Le prossime elezioni europee saranno il vero banco di prova per misurare l’efficacia dei vari progetti politici. E questo grazie esclusivamente al sistema proporzionale che permette ai vari partiti di presentarsi direttamente di fronte agli elettori senza intermediari e senza dove fare i conti con le spigolosità e anche con le contraddizioni presenti nelle coalizioni. E, del resto, le varie caselle politiche si vanno definendo. E anche l’ultima conferenza stampa della Premier Giorgia Meloni non solo ha confermato la sua oggettiva leadership politica ma, al contempo, ha individuato e riconosciuto attraverso la varie risposte ai giornalisti presenti le leadership altrui. O per convenienza o per convinzione.

Ora, ci troviamo di fronte a un quadro politico sufficientemente chiaro, almeno rispetto ad un passato anche solo recente. Ovvero, per entrare nel dettaglio, è abbastanza evidente che la destra ha un leader. Un leader politico e con un progetto politico altrettanto chiaro e percepito. Che poi si articola certamente in una coalizione. Ma la leadership per eccellenza ha un volto e un nome definiti. E lo stesso giudizio vale sul versante della sinistra. Certo, si tratta di una leadership diversa, molto diversa rispetto a quella della destra. Forse meno carismatica ma è altrettanto chiara nel suo profilo politico e culturale. E, al di là dei giudizi e delle singole opinioni, è indubbio che oggi la sinistra radicale, massimalista e libertaria ha il volto della segretaria del Partito democratico. E, in ultimo, anche il populismo anti politico, demagogico e qualunquista ha il suo progetto. Progetto si fa per dire, ma il suo programma è chiaro e pare che continui a registrare anche massicci consensi, almeno così dicono i sondaggi.

Ed è proprio all’interno di questo quadro che emerge in modo persin troppo vistoso che continua a mancare all’appello quel luogo politico, quel progetto politico e quello spazio politico che nel nostro Paese ha sempre avuto un ruolo determinante se non addirittura decisivo nei vari tornanti politici e storici. Ovvero, quello che comunemente viene definito come Centro. È persin inutile ricordare le ultime tappe che hanno scandito lo scontro all’interno di quest’area politica. La deflagrazione dell’ex terzo polo ha rappresentato una pesante caduta di credibilità al fine di dare voce e consistenza a questo progetto politico. Eppure, malgrado ciò che è concretamente capitato, non possiamo non registrare che il cosiddetto campo politico centrista continua ad essere gettonato da quasi il 20% dell’elettorato del nostro Paese. Un risultato che spiega anche e soprattutto come le tendenze storiche della politica italiana non vengono archiviate così facilmente. Certo, se poi manca una concreta offerta politica capace di rappresentare quest’area politica, sociale e culturale, l’elettorato di riferimento o si rifugia nell’astensionismo o sceglie, per inerzia e svogliatezza, altre offerte politiche.

Ecco perché, e soprattutto in vista della consultazione europea, occorre lavorare con determinazione e coerenza per la presentazione di una sola lista centrista. Sarebbe francamente ridicolo, nonchè grottesco, che movimenti e partiti che si riconoscono nel medesimo gruppo europeo si presentassero con liste diverse al cospetto della competizione elettorale nazionale. Il tutto perché prevalgono le pregiudiziali personali, le vendette trasversali e i veti dogmatici su singoli leader. Categorie, queste, che appartengono ad una fase adolescenziale della politica ma che, se vengono proiettate anche nella fase adulta, forse c’è da preoccuparsi seriamente per la stabilità psicologica di chi assume simili comportamenti. Per questo, anche e soprattutto per il Centro, è giunto il momento della responsabilità e della coerenza dando priorità solo alla politica e ai contenuti politici.

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Le prossime elezioni europee saranno il vero banco di prova per misurare l’efficacia dei vari progetti politici. E questo grazie esclusivamente al sistema proporzionale che permette ai vari partiti di presentarsi direttamente di fronte agli elettori senza intermediari e senza dove fare i conti con le spigolosità e anche con le contraddizioni presenti nelle coalizioni. E, del resto, le varie caselle politiche si vanno definendo. E anche l’ultima conferenza stampa della Premier Giorgia Meloni non solo ha confermato la sua oggettiva leadership politica ma, al contempo, ha individuato e riconosciuto attraverso la varie risposte ai giornalisti presenti le leadership altrui. O per convenienza o per convinzione.

