Nel day- after del question time, probabilmente Giorgia Meloni non è andata a rivedersi il video della seduta per controllare come è andato il faccia a faccia con Elly Schlein e Giuseppe Conte. Al centro delle sue preoccupazioni per la stabilità dell'esecutivo, infatti, c'è ben altro. Al Senato mercoledì pomeriggio, mentre era in corso il duello parlamentar- televisivo tra lei e i due leader dell'opposizione, il presidente della Commissione Affari Costituzionali Alberto Balboni aggiornava al 5 febbraio il termine per la presentazione degli emendamenti del ddl costituzionale sul Premierato.

Quasi contemporaneamente, sempre a Palazzo Madama, la furia del ministro della Difesa Guido Crosetto si abbatteva sul leader leghista Matteo Salvini e sul suo luogotenente a Palazzo Madama Massimiliano Romeo, per avere presentato un ordine del giorno sulla guerra in Ucraina che sostanzialmente suggeriva di prendere atto dell'impossibilità di contrastare Putin. E alla Camera, nei prossimi giorni, approderà il testo sull'Autonomia approvato nell'altro ramo del Parlamento, rispetto al quale però ci sono una serie di nodi rilevantissimi ancora da sciogliere. Si sta infatti componendo il quadro che accompagnerà la presidente del Consiglio fino all'estate, e non si tratta certo di un quadro rassicurante, non per merito delle virtù di oppositori dei leader di Pd e M5s. Fino a giugno, infatti, Meloni sa che dovrà trovare una modalità per contenere l'iniziativa politica del leader leghista, che in testa ha solo un pensiero, per non dire un'ossessione: recuperare terreno elettorale su Fratelli d'Italia.

L'episodio che ha dato vita all'escalation di Salvini nei confronti di Meloni- si mormora in Transatlantico - è stata l'accettazione forzata del candidato meloniano Paolo Truzzu alla presidenza della Sardegna ( non gradito al Carroccio) in virtù dei rapporti di forza emersi anche alle ultime Amministrative, che da via della Scrofa non mancano di ricordare a ogni piè sospinto. L'offensiva leghista si snoderà su più fronti, secondo un principio che nelle speranze dell'ex ministro dell'Interno dovrebbe essere win-win.

L'obiettivo principale, si diceva, è guadagnare voti su Meloni tra Regionali ed Europee ( che saranno celebrate assieme nell'election day): Salvini è al governo assieme a lei ma ha certamente le mani meno legate della premier, soprattutto in fatto di Europa e politica estera, ma nei confronti del suo elettorato può giocare su due tavoli, cercando di portare a casa la posta almeno in uno.

Il tavolo principale è quello dell'Autonomia: FdI è scettica, la commissione presieduta da Sabino Cassese sta continuando il proprio lavoro sulla definizione dei Lep, dai quali dipenderà l'atteggiamento anche di FI ma soprattutto del Quirinale. La legge, per Salvini e i suoi, dovrà essere approvata prima dell'appuntamento elettorale, e a seconda di come procederà l'iter è facile intuire come oscilleranno le fibrillazioni in maggioranza.

Si “ballerà” di certo la settimana prossima, quando è previsto per martedì un vertice al Senato per concordare le modifiche al ddl costituzionale sul Premierato, legato a doppio filo al Calderoli: Meloni vuole rimettere nel testo la “ghigliottina” anti- ribaltone, che prevede il ritorno automatico alle urne in caso di sfiducia al governo, mentre la Lega vorrebbe lasciare questa parte così com'è, accordando la possibilità di un nuovo esecutivo post- crisi qualora guidato da una personalità proveniente dalla maggioranza che ha vinto le elezioni. E poi c'è tutto il dossier legge elettorale, destinato ad animare la scena una volta passato il premierato ( sempre con la spada di Damocle del referendum, s'intende).

Se Salvini non riuscirà a portare a casa l'Autonomia prima di maggio, è verosimile immaginare lo spettro del “Vietnam” politico in campagna elettorale e alla ripresa post- estiva. Oggi stiamo vedendo un anticipo in forma di guerriglia ( vedi anche la questione dei 30km orari a Bologna, per la quale in casa FdI farebbero a meno di impegnarsi), ma la tensione potrebbe schizzare alle stelle in breve tempo. La premier, da parte sua, può contare in questa fase sulla lealtà di Forza Italia, nell'intento di contenere l'esuberanza dell'alleato leghista, ma anche su questo versante molto dipenderà dal quadro definitivo dei candidati alle regionali.

Intanto, Antonio Tajani mastica amaro per la decisione di Palazzo Chigi di tenere al Senato e non alla Farnesina il summit Italia- Africa, così come non è stata gradita la scelta di lasciare la cabina di regia del Piano Mattei in capo alla presidenza del Consiglio. In attesa di capire come si evolverà la situazione, Meloni ha già fatto sapere ai suoi alleati di avere in serbo un'arma che ritiene efficace in casi estremi: la candidatura in prima persona alle Europee.

QOSHE - Si scrive Ucraina, si legge Autonomia e Regionali. La guerriglia di Salvini per “avvertire” la premier - Mauro Bazzucchi
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Si scrive Ucraina, si legge Autonomia e Regionali. La guerriglia di Salvini per “avvertire” la premier

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26.01.2024

Nel day- after del question time, probabilmente Giorgia Meloni non è andata a rivedersi il video della seduta per controllare come è andato il faccia a faccia con Elly Schlein e Giuseppe Conte. Al centro delle sue preoccupazioni per la stabilità dell'esecutivo, infatti, c'è ben altro. Al Senato mercoledì pomeriggio, mentre era in corso il duello parlamentar- televisivo tra lei e i due leader dell'opposizione, il presidente della Commissione Affari Costituzionali Alberto Balboni aggiornava al 5 febbraio il termine per la presentazione degli emendamenti del ddl costituzionale sul Premierato.

Quasi contemporaneamente, sempre a Palazzo Madama, la furia del ministro della Difesa Guido Crosetto si abbatteva sul leader leghista Matteo Salvini e sul suo luogotenente a Palazzo Madama Massimiliano Romeo, per avere presentato un ordine del giorno sulla guerra in Ucraina che sostanzialmente suggeriva di prendere atto dell'impossibilità di contrastare Putin. E alla Camera, nei prossimi giorni, approderà il testo sull'Autonomia approvato nell'altro ramo del Parlamento, rispetto al quale però ci sono una serie di nodi rilevantissimi ancora da sciogliere. Si sta infatti componendo il quadro che accompagnerà........

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