Le finestre che si chiudevano, al loro passaggio. Chi può dimenticare?
Liliana Segre, partita dal binario per Auschwitz il 30 gennaio ’44, sopravvissuta al campo di sterminio, oggi è costretta a girare con la scorta. A causa dell’odio del web, ossessivo, quotidiano, senza ritegno, ormai principale fonte di informazioni dei più, da cui si traggono opinioni e linguaggio. La stessa Liliana che, a proposito degli scomparsi Piero Terracina e Franco Schonheit,
ricordava «...hanno scelto di raccontare come me, senza mai parlare di odio e vendetta». L'uscita da San Vittore per partire verso “ignota destinazione”: «Quando uscimmo da quel carcere – che nel suo squallore era pur sempre a Milano – nessuno ci guardò. Solo i detenuti degli altri raggi, incarcerati per chissà quale motivo, furono capaci di pietà, facendoci coraggio, rassicurandoci che ce l’avremmo fatta, lanciandoci una arancia, del pane, una sciarpa. Uno di loro mi disse, in milanese: “Ehi tusa me ciami Bianchi, non dimenticarti mai di me”. Furono fratelli. La pietà è un sentimento che arricchisce chi la riceve, ma soprattutto chi la prova. Da quel momento in poi incontrammo solo mostri». Mostri... i detenuti della sesta sezione-infermeria del carcere di Montorio, dov'è rinchiuso
Filippo Turetta, scrivono oggi una
lettera: «Vogliamo precisare il disgusto nell'aver visto “giudizi in diretta” prima che Filippo o qualsiasi indagato fosse sentito, e senza rispetto dei genitori, colpiti entrambi da una violenza psicologica» «Non c'è stata alcuna protesta da parte nostra - aggiungono, riferendosi a notizie di stampa - per la consegna dei libri dovuti al detenuto Turetta. Tenendo conto che è indagato per un reato diverso dal nostro, la popolazione carceraria non avrebbe acconsentito ad agevolazioni di favore rispetto ad altri». Ecco... Antonella Zarri, madre dei due fratelli Alberto e Alice Scagni, ha intanto affidato a un post social della senatrice Ilaria Cucchi le sue parole in merito al
violento pestaggio subito dal figlio, il secondo, in carcere: "Picchiato per tre ore, un macello...I ragazzi nelle celle vorrebbero parlare, ma vengono rapidamente istruiti a non esporsi". Due genitori che hanno chiesto in tutti i modi aiuto, per il figlio, per tutti loro, sempre inascoltati. Un dolore che si rinnova. I nuovi mostri, chi sono? Segui i temi
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Lezioni dal carcere
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07.12.2023
Le finestre che si chiudevano, al loro passaggio. Chi può dimenticare?
Liliana Segre, partita dal binario per Auschwitz il 30 gennaio ’44, sopravvissuta al campo di sterminio, oggi è costretta a girare con la scorta. A causa dell’odio del web, ossessivo, quotidiano, senza ritegno, ormai principale fonte di informazioni dei più, da cui si traggono opinioni e linguaggio. La stessa Liliana che, a proposito degli scomparsi Piero Terracina e Franco Schonheit, ricordava «...hanno scelto di raccontare come me, senza mai parlare di odio e vendetta». L'uscita da San Vittore per partire verso “ignota destinazione”:........
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