Il testo è passato con 110 voti favorevoli, 66 contrari e due astenuti. Eliminata in extremis la discussa norma “salva-imprenditori” sugli arretrati degli stipendi
Tutto è bene, quel che finisce bene. O quasi, perché l'approvazione della legge di bilancio al Senato, previo voto di fiducia, qualche tossina nella Lega l'ha lasciata. I numeri scandiscono l’ultimo passaggio prima della pausa natalizia: 113 sì, 70 no e 2 astenuti sulla fiducia posta dal governo sul maxi-emendamento; 110 voti favorevoli, 66 contrari e 2 astenuti sul via libera definitivo.
La manovra da circa 22 miliardi passa ora alla Camera, ma la giornata di Palazzo Madama racconta molto più di un dato contabile. Racconta una maggioranza che tiene sul piano parlamentare, ma che lascia affiorare nervature interne sempre meno mimetizzabili. L’Aula ha vissuto ore frizzanti ma senza mai superare il livello di guardia. Il clima, comprensibilmente, è stato quello delle grandi occasioni, ma anche delle scadenze forzate, con il tempo che stringe e la necessità di chiudere prima della pausa natalizia.
Le opposizioni hanno inscenato proteste plateali, con cartelli esibiti in modo coordinato da Pd, Movimento 5 stelle e Avs: “Voltafaccia Meloni” campeggia su accuse che vanno dalle accise alle pensioni, dalla........





















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