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“Vita privata”: se Freud non aiuta

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thursday

E se, finalmente, sul lettino di Sigmund Freud sedesse la psichiatra stessa? Su quale parete si dovrebbero proiettare le sue visioni? Su quella posteriore, o la frontale, aperta e immaginaria, come la quarta parte del teatro dal vivo? Se, alla fine, si dovesse rispondere alle precedenti domande con un caso specifico, allora questo non potrebbe che coincidere con la trama del film Vita privata (in uscita nelle sale italiane l’11 dicembre) della regista Rebecca Zlotowski, in cui è Jodie Foster a dare vita alla psichiatra Lilian Steiner, coinvolta professionalmente ed emotivamente nel dramma di Paula, una sua paziente, al momento in cui viene a conoscenza del suo suicidio. E, poiché per un terapeuta non c’è nulla di peggio del terrore di aver fatto una diagnosi sbagliata, non accorgendosi per tempo della pulsione suicida di chi si ha in cura, il rimedio è di negare d’impulso l’atto volontario, riciclandosi in detective per indagare invece su di un presunto omicidio, dandolo per scontato. La cosa divertente, dato che spesso il destino ama giocare a dadi, è rappresentata dal fatto che, per una serie di circostanze, fatti apparenti danno luogo a sospetti........

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