(a cura di Valeria Fava, coordinamento politiche della salute Cittadinanzattiva)

I dati aggiornati alla prima settimana di novembre 2023 in Italia mostrano che il virus Sars-CoV-2 è ancora con noi. Sono infatti oltre 26 milioni i casi dall’inizio della pandemia e 27.372 i nuovi casi; a ciò si aggiunga che, durante la stagione influenzale, gli anziani e i fragili sono soggetti a rischio di complicanze per la salute ancor più con il perdurare della diffusione del Covid-19. La situazione è in continuo divenire e, in un contesto segnato ancora dall'incertezza (impossibile anticipare le possibili mutazioni del virus), la prevenzione è la prima arma di difesa per proteggere se stessi e preservare le persone vulnerabili - tra cui coloro che presentano comorbilità, gli immunocompromessi, gli anziani e le donne incinte - dal rischio di ammalarsi più gravemente o che, a causa del Covid-19, potrebbero essere costrette a sospendere o procrastinare cure o interventi di cui hanno bisogno.

Tuttavia, come evidenziano i segnali di preoccupazione provenienti dal Ministero della Salute, che nell’ultima settimana ha emanato due circolari sul ridotto numero di vaccinazioni Covid, occorre pensare a un'azione tempestiva e coordinata da parte di tutti i professionisti per affrontare la sfida della prevenzione implementando l’offerta attiva delle vaccinazioni ai soggetti con condizioni di rischio per patologia o stato immunitario e semplificandone l’accesso (la circolare del Ministero della Salute del 23 settembre indica la platea dei soggetti a rischio per i quali la nuova vaccinazione è raccomandata).
I dati al momento sono questi, aggiornati dall’Istituto Superiore di Sanità al 6 novembre: a fronte di 40.494.771 persone vaccinate con la terza dose, sono soltanto 6.731.669 quelle vaccinate con la quarta dose e 529.865 i soggetti che hanno ricevuto la quinta.

Concentrandoci sul target degli ultrasessantenni, i dati sono questi: solo lo 0,03% della popolazione over 60 (5.667 persone) ha effettuato una somministrazione di vaccino anti-Covid negli ultimi 4 mesi. Non va meglio sul fronte della vaccinazione antinfluenzale: mentre, la copertura nella popolazione generale si mantiene pressoché stabile - intorno al 20,6% nella stagione 2022/2023 rispetto al 20,5% della stagione precedente - si registra invece negli ultimi anni un progressivo calo delle vaccinazioni contro l’influenza stagionale tra gli anziani over 65enni. Si passa dal 58,1% della stagione 2021-2022 al 56,7% della stagione 2022-2023, ben lontani dal picco del 65.3% raggiunto nel 2020/2021 e dall’obiettivo minimo del 75% di copertura.

Cosa è cambiato rispetto alla pandemia? Durante l’emergenza da Covid, sono state effettuate vaccinazioni “ovunque”, persino nei luoghi di interesse culturale per raggiungere la popolazione, e in questa direzione le Regioni dovrebbero continuare ad impegnarsi affinché, come suggerito dal Ministero della Salute nell’ultima circolare, “l'erogazione delle vaccinazioni raccomandate possa avvenire direttamente presso il servizio che ha in carico il paziente, ferma restando la possibilità di ricorrere, a tal fine, a protocolli interdipartimentali e/o interaziendali”.

Al contrario, quest’anno, nonostante si sia partiti in anticipo con la campagna anti-Covid e antinfluenzale, si sta procedendo con troppa lentezza: una lentezza nella distribuzione dei vaccini in alcune regioni del Paese che rischia di vanificare gli sforzi fatti sinora; una lentezza nella messa a punto da parte delle Regioni di accordi con le farmacie, presidio di prossimità per il cittadino, per la somministrazione degli stessi (valga a titolo di esempio che una regione popolosa come il Lazio non ha ancora siglato accordi di questo tipo).

Per superare l’empasse burocratico/organizzativa da cui spesso nascono criticità d’accesso, occorre garantire un’offerta attiva in tutti i presidi possibili, dagli ospedali e servizi che hanno in carico il paziente, ai presidi territoriali; estendere in tutte le regioni (a oggi le virtuose sono Toscana, Emilia Romagna, Lombardia, Liguria, Piemonte e Marche) gli accordi che rendono possibile la somministrazione dei vaccini nelle farmacie di comunità, tanto più che il vaccino antiinfluenzale può essere co-somministrato nella stessa seduta con quello covid; rafforzare il ruolo dei medici di medicina generale.

Allo stesso tempo, media e social media continuano a giocare un ruolo importante nell'orientare le decisioni individuali, e pertanto è fondamentale che le informazioni da questi veicolate provengano da fonti scientifiche accreditate e istituzionali per evitare notizie fuorvianti e contraddittorie.

