Il nome di Giorgia Meloni ed Elly Schlein sulla scheda elettorale accende un dibattito trasversale. “Sulle Europee aspettiamo di capire le decisioni” della presidente del Consiglio. “Per noi di Fratelli d’Italia è sempre un grande onore poter scrivere il suo nome sulla scheda elettorale”. Lo sostiene Manlio Messina, vicecapogruppo vicario di Fdi alla Camera, intervenendo questa mattina nel corso di Ping-pong su Radio Rai 1. “Oggi più di ieri – afferma – la scelta sta nella sua persona che valuterà nel miglior modo possibile. La sua candidatura non credo affatto che creerebbe scossoni all’interno della maggioranza. Non abbiamo carenze di candidati, a maggior ragione donne. Questo è motivo di orgoglio: dare spazio a chi ha scelto Fratelli d’Italia anni fa, quando il partito era al 3-4 per cento”.

Andrea Orlando, ex ministro e deputato dem, in un’intervista al Corriere della Sera spiega che la segretaria del Partito democratico dovrebbe decidere se correre o no. “Non mi affiderei alla tradizione. I pro e i contro sono ormai chiari. È inutile – dice Orlando – aggiungere un parere a quelli augusti che sono stati già espressi. Non c’è bisogno di consigli a distanza. Si prenda quindi una decisione: non si può fare di questa la questione cruciale dei prossimi mesi perché non lo è. Io penso che francamente la discussione sui candidati è sì importante, ma tutto sommato riguarda le élite politiche. Mi pare che gli italiani siano preoccupati da altri temi, a partire da quello del carovita”, prosegue Orlando. Si vota per l’Europa, ma si vota anche in alcune regioni e città, e sembra che il Movimento 5 stelle cerchi l’alleanza solo quando il candidato è il loro. “Non è così, perché in Abruzzo il candidato non è dei 5 stelle. In passato ci sono stati candidati unitari non loro. Certo, c’è un lavoro di costruzione della coalizione che è ancora tutto da fare”, conclude. “È inutile nascondersi che siamo in ritardo e che ci sono molte ambiguità e reticenze del M5s che vanno denunciate”.

Nel dibattito interviene anche Emma Bonino, leader di +Europa, con un’intervista a Qn. “Chi si candida al Parlamento europeo – sostiene – poi deve compiere quel mandato. E non credo che la segretaria del Pd deputata in Italia o, a maggior ragione, la signora presidente del Consiglio, abbiano voglia di dimettersi il giorno dopo per assolvere al mandato in Europa”. Secondo Bonino, “l’atteggiamento di Meloni e, a quanto pare, anche di Schlein, a me sembra la prova provata che né all’una né all’altra importa dell’Europa, ma piuttosto sono prese dalle sole dinamiche e convenienze tutte nazionali. Per non parlare della presa in giro per gli elettori italiani, che votano, con il sistema delle preferenze, una persona e poi se ne ritrovano un’altra. Segnalo peraltro che, per quanto riguarda Meloni, emerge un altro dato non irrilevante: chi è alla guida di un Paese non può anche pensare di candidarsi al Parlamento europeo quando rappresenta l’Italia negli altri organi dell’Ue”. Le elezioni Europee, sottolinea l’ex ministra, “sono un appuntamento troppo importante per essere ridotte a una contesa personale fra leader”. La posta in gioco “è il rilancio del progetto d’integrazione europea prima che sia troppo tardi. In questo senso, oggi, ancor più che per il 2019, sono in ballo la democrazia, la tutela dei diritti e delle libertà per come li conosciamo e la loro progressione contro una visione autoritaria e chiusa dei nazionalismi che strizzano l’occhio a Vladimir Putin”, conclude. “Soltanto l’Unione europea può rispondere alle grandi sfide sociali della nostra epoca. E proprio per questo mi risulta incomprensibile l’atteggiamento di chi, specie tra i leader di partito che si definiscono progressisti, non ne comprenda la portata”.

Aggiornato il 18 gennaio 2024 alle ore 05:10:04

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Europee, il dibattito sulle candidature di Meloni e Schlein

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18.01.2024

Il nome di Giorgia Meloni ed Elly Schlein sulla scheda elettorale accende un dibattito trasversale. “Sulle Europee aspettiamo di capire le decisioni” della presidente del Consiglio. “Per noi di Fratelli d’Italia è sempre un grande onore poter scrivere il suo nome sulla scheda elettorale”. Lo sostiene Manlio Messina, vicecapogruppo vicario di Fdi alla Camera, intervenendo questa mattina nel corso di Ping-pong su Radio Rai 1. “Oggi più di ieri – afferma – la scelta sta nella sua persona che valuterà nel miglior modo possibile. La sua candidatura non credo affatto che creerebbe scossoni all’interno della maggioranza. Non abbiamo carenze di candidati, a maggior ragione donne. Questo è motivo di orgoglio: dare spazio a chi ha scelto Fratelli d’Italia anni fa, quando il partito era al 3-4 per cento”.

Andrea Orlando, ex ministro e deputato dem, in un’intervista al Corriere della Sera spiega che la........

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