Pestaggi, utenti costantemente sedati, mancanza di igiene e privacy, pasti pieni di vermi, lenzuola di carta, persone legate a mani e piedi e molte altre violenze: l'indagine dell'associazione Naga mostra i limiti di una politica che vuole contenere l’immigrazione illegale con i centri per il rimpatrio

"Se avessi saputo che in Italia c’era la dittatura come in Tunisia, non sarei mai emigrato. Non so neanche perché sono qui dentro". Questa frase pronunciata da un migrante trattenuto dentro un Cpr, uno dei 9 centri di permanenza e rimpatrio che il governo vuole replicare in ogni Regione per illudere i suoi elettori di poter contenere l’immigrazione irregolare, spiega bene cosa accada oltre le mura dei Cpr. Si tratta di luoghi dove le condizioni di vita delle persone “trattenute” sono talmente disumane da far sembrare le carceri ordinarie dei collegi per studenti indisciplinati. Il Cpr di via Corelli a Milano è stato commissariato nel dicembre scorso dopo che il gip Livio Cristofano ha accolto la richiesta del sequestro preventivo d’urgenza da parte della procura che ha aperto il vaso di pandora e indagato la società che lo gestiva, La Martinina srl, per frode e falso nell’appalto 2020-2023 da 4 milioni l’anno. Un’indagine simile a quella avviata nel Cpr di Potenza, gestito dallo stesso imprenditore, dove i magistrati in questi giorni starebbero persino ipotizzando oltre la frode anche il reato di tortura. Quanto accadeva – e secondo l’associazione Naga che ha condotto il monitoraggio “Oltre quella porta” continua ad accadere – nel Cpr di Milano è una sequela di privazioni e vessazioni verso i migranti irregolari destinati, in teoria, al rimpatrio.

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QOSHE - Il Cpr "disumano" di via Corelli è un monito per il governo Meloni - Cristina Giudici
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Il Cpr "disumano" di via Corelli è un monito per il governo Meloni

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11.01.2024

Pestaggi, utenti costantemente sedati, mancanza di igiene e privacy, pasti pieni di vermi, lenzuola di carta, persone legate a mani e piedi e molte altre violenze: l'indagine dell'associazione Naga mostra i limiti di una politica che vuole contenere l’immigrazione illegale con i centri per il rimpatrio

"Se avessi saputo che in Italia c’era la dittatura come in Tunisia, non sarei mai emigrato. Non so neanche perché sono qui dentro". Questa frase pronunciata........

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