemente una relazione sentimentale: “La pena è della reclusione da ventiquattro a trenta anni, se il fatto è commesso contro il coniuge divorziato, l'altra parte dell'unione civile, ove cessata, la persona legata al colpevole da stabile convivenza o relazione affettiva, ove cessate (…)”.

È evidente, dunque, come, al momento, non sarebbe previsto l’ergastolo come possibile pena per Turetta. È importante sottolineare che per adesso le accuse che sono mosse al ragazzo sono accuse provvisorie che potranno essere riviste nel corso dei prossimi giorni. L’accusa potrebbe, infatti, essere integrata con ulteriori aggravanti per il reato di omicidio come quelle dei futili motivi o della premeditazione per le quali l’ergastolo è previsto.

Che cos’è la premeditazione?

La premeditazione consiste nel pianificare il proprio delitto, non agire, dunque, solamente sull’impulso momentaneo, ma ragionare sul compimento e sulla messa in opera del fatto; secondo la dottrina giuridica, sorgerebbe nel caso in cui passi un “apprezzabile lasso di tempo tra il concepimento del delitto e la sua attuazione, nonché nella predisposizione dei mezzi per porlo in essere”. Nel caso in essere l’eventuale integrazione della premeditazione come aggravante dipenderà dalle indagini e da ciò che la procura apprenderà dopo un’analisi più approfondita dei fatti e dopo aver interrogato Turetta.

Questo caso mette in evidenza l'urgente necessità di affrontare con determinazione il persistente problema del femminicidio in Italia, sottolineando l'importanza di rafforzare la legislazione e le misure preventive per contrastare questa forma estrema di violenza di genere. La gravità di questo caso sottolinea l'importanza di una risposta concreta e immediata da parte delle istituzioni, al fine di proteggere le donne e prevenire futuri atti di violenza simili.

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Ho ucciso la “mia” fidanzata

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24.11.2023

Il caso

La vicenda è tristemente nota negli ultimi giorni in Italia, si tratta dell’omicidio di Giulia Cecchettin operato da Filippo Turetta, l’ennesimo caso di femminicidio e violenza di genere nel nostro paese. “Ho ucciso la mia fidanzata”, sono state le parole che Turetta ha pronunciato al momento dell’arresto in Germania, parole che denotano come la sentisse ancora come “sua fidanzata”, segno di una possessività malata che permaneva nonostante fosse stato lasciato dalla giovane già dallo scorso agosto.

Giulia è stata presumibilmente accoltellata a 150 metri da casa, poi trasportata nella zona industriale, dove Turetta avrebbe violentemente fatto cadere la giovane, causandole una ferita alla testa. In preda al suo raptus omicida Turetta sarebbe anche andato avanti a percuotere con calci e colpi di arma da taglio la ragazza fino a causarne il decesso.

Le dichiarazioni del Gip

Il Gip di Venezia Benedetta Vitolo ha scritto nell’ordinanza di custodia cautelare come Filippo Turetta debba essere messo in carcere per la sua pericolosità “evincibile dall’inaudita gravità e manifesta disumanità” dimostrata dalle proprie azioni ed ha sottolineato anche come: “Turetta con questa aggressione a più riprese e di inaudita ferocia ai danni della giovane fidanzata, prossima alla laurea, ha dimostrato una totale incapacità di autocontrollo”. La pericolosità del ragazzo è anche data dall’inspiegabilità del gesto, lo stesso appare infatti “imprevedibile, perché dopo aver condotto una vita all’insegna di un’apparente normalità, ha improvvisamente posto in essere questo gesto folle e sconsiderato”.

Cosa rischia Turetta

Le accuse a carico di Filippo Turetta, al momento, sono quelle di omicidio volontario e sequestro di persona disciplinate rispettivamente dagli articoli 575 e 605 c.p. a cui si aggiunge l’aggravante dell’articolo 577 c.p. al comma due per aver commesso un omicidio........

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