Centrodestra e centrosinistra sono chiamati a un vero e proprio stress test. Le Europee e Regionali rappresentano delle elezioni mid term. Tra il 2024 e il 2025 si rinnova la guida di più della metà delle regioni italiane. Su questo voto si stanno già misurando i rapporti di forza tra gli alleati. In Sardegna, dopo un lungo braccio di ferro – e il passo indietro del governatore uscente Christian Solinas (Lega) a favore di Paolo Truzzu (Fratelli d’Italia) – è stato risolto sul fronte di centrodestra il nodo della prima regione al voto (il 25 febbraio) che – pur con un’intesa tra Partito democratico e Movimento 5 stelle sulla pentastellata Alessandra Todde – vede invece a sinistra la corsa autonoma di Renato Soru. In Piemonte, il fronte caldo è nel centrosinistra con un duello aperto tra dem e pentastellati.

Dopo la rinuncia alle primarie concessa dai dem, sembravano aprirsi spiragli che, invece, liti a livello locale e nazionale hanno richiuso mettendo in stand-by anche ipotetici candidati, come Chiara Gribaudo del Pd. Del duello giallorosso si avvantaggia Alberto Cirio, il governatore uscente di Forza Italia che non sembra nemmeno essere coinvolto dall’aspro confronto nel centrodestra per altre regioni. In Basilicata, si consuma un gioco dell’alternanza. Qui lo scontro torna ad accendere gli animi del centrodestra, nello specifico quelli forzisti e leghisti. I primi non vogliono rinunciare alla conferma di Vito Bardi, i secondi – anche in compensazione per la rinuncia alla Sardegna – potrebbero puntare su Pasquale Pepe, ex senatore e fedelissimo di Matteo Salvini.

Tra i due litiganti si inserisce FdI con un candidato civico il cui profilo assomiglia a quello di Francesco Somma, presidente della Confindustria locale. Sul fronte opposto anche il Pd propone un civico di area, Angelo Chiorazzo, ma al momento i pentastellati nicchiano. L’Umbria è governata dalla leghista Donatella Tesei (in odore di riconferma), si propone come laboratorio per la coalizione di centrosinistra dando il via a un progetto di campo largo per amministrative (in ballo c’è il sindaco del capoluogo umbro), europee e regionali. Pd, M5s, Avs, Psi e movimenti civici di area, cui di recente ha aderito anche Democrazia solidale-Demos, non hanno ancora avanzato nomi, anche se sullo sfondo c’è quello della sindaca di Assisi, la civica Stefania Proietti.

Alternativa popolare, il partito guidato da Stefano Bandecchi, ha invece ufficializzato la candidatura di Riccardo Corridore. In Abruzzo, unica eccezione nel panorama nazionale, la situazione appare abbastanza chiara: l’attuale governatore, Marco Marsilio di FdI, non dovrebbe aver problemi a vedersi riconfermata la candidatura contro Luciano D’Amico sostenuto dal centrosinistra, M5s, Italia viva e Azione. Dal 2025 altre 7 regioni vanno al voto. Se per l’anno in corso a giocarsi il bis sono tutte regioni governate dal centrodestra, l’anno prossimo la posta è quasi divisa a metà: 4 a guida Pd (Emilia-Romagna, Toscana, Campania e Puglia) e 3 della Lega (Veneto), di Italia al Centro (Liguria) e di FdI (le Marche di Francesco Acquaroli). Partita nella partita, sia nel centrodestra che nel centrosinistra, c’è la questione del terzo mandato che coinvolge 5 presidenti (Stefano Bonaccini, Vincenzo De Luca, Michele Emiliano, Giovanni Toti e Luca Zaia). Per una loro eventuale ricandidatura, occorrerà un intervento legislativo a livello nazionale.

Aggiornato il 22 gennaio 2024 alle ore 04:36:27

QOSHE - Europee e Regionali, i rapporti di forza tra gli alleati - Manlio Fusani
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Europee e Regionali, i rapporti di forza tra gli alleati

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22.01.2024

Centrodestra e centrosinistra sono chiamati a un vero e proprio stress test. Le Europee e Regionali rappresentano delle elezioni mid term. Tra il 2024 e il 2025 si rinnova la guida di più della metà delle regioni italiane. Su questo voto si stanno già misurando i rapporti di forza tra gli alleati. In Sardegna, dopo un lungo braccio di ferro – e il passo indietro del governatore uscente Christian Solinas (Lega) a favore di Paolo Truzzu (Fratelli d’Italia) – è stato risolto sul fronte di centrodestra il nodo della prima regione al voto (il 25 febbraio) che – pur con un’intesa tra Partito democratico e Movimento 5 stelle sulla pentastellata Alessandra Todde – vede invece a sinistra la corsa autonoma di Renato Soru. In Piemonte, il fronte caldo è nel centrosinistra con un duello aperto tra dem e........

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