A coadiuvare e diffondere capillarmente le informazioni giuste contribuiscono in maniera sempre più rilevante organizzazioni di pazienti e di cittadini come la nostra che, anche nel periodo post-pandemia, ha continuato a mantenere alta l'attenzione su questi temi. Attraverso l'iniziativa "Be AWARE: Covid, Long Covid e fragilità. Teniamo alta l'attenzione!", che si avvia alla conclusione, Cittadinanzattiva ha concentrato il focus sulle persone più fragili, esposte a maggiori rischi di infezioni e complicazioni. Come? Attraverso un ciclo di 10 incontri formativi, una campagna sui social media e una guida informativa diffusa in Italia e in Europa. Questi sforzi mirano a promuovere informazioni mirate per accrescere la consapevolezza, ripristinare la fiducia nella medicina e nella scienza, e sostenere la prevenzione e la sicurezza, con messaggi trasmessi in modo coerente e continuativo. E questo vale ancor più in un momento come quello attuale in cui si rischia di abbassare la guardia.

Segui i temi Commenta con i lettori I commenti dei lettori

Suggerisci una correzione

(a cura di Valeria Fava, coordinamento politiche della salute Cittadinanzattiva)

I dati aggiornati alla prima settimana di novembre 2023 in Italia mostrano che il virus Sars-CoV-2 è ancora con noi. Sono infatti oltre 26 milioni i casi dall’inizio della pandemia e 27.372 i nuovi casi; a ciò si aggiunga che, durante la stagione influenzale, gli anziani e i fragili sono soggetti a rischio di complicanze per la salute ancor più con il perdurare della diffusione del Covid-19. La situazione è in continuo divenire e, in un contesto segnato ancora dall'incertezza (impossibile anticipare le possibili mutazioni del virus), la prevenzione è la prima arma di difesa per proteggere se stessi e preservare le persone vulnerabili - tra cui coloro che presentano comorbilità, gli immunocompromessi, gli anziani e le donne incinte - dal rischio di ammalarsi più gravemente o che, a causa del Covid-19, potrebbero essere costrette a sospendere o procrastinare cure o interventi di cui hanno bisogno.

Tuttavia, come evidenziano i segnali di preoccupazione provenienti dal Ministero della Salute, che nell’ultima settimana ha emanato due circolari sul ridotto numero di vaccinazioni Covid, occorre pensare a un'azione tempestiva e coordinata da parte di tutti i professionisti per affrontare la sfida della prevenzione implementando l’offerta attiva delle vaccinazioni ai soggetti con condizioni di rischio per patologia o stato immunitario e semplificandone l’accesso (la circolare del Ministero della Salute del 23 settembre indica la platea dei soggetti a rischio per i quali la nuova vaccinazione è raccomandata).
I dati al momento sono questi, aggiornati dall’Istituto Superiore di Sanità al 6 novembre: a fronte di 40.494.771 persone vaccinate con la terza dose, sono soltanto 6.731.669 quelle vaccinate con la quarta dose e 529.865 i soggetti che hanno ricevuto la quinta.

Concentrandoci sul target degli ultrasessantenni, i dati sono questi: solo lo 0,03% della popolazione over 60 (5.667 persone) ha effettuato una somministrazione di vaccino anti-Covid negli ultimi 4 mesi. Non va meglio sul fronte della vaccinazione antinfluenzale: mentre, la copertura nella popolazione generale si mantiene pressoché stabile - intorno al 20,6% nella stagione 2022/2023 rispetto al 20,5% della stagione precedente - si registra invece negli ultimi anni un progressivo calo delle vaccinazioni contro l’influenza stagionale tra gli anziani over 65enni. Si passa dal 58,1% della stagione 2021-2022 al 56,7% della stagione 2022-2023, ben lontani dal picco del 65.3% raggiunto nel 2020/2021 e dall’obiettivo minimo del 75% di copertura.

Cosa è cambiato rispetto alla pandemia? Durante l’emergenza da Covid, sono state effettuate vaccinazioni “ovunque”, persino nei luoghi di interesse culturale per raggiungere la popolazione, e in questa direzione le Regioni dovrebbero continuare ad impegnarsi affinché, come suggerito dal Ministero della Salute nell’ultima circolare, “l'erogazione delle vaccinazioni raccomandate possa avvenire direttamente presso il servizio che ha in carico il paziente, ferma restando la possibilità di ricorrere, a tal fine, a protocolli interdipartimentali e/o interaziendali”.

Al contrario, quest’anno, nonostante si sia partiti in anticipo con la campagna anti-Covid e antinfluenzale, si sta procedendo con troppa lentezza: una lentezza nella distribuzione dei vaccini in alcune regioni del Paese che rischia di vanificare gli sforzi fatti sinora; una lentezza nella messa a punto da parte delle Regioni di accordi con le farmacie, presidio di prossimità per il cittadino, per la somministrazione degli stessi (valga a titolo di esempio che una regione popolosa come il Lazio non ha ancora siglato accordi di questo tipo).

