Il “ribaltone” non c’è stato. In Abruzzo, come abbiamo visto, il centrodestra ha vinto in modo che potremmo definire netto e ora spetta alla Meloni, a Salvini e a Tajani dimostrare che quello sardo è stato, come sostengono, soltanto un “infortunio” a carattere locale per proiettarsi uniti verso le elezioni europee del prossimo giugno destinate a rivestire una ben maggiore importanza. Ma i tre leader devono fare molta attenzione perché quello della Sardegna potrebbe essere stato più di un semplice infortunio e alla sua origine potrebbero esservi i contrasti che in questi mesi hanno fatto da contrappunto all’attività della coalizione maggioritaria. Soprattutto tra Meloni e Salvini che non si amano e non fanno nulla per nasconderlo. Le elezioni europee dovrebbero dunque servire a chiarire una volta per tutte la portata e il valore della sfida che da fin troppo tempo impegna i due condizionandoli. È evidente, peraltro, che se la Meloni dovesse uscirne vincitrice, la sconfitta sarebbe per il suo rivale pesantissima poiché dovrebbe mettere in conto anche la sua estromissione dalla guida della Lega. Va infatti tenuto presente che, all'interno del movimento leghista, Salvini sta attraversando un momento tutt'altro che positivo. Nella base e tra gli stessi dirigenti del partito è sempre più diffusa l'opinione che il "momento magico" del leader appartenga ormai al passato. Si fa strada, perciò l’ipotesi di un cambio al vertice del partito per il quale più di un candidato è pronto a scendere in campo. Parlare di "funerale del campo largo", cioè dell’opposizione, come ha fatto qualcuno a destra dopo il voto abruzzese è, dunque, quantomeno affrettato. È giusto riconoscere che la Meloni è in vantaggio sulla Schlein soprattutto perché le sue possibilità di dare unità alla. coalizione di cui è leader sono certamente maggiori di quelle che ha la sua rivale di fare altrettanto. Ma in politica, si sa, le insidie sono sempre dietro l'angolo e quello che stiamo vivendo, con elezioni europee e regionali alle porte, non è davvero il momento di abbandonarsi a manifestazioni di trionfalismo come sta ancora accadendo. La prima a saperlo ci sembra essere proprio la Meloni.

QOSHE - Comincia la vera sfida tra Salvini e la Meloni - Ottorino Gurgo
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Comincia la vera sfida tra Salvini e la Meloni

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15.03.2024

Il “ribaltone” non c’è stato. In Abruzzo, come abbiamo visto, il centrodestra ha vinto in modo che potremmo definire netto e ora spetta alla Meloni, a Salvini e a Tajani dimostrare che quello sardo è stato, come sostengono, soltanto un “infortunio” a carattere locale per proiettarsi uniti verso le elezioni europee del prossimo giugno destinate a rivestire una ben maggiore importanza. Ma i tre leader devono fare molta attenzione perché quello della Sardegna potrebbe essere stato più di un semplice infortunio e alla sua origine........

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