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Spina Sessanta imbarcazioni da diporto, ma anche moto d’acqua ferme nell’attracco del Logonovo, perché ormai le due sponde del canale che divide il Lido Spina dal Lido Estensi si stanno inesorabilmente ricongiungendo. Correnti marine e moto ondoso hanno formato una lunga barena di sedimenti sabbiosi visibile ad occhio nudo, non solo in condizioni di bassa marea, tale da impedire l’uscita delle barche dalla nautica Cestari del Lido Spina.

«Sino allo scorso anno nella mia stessa situazione si trovavano i titolari delle concessioni di mitili, che operano qui alla foce del Logonovo, ma ora – è lo sfogo di Giancarlo Cestari, proprietario dell’omonima nautica -, a causa dell’emergenza del granchio blu, loro sono fermi e sono rimasto solamente io a protestare. Ma in questo modo non è più possibile lavorare. Eppure ho già pagato la concessione demaniale dei due pontili, che si aggira sui 6.500 euro annui, a cui si sommano seimila euro di assicurazione, l’Imu del capannone, copertura da furto ed incendio e utenze».

La nautica Cestari è una realtà consolidata al Lido Spina che, per i clienti, assicura le attività di alaggio, varo, servizio di guardianìa e manutenzioni periodiche. Ma le barche, per potersi spingere in mare, sono costrette ad aggirare l’ostacolo costituito da una lunga barena di sabbia, insinuandosi in un angolo adiacente alla sponda nord del Logonovo, prossima agli stabilimenti balneari. I diportisti intercettati dalla Guardia Costiera, correrebbero il rischio di essere sanzionati per navigazione troppo vicina all’area di balneazione. La contravvenzione, in misura ridotta, è di 200 euro. Per Cestari l’urgenza del dragaggio della foce del canale Logonovo è vitale tanto per la propria attività, quanto per il turismo. «Questa è gente che rischiamo di perdere per sempre e che sta già ventilando l’ipotesi di spostarsi in altre località – prosegue Cestari -, lungo la costa adriatica delle Marche, tanto per fare un esempio che mi è stato riferito, dove l’emergenza granchio blu non è sentita. Non è concepibile che proprietari di imbarcazioni da diporto, che affrontano anche loro costi durante l’anno, non possano uscire per la gita in mare del fine settimana».

Un altro problema collegato, a doppia mandata, con l’insabbiamento del fondale del Logonovo riguarda le criticità che, a lungo andare, potrebbero insorgere nel processo di scambio idrico tra valli e mare Adriatico, un processo fondamentale per il mantenimento del delicato equilibrio di ossigenazione delle aree in concessione ai molluschicoltori. Il ricambio idrico è strategico ed indispensabile anche per la risalita del novellame. «Lo scorso anno due draghe, in simultanea, – conclude Cestari – hanno lavorato alla grande. Qui occorre un dragaggio periodico, a cadenze sempre più ravvicinate. Da dieci giorni sono in corso lavori di escavo in un’area più a sud rispetto all’imboccatura del canale».

L’imprenditore balneare lancia un appello, affinché l’intervento attualmente in corso, che rientra tra quelli programmati dalla Regione Emilia Romagna per il ripascimento delle aree della costa più soggette al fenomeno dell’erosione, possa includere, in tempi brevi, anche l’imboccatura del canale Logonovo. La stagione balneare è cominciata con largo anticipo, grazie alla complicità del sole e ai turisti devono essere assicurati tutti i servizi.

QOSHE - Lido Spina, troppa sabbia nel canale: barche bloccate nel Logonovo - Katia Romagnoli
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Lido Spina, troppa sabbia nel canale: barche bloccate nel Logonovo

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15.04.2024

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Spina Sessanta imbarcazioni da diporto, ma anche moto d’acqua ferme nell’attracco del Logonovo, perché ormai le due sponde del canale che divide il Lido Spina dal Lido Estensi si stanno inesorabilmente ricongiungendo. Correnti marine e moto ondoso hanno formato una lunga barena di sedimenti sabbiosi visibile ad occhio nudo, non solo in condizioni di bassa marea, tale da impedire l’uscita delle barche dalla nautica Cestari del Lido Spina.

«Sino allo scorso anno nella mia stessa situazione si trovavano i titolari delle concessioni di mitili, che operano qui alla foce del Logonovo, ma ora – è lo sfogo di Giancarlo Cestari, proprietario dell’omonima nautica -, a causa dell’emergenza del granchio blu, loro sono fermi e sono rimasto solamente io a protestare. Ma in questo modo non è più possibile........

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