Per superare l’empasse burocratico/organizzativa da cui spesso nascono criticità d’accesso, occorre garantire un’offerta attiva in tutti i presidi possibili, dagli ospedali e servizi che hanno in carico il paziente, ai presidi territoriali; estendere in tutte le regioni (a oggi le virtuose sono Toscana, Emilia Romagna, Lombardia, Liguria, Piemonte e Marche) gli accordi che rendono possibile la somministrazione dei vaccini nelle farmacie di comunità, tanto più che il vaccino antiinfluenzale può essere co-somministrato nella stessa seduta con quello covid; rafforzare il ruolo dei medici di medicina generale.

Allo stesso tempo, media e social media continuano a giocare un ruolo importante nell'orientare le decisioni individuali, e pertanto è fondamentale che le informazioni da questi veicolate provengano da fonti scientifiche accreditate e istituzionali per evitare notizie fuorvianti e contraddittorie.

A coadiuvare e diffondere capillarmente le informazioni giuste contribuiscono in maniera sempre più rilevante organizzazioni di pazienti e di cittadini come la nostra che, anche nel periodo post-pandemia, ha continuato a mantenere alta l'attenzione su questi temi. Attraverso l'iniziativa "Be AWARE: Covid, Long Covid e fragilità. Teniamo alta l'attenzione!", che si avvia alla conclusione, Cittadinanzattiva ha concentrato il focus sulle persone più fragili, esposte a maggiori rischi di infezioni e complicazioni. Come? Attraverso un ciclo di 10 incontri formativi, una campagna sui social media e una guida informativa diffusa in Italia e in Europa. Questi sforzi mirano a promuovere informazioni mirate per accrescere la consapevolezza, ripristinare la fiducia nella medicina e nella scienza, e sostenere la prevenzione e la sicurezza, con messaggi trasmessi in modo coerente e continuativo. E questo vale ancor più in un momento come quello attuale in cui si rischia di abbassare la guardia.

QOSHE - Covid e influenza. Come contrastare il flop delle vaccinazioni - Cittadinanzattiva
menu_open
Columnists Actual . Favourites . Archive
We use cookies to provide some features and experiences in QOSHE

More information  .  Close
Aa Aa Aa
- A +

Covid e influenza. Come contrastare il flop delle vaccinazioni

2 0
15.11.2023

(a cura di Valeria Fava, coordinamento politiche della salute Cittadinanzattiva)

I dati aggiornati alla prima settimana di novembre 2023 in Italia mostrano che il virus Sars-CoV-2 è ancora con noi. Sono infatti oltre 26 milioni i casi dall’inizio della pandemia e 27.372 i nuovi casi; a ciò si aggiunga che, durante la stagione influenzale, gli anziani e i fragili sono soggetti a rischio di complicanze per la salute ancor più con il perdurare della diffusione del Covid-19. La situazione è in continuo divenire e, in un contesto segnato ancora dall'incertezza (impossibile anticipare le possibili mutazioni del virus), la prevenzione è la prima arma di difesa per proteggere se stessi e preservare le persone vulnerabili - tra cui coloro che presentano comorbilità, gli immunocompromessi, gli anziani e le donne incinte - dal rischio di ammalarsi più gravemente o che, a causa del Covid-19, potrebbero essere costrette a sospendere o procrastinare cure o interventi di cui hanno bisogno.

Tuttavia, come evidenziano i segnali di preoccupazione provenienti dal Ministero della Salute, che nell’ultima settimana ha emanato due circolari sul ridotto numero di vaccinazioni Covid, occorre pensare a un'azione tempestiva e coordinata da parte di tutti i professionisti per affrontare la sfida della prevenzione implementando l’offerta attiva delle vaccinazioni ai soggetti con condizioni di rischio per patologia o stato immunitario e semplificandone l’accesso (la circolare del Ministero della Salute del 23 settembre indica la platea dei soggetti a rischio per i quali la nuova vaccinazione è raccomandata).
I dati al momento sono questi, aggiornati dall’Istituto Superiore di Sanità al 6 novembre: a fronte di 40.494.771 persone vaccinate con la terza dose, sono soltanto 6.731.669 quelle vaccinate con la quarta dose e 529.865 i soggetti che hanno ricevuto la quinta.

Concentrandoci sul target degli ultrasessantenni, i dati sono questi: solo lo 0,03% della popolazione over 60 (5.667 persone) ha effettuato una somministrazione di vaccino anti-Covid negli ultimi 4 mesi. Non va meglio sul fronte della vaccinazione antinfluenzale: mentre, la copertura nella popolazione generale si mantiene pressoché stabile - intorno al 20,6% nella stagione 2022/2023 rispetto al 20,5% della stagione precedente - si registra invece negli ultimi anni un progressivo calo delle vaccinazioni contro l’influenza stagionale tra gli anziani over 65enni. Si passa dal 58,1% della stagione 2021-2022 al 56,7% della stagione 2022-2023, ben lontani dal picco del 65.3% raggiunto nel 2020/2021 e dall’obiettivo minimo del 75% di copertura.

Cosa è cambiato rispetto alla pandemia? Durante l’emergenza da Covid, sono state effettuate vaccinazioni “ovunque”, persino nei luoghi di interesse culturale per raggiungere la popolazione, e in questa direzione le Regioni........

© HuffPost


Get it on Google Play