PISTOIA. Un intero sistema produttivo devastato, in ginocchio. E ci vorranno settimane per farlo rialzare. Il distretto tessile pratese, e tutto il manifatturiero da Campi Bisenzio fino a Pistoia, Serravalle Pistoiese e Vinci, è stravolto dagli effetti del ciclone Ciaran che non smette di far tremare i polsi. A Prato e nei comuni dell'hinterland sono centinaia e centinaia le aziende sia di grandi che di piccole e medie dimensioni con ancora acqua e fango dentro le fabbriche e fra i macchinari di produzione. Difficile quantificare dopo 72 ore l'ammontare dei danni. «Mi sento solo di rivolgere un appello a tutte le forze politiche, di governo nazionale regionale e locale a gestire in maniera armonica e senza rivendicazioni la fase che, per quanto riguarda le imprese, è già iniziata: quella della ricostruzione», è l’appello del presidente di Confindustria Toscana nord Daniele Matteini. «La valutazione dei danni sarà reale solo fra molti giorni – ha aggiunto Marcello Gozzi, direttore generale di Confindustria Toscana Nord – stiamo facendo la ricognizione e la localizzazione digitale di tutte le aziende colpite dal disastro. Sono tantissime. E il problema grosso è che in molte di queste acqua, detriti e fango sono ancora sopra i macchinari di produzione. Oltre alla produzione perduta, per ora non si riesce a capire se molte aziende ce la faranno a ripartire. I danni ai macchinari sono ingenti. Credo che conteremo decine e decine di milioni di euro di danni. Forse centinaia».

Il grido di allarme degli imprenditori è netto. Lunedì, Confindustria incontrerà il vicepremier Antonio Tajani che vedrà istituzioni e sindaci in municipio a Prato. «Ci saremo – dice Gozzi – con una rappresentanza anche di imprenditori. Va fatto capire al governo nel mondo più chiaro possibile che il “sistema Prato” è un sistema di filiera e che come si bloccano alcune aziende si blocca tutto il processo produttivo. Non è solo il danno singolo, quindi, ma generale che colpisce il sistema e distretto industriale». Le stesse parole sono state usate anche da Fabia Romagnoli, titolare della MariPlast, fra Montemurlo e Montale vicino al torrente Agna, e vicepresidente di Confindustria Toscana nord. «Abbiamo bisogno di far ripristinare le vie di trasporto, acqua e corrente e far ripartire le aziende che sono in grado di farcela». Intanto parte anche la cassa integrazione diretta, per tutte quelle aziende che non riescono a riattivarsi e che lasceranno i loro dipendenti a casa. Anche il sistema del vivaismo, dove Pistoia è da sempre una delle leader internazionali, è piegato. Si spera che le piante riescano a superare i danni per l’onda d’acqua e fango che è arrivata nei campi e quando soprattutto si ritirerà. «Ora come ora è difficile capire il danno reale. Le zone più colpite sono quelle di Pistoia sud, Quarrata e il Montalbano, il sistema produttivo del vivaismo e delle piante ha bisogno di diversi giorni per capire il colpo ricevuto», commenta Vannino Vannucci della Vannucci piante.


La ricognizione

QOSHE - Il sistema tessile vuole rialzarsi e il vivaismo spera nel miracolo - Alessandro Formichella
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Il sistema tessile vuole rialzarsi e il vivaismo spera nel miracolo

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05.11.2023

PISTOIA. Un intero sistema produttivo devastato, in ginocchio. E ci vorranno settimane per farlo rialzare. Il distretto tessile pratese, e tutto il manifatturiero da Campi Bisenzio fino a Pistoia, Serravalle Pistoiese e Vinci, è stravolto dagli effetti del ciclone Ciaran che non smette di far tremare i polsi. A Prato e nei comuni dell'hinterland sono centinaia e centinaia le aziende sia di grandi che di piccole e medie dimensioni con ancora acqua e fango dentro le fabbriche e fra i macchinari di produzione. Difficile quantificare dopo 72 ore l'ammontare dei danni. «Mi sento solo di rivolgere un appello a tutte le forze politiche, di governo nazionale regionale e locale a gestire in maniera armonica e senza rivendicazioni la fase che, per quanto riguarda le........

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