Il Def 2024 indica una strada fatta da dosi massicce di prudenza, realismo e disciplina. Per questo il governo dovrebbe mettere in campo rigore nella gestione delle finanze pubbliche e progressivo arretramento del settore pubblico nei comparti diversi da quelli in grado di sostenere il dinamismo dell’economia

La sensazione è che il Documento di economia e finanza 2024 (Def), “snello e asciutto”, abbia avuto un unico significativo effetto: lasciare con la penna a mezz’aria i tanti che si preparavano a versare fiumi di inchiostro su questa o quella cifra di questa o quella tabella. La realtà è che non c’era e non c’è molto da dire o da scrivere. Passeremo per la procedura di deficit eccessivo prima di saperne di più, grazie all’Eurostat, sul trattamento contabile dei bonus edilizi (e dei connessi crediti di imposta in essere o incagliati). Dalla Commissione europea ci arriverà, in piena canicola, qualche indicazione circa la traiettoria futura del rapporto debito/prodotto e il 20 settembre dovremo presentare il Piano fiscale-strutturale di medio termine di cui alle nuove regole europee.

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Perché, oltre al Piano Mattei, al paese serve un Piano Einaudi

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11.04.2024

Il Def 2024 indica una strada fatta da dosi massicce di prudenza, realismo e disciplina. Per questo il governo dovrebbe mettere in campo rigore nella gestione delle finanze pubbliche e progressivo arretramento del settore pubblico nei comparti diversi da quelli in grado di sostenere il dinamismo dell’economia

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