Ora, ci troviamo di fronte a un quadro politico sufficientemente chiaro, almeno rispetto ad un passato anche solo recente. Ovvero, per entrare nel dettaglio, è abbastanza evidente che la destra ha un leader. Un leader politico e con un progetto politico altrettanto chiaro e percepito. Che poi si articola certamente in una coalizione. Ma la leadership per eccellenza ha un volto e un nome definiti. E lo stesso giudizio vale sul versante della sinistra. Certo, si tratta di una leadership diversa, molto diversa rispetto a quella della destra. Forse meno carismatica ma è altrettanto chiara nel suo profilo politico e culturale. E, al di là dei giudizi e delle singole opinioni, è indubbio che oggi la sinistra radicale, massimalista e libertaria ha il volto della segretaria del Partito democratico. E, in ultimo, anche il populismo anti politico, demagogico e qualunquista ha il suo progetto. Progetto si fa per dire, ma il suo programma è chiaro e pare che continui a registrare anche massicci consensi, almeno così dicono i sondaggi.

Ed è proprio all’interno di questo quadro che emerge in modo persin troppo vistoso che continua a mancare all’appello quel luogo politico, quel progetto politico e quello spazio politico che nel nostro Paese ha sempre avuto un ruolo determinante se non addirittura decisivo nei vari tornanti politici e storici. Ovvero, quello che comunemente viene definito come Centro. È persin inutile ricordare le ultime tappe che hanno scandito lo scontro all’interno di quest’area politica. La deflagrazione dell’ex terzo polo ha rappresentato una pesante caduta di credibilità al fine di dare voce e consistenza a questo progetto politico. Eppure, malgrado ciò che è concretamente capitato, non possiamo non registrare che il cosiddetto campo politico centrista continua ad essere gettonato da quasi il 20% dell’elettorato del nostro Paese. Un risultato che spiega anche e soprattutto come le tendenze storiche della politica italiana non vengono archiviate così facilmente. Certo, se poi manca una concreta offerta politica capace di rappresentare quest’area politica, sociale e culturale, l’elettorato di riferimento o si rifugia nell’astensionismo o sceglie, per inerzia e svogliatezza, altre offerte politiche.

Ecco perché, e soprattutto in vista della consultazione europea, occorre lavorare con determinazione e coerenza per la presentazione di una sola lista centrista. Sarebbe francamente ridicolo, nonchè grottesco, che movimenti e partiti che si riconoscono nel medesimo gruppo europeo si presentassero con liste diverse al cospetto della competizione elettorale nazionale. Il tutto perché prevalgono le pregiudiziali personali, le vendette trasversali e i veti dogmatici su singoli leader. Categorie, queste, che appartengono ad una fase adolescenziale della politica ma che, se vengono proiettate anche nella fase adulta, forse c’è da preoccuparsi seriamente per la stabilità psicologica di chi assume simili comportamenti. Per questo, anche e soprattutto per il Centro, è giunto il momento della responsabilità e della coerenza dando priorità solo alla politica e ai contenuti politici.

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Europee, ci sono tutti. E il centro?

13 0
09.01.2024

Le prossime elezioni europee saranno il vero banco di prova per misurare l’efficacia dei vari progetti politici. E questo grazie esclusivamente al sistema proporzionale che permette ai vari partiti di presentarsi direttamente di fronte agli elettori senza intermediari e senza dove fare i conti con le spigolosità e anche con le contraddizioni presenti nelle coalizioni. E, del resto, le varie caselle politiche si vanno definendo. E anche l’ultima conferenza stampa della Premier Giorgia Meloni non solo ha confermato la sua oggettiva leadership politica ma, al contempo, ha individuato e riconosciuto attraverso la varie risposte ai giornalisti presenti le leadership altrui. O per convenienza o per convinzione.

Ora, ci troviamo di fronte a un quadro politico sufficientemente chiaro, almeno rispetto ad un passato anche solo recente. Ovvero, per entrare nel dettaglio, è abbastanza evidente che la destra ha un leader. Un leader politico e con un progetto politico altrettanto chiaro e percepito. Che poi si articola certamente in una coalizione. Ma la leadership per eccellenza ha un volto e un nome definiti. E lo stesso giudizio vale sul versante della sinistra. Certo, si tratta di una leadership diversa, molto diversa rispetto a quella della destra. Forse meno carismatica ma è altrettanto chiara nel suo profilo politico e culturale. E, al di là dei giudizi e delle singole opinioni, è indubbio che oggi la sinistra radicale, massimalista e libertaria ha il volto della segretaria del Partito democratico. E, in ultimo, anche il populismo anti politico, demagogico e qualunquista ha il suo progetto. Progetto si fa per dire, ma il suo programma è chiaro e pare che continui a registrare anche massicci consensi, almeno così dicono i sondaggi.

Ed è proprio all’interno di questo quadro che emerge in modo persin troppo vistoso che continua a mancare all’appello quel luogo politico, quel progetto politico e quello spazio politico che nel........

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