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Era arrivato a Modena dopo sei viaggi della speranza dall’Africa. Youssouf Keita è morto a 28 anni all’ospedale di Baggiovara dopo un malore su un campo da calcio occorso domenica mattina mentre giocava con gli amici alla polisportiva Saliceta.

VANI I SOCCORSI

«Ha sbagliato a passare una palla e ha alzato un braccio, come per scusarsi – ricorda l’amico Ali Sawadogo – Poi è caduto».

Le immagini si susseguono veloci. Ali corre per chiamare il personale sanitario, che si trovava in zona per un’altra partita tra giovani. Si sente l’allarme al 118, che manda anche un’automedica. Arrivano le forze dell’ordine e il 28enne viene trasferito d’urgenza all’ospedale di Baggiovara, dove si portano anche gli amici. L’attesa è snervante. I medici non si sbottonano, i minuti diventano ore.

«Verso le 12.35 un dottore ci ha detto che era messo male – aggiunge Ali – Abbiamo aspettato fino alle 19.13, quando sono entrato nella stanza a salutarlo. Poco dopo, i medici hanno staccato i macchinari». Per il 28enne non c’era più nulla da fare.

UOMO A DODICI ANNI

Ali ricorda l’amicizia con Youssouf, ricorda ancora il giorno preciso in cui lo ha incontrato proprio giocando a pallone: «Era il 30 giugno 2017 – aggiunge – e ci siamo conosciuti giocando a calcetto. Pensavo fosse di un’altra nazionalità, poi ho compreso che era del mio stesso Paese. Si è presentato e poi mi ha fatto visita nella mia stanza al “Costellazioni”: abbiamo chiacchierato fino a mezzanotte».

Al pallone è legata una tragedia che ha segnato la vita di Youssouf quando ancora viveva in Costa d’Avorio a Koun-Fao: «Circa tre mesi fa ha iniziato a parlarmi di suo padre – spiega ancora Ali – Youssouf aveva dodici anni e giocava a calcetto quando lo hanno chiamato, dicendogli che il padre aveva avuto un incidente. Voleva parlargli, ma per tre giorni nessuno gli ha detto nulla. Poi gli hanno spiegato che era in viaggio e non sarebbe più tornato». Il padre era morto e il dodicenne si è ritrovato di colpo un uomo. A quindici anni ha iniziato a lavorare come falegname in patria.

DALLA LIBIA A MODENA

Dalla Costa d’Avorio si è spostato in Libia per raggiungere un cugino e quindi, dopo aver subito un pestaggio, ha deciso di intraprendere il viaggio verso l’Europa.

«Ha preso il barcone per sei volte – aggiunge l’amico – ma le prime cinque non era riuscito ad arrivare in Italia. Non si è dato per vinto e alla sesta ce l’ha fatta».

L’Europa si chiama Lampedusa prima e Modena poi, dopo esser passato al Centro Mattei di Bologna. Youssouf è stato accolto nel 2017 dalla cooperativa L’Angolo.

«Lo abbiamo seguito fino all’agosto 2021 – dice Giorgia Bartoli, responsabile di Sviluppo e innovazione per la cooperativa – quando ha ottenuto la protezione speciale. Abbiamo avuto modo di conoscerlo bene. Faremo una donazione come Cda».

Allora Youssouf ha imparato l’italiano, ha lavorato nei campi e nel settore della sicurezza, trovando un lavoro a Sorbara come falegname.

Il primo novembre 2020 ha varcato i cancelli della Brg Service con un contratto di apprendistato. Superati i due mesi di prova, si è fatto rispettare fino a sottoscrivere un contratto da operaio a tempo indeterminato nel novembre scorso.

L’ULTIMO SALUTO ALLA FAMIGLIA

In azienda lo ricordano come una persona sempre con il sorriso sulle labbra. Il 30 gennaio Youssouf era riuscito a tornare in Costa D’Avorio per abbracciare la madre, la compagna e il figlio di 9 anni che da lei aveva avuto.

Lunedì 5 febbraio aveva fatto ritorno al lavoro. Giovedì si sarebbe sottoposto a una visita medica. Domenica la morte, compianta anche dalla moschea di via delle Suore che Youssouf frequentava abitualmente.

LA RACCOLTA FONDI

Proprio la comunità islamica promuove una raccolta fondi per sostenere le spese del ritorno in patria della salma, a cura delle onoranze funebri Negrini: 3.800 euro il costo. Una raccolta avviata dagli amici (l’Iban a cui è possibile donare è IT97A0538712924000003025156) per aiutare la famiglia.

«Faceva fatica a trovare un appartamento anche se aveva un contratto a tempo indeterminato», sottolinea l’amica Nicoletta Inglese.

IL SORRISO CONTRO IL RAZZISMO

Nicoletta ricorda attimi della vita di Youssouf condivisi con gli amici modenesi: la conquista della patente, l’acquisto dell’auto, le partite di pallone, le domeniche in compagnia, tutto con quel sorriso usato come arma contro il razzismo.

«Era sempre sorridente – rivela Nicoletta – Non l’ho mai visto arrabbiato, nonostante spesso gli dicessero parole cattive. Alle grigliate portava sempre qualcosa da bere e da mangiare: non si presentava mai a mani vuote. Ci aiutava in tutto. Adesso le nostre domeniche inizieranno senza di lui».

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Modena, gioca a calcio e sta male: addio a un papà 28enne

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16.02.2024

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Era arrivato a Modena dopo sei viaggi della speranza dall’Africa. Youssouf Keita è morto a 28 anni all’ospedale di Baggiovara dopo un malore su un campo da calcio occorso domenica mattina mentre giocava con gli amici alla polisportiva Saliceta.

VANI I SOCCORSI

«Ha sbagliato a passare una palla e ha alzato un braccio, come per scusarsi – ricorda l’amico Ali Sawadogo – Poi è caduto».

Le immagini si susseguono veloci. Ali corre per chiamare il personale sanitario, che si trovava in zona per un’altra partita tra giovani. Si sente l’allarme al 118, che manda anche un’automedica. Arrivano le forze dell’ordine e il 28enne viene trasferito d’urgenza all’ospedale di Baggiovara, dove si portano anche gli amici. L’attesa è snervante. I medici non si sbottonano, i minuti diventano ore.

«Verso le 12.35 un dottore ci ha detto che era messo male – aggiunge Ali – Abbiamo aspettato fino alle 19.13, quando sono entrato nella stanza a salutarlo. Poco dopo, i medici hanno staccato i macchinari». Per il 28enne non c’era più nulla da fare.

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Ali ricorda l’amicizia con Youssouf, ricorda ancora il giorno preciso in cui lo ha........

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