La colpa sarebbe della tecnologia e dell’imbuto che si crea con la diffusione dei dati sui portali dei singoli comuni. Il precedente del 2019 lascia però il dubbio che il problema sia più radicato

Le elezioni regionali in Sardegna hanno riacceso i riflettori sullennesimo episodio di ritardi nello spoglio dei voti, confermando un problema che sembra persistere con preoccupante regolarità nel tempo. Non è la prima volta che accade: già nel 2019 si era assistito a una situazione simile, mettendo in evidenza una criticità strutturale che sembra eludere le soluzioni immediate.

Per capire cosa è successo dobbiamo concentrarci sui numeri. Sono proprio questi infatti a parlare chiaro ed evidenziare il meccanismo arrancante sardo. Alle ore 13 di ieri, dopo ben sei ore dall’inizio delle operazioni elettorali, solo il 5% delle schede era stato scrutinato, con appena 91 su 1.844 sezioni completate. Alle 16, il numero era salito a 503 su 1.844, rappresentando circa il 27%. Alle 18, si è raggiunta la cifra di 918 sezioni scrutinate, quasi il 50% del totale. Un procedere a rilento che voleva essere scongiurato, come un anatema, e che invece si è riproposto come un ospite sgradito, confermando le attese negative. Il flop era prevedibile, e nelle stanze della Regione autonoma ora "c’è imbarazzo, come nel 2019".

Cinque anni fa, infatti, ci volle quasi un mese per la proclamazione ufficiale dei sessanta consiglieri regionali eletti e del presidente della Regione, Christian Solinas del centrodestra. Impossibile e impensabile ripetere una figuraccia simile oggi, dopo la vittoria sul fil di lana di Alessandra Todde, prima governatrice donna della regione.

A non forzare le operazioni di spoglio, quest’anno, non è stata nemmeno la "tagliola delle 19", una deadline entro la quale vanno completate le operazioni di spoglio per non invalidare i voti. Quest'anno infatti la tagliola non è stata applicata. Nel pomeriggio di ieri, la Regione ha diramato una circolare per interpretare la norma, stabilendo che il termine finale delle operazioni di scrutinio deve considerarsi meramente indicativo, salvo cause di forza maggiore. Nel 2019, avendo sforato proprio le 19, ancora a una settimana dalle elezioni il portale ufficiale della Regione riportava i risultati di 1.806 sezioni su 1.840.

Ma da che cosa dipende questo ritardo, ormai divenuto una costante quando si tratta di elezioni e scrutinii in Sardegna?
Il ritardo nella comunicazione dei dati dipende - fanno sapere fonti della Regione nella sala stampa allestita a Cagliari - dalla lentezza con cui dai seggi vengono trasmessi ai Comuni e dagli uffici comunali all'amministrazione regionale. Nel 2019 i motivi addotti furono due: le modalità di comunicazione dei risultati e le modalità dello spoglio. Fu la stessa Regione Sardegna a spiegare che risultati del voto arrivavano all’ufficio elettorale della Regione in maniera aggregata. Questo vuol dire che gli uffici non ricevevano le cifre da ogni singola sezione, appena questa terminava il suo scrutinio ma si dovevano attendere le conclusioni delle operazioni in altre sezioni.

Numeri col contagocce, dati che vengono caricati prima sui siti dei singoli comuni, che hanno attivato pagine ad hoc per diffondere i risultati in tempo reale, piuttosto che sul portale regionale. Più che una lentezza nelle operazioni di spoglio delle schede nei 1.844 seggi, l'imbuto sul flusso si crea nell’ambiente telematico, divenuto un problema più che un’innovazione.

A rallentare le operazioni non c’è solamente la modalità di comunicazioni dei dati. Ma anche la modalità dello spoglio. Non aiuta, di certo, il voto disgiunto, con il quale gli elettori possono scegliere di esprimere la loro preferenza per un candidato presidente e poi quella per una lista collegata ad un altro candidato e quindi ad un’altra coalizione.

Insomma, tra digitalizzazione e scelte di voto, la maledizione sulla lentezza del voto sardo continua a ripetersi. A oggi la certezza è solo che il centrosinistra abbia vinto la corsa elettorale in Sardegna, per tutto il resto, dobbiamo solo attendere

QOSHE - Sardegna, scrutinio a rilento. E la Regione incolpa "i computer" - Marianna Baroli
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Sardegna, scrutinio a rilento. E la Regione incolpa "i computer"

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27.02.2024

La colpa sarebbe della tecnologia e dell’imbuto che si crea con la diffusione dei dati sui portali dei singoli comuni. Il precedente del 2019 lascia però il dubbio che il problema sia più radicato

Le elezioni regionali in Sardegna hanno riacceso i riflettori sullennesimo episodio di ritardi nello spoglio dei voti, confermando un problema che sembra persistere con preoccupante regolarità nel tempo. Non è la prima volta che accade: già nel 2019 si era assistito a una situazione simile, mettendo in evidenza una criticità strutturale che sembra eludere le soluzioni immediate.

Per capire cosa è successo dobbiamo concentrarci sui numeri. Sono proprio questi infatti a parlare chiaro ed evidenziare il meccanismo arrancante sardo. Alle ore 13 di ieri, dopo ben sei ore dall’inizio delle operazioni elettorali, solo il 5% delle schede era stato scrutinato, con appena 91 su 1.844 sezioni completate. Alle 16, il numero era salito a 503 su 1.844, rappresentando circa il 27%. Alle 18, si è raggiunta la cifra di 918........

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