“No alla legge elettorale in Costituzione”. Marcello Pera, pur apprezzando l’impianto complessivo, muove alcune critiche “tecniche” alla riforma. Tuttavia, per l’ex presidente del Senato, eletto a Palazzo Madama nel settembre 2022 con Fratelli d’Italia, “questa volta la riforma si farà”. Secondo Pera, “la presidente del Consiglio l’ha promesso agli italiani, vuole portarla a termine e la maggioranza su questo punto è coesa. Giorgia Meloni va presa alla lettera. Perciò ci sarebbe bisogno anche che l’opposizione si facesse sentire, che proponesse qualcosa, perché si tratta di riformare la Costituzione. Logica e storia richiedono che questa riforma non si faccia gli uni contro gli altri”. Pera, in un’intervista a Qn, si pronuncia in merito alla riforma costituzionale per l’introduzione del premierato. “La premier è determinata – aggiunge – e ha anche ribadito la sua volontà ad accogliere correzioni condivise”. Ma le sue obiezioni quali sono?

“Sono tecniche. Ci sono alcuni punti che ho sollevato e che vorrei poter correggere. Uno è l’introduzione della legge elettorale nella Costituzione. Non amo una legge elettorale, sia pure generica, in Costituzione, per il fatto che congela l’esistente”. Ma c’è un altro punto che Pera ha trovato “tortuoso: la norma cosiddetta antiribaltoni. Se il premier eletto entra in crisi, nel testo c’è scritto che il presidente della Repubblica può dare l’incarico a un altro primo ministro, purché abbia lo stesso programma e sia della stessa maggioranza. Il presidente Ignazio La Russa l’ha definito un percorso “arzigogolato”, e così penso io”. In merito alle parole di Elly Schlein: “Ho l’impressione che dentro il Pd si stiano dimenticando la storia recente della sinistra. Perché il disegno di legge di un premierato molto forte – ricorda il senatore – lo presentò proprio il senatore Cesare Salvi nella commissione bicamerale di Massimo D’Alema. Come è possibile che ora se ne dimentichino?”.

Aggiornato il 13 novembre 2023 alle ore 16:41