Eco, la ninfa mitologica, punita da Giunone perché pettegola, perde la sua voce e le rimane solo (che tragedia!) la possibilità di ripetere le ultime parole udite. Nel tempo però l’eco di una voce o un suono ha assunto anche significati suggestivi, romantici a volte, oppure buffi, pappagalleschi, di mera ripetizione di cose dette da altri e fatte proprie. Così accade ed è accaduto. Ora il ministro all’Istruzione del governo Meloni, Giuseppe Valditara, dopo le ultime violenze e femminicidi ha progettato per le scuole un corso di “Educazione alle relazioni”. Sembra una buona iniziativa, dicono in tanti; ma a volte il luccichio di una pietra preziosa è falso, cioè una povera, insidiosa imitazione. Infatti il responsabile del progetto è Alessandro Amadori, molto vicino al ministro, che qualche anno fa ha pubblicato un suo scritto - ”Piccolo saggio sulla cattiveria di genere” - che sembra uscito da una delle tante telenovele che brulicano ahimè sui canali televisivi.

In esso infatti l’autore afferma che la violenza di genere è un fatto di cattiveria e come tale appartiene tanto agli uomini quanto alle donne; anzi rincara la dose affermando che le donne, noi donne, siamo spargitrici di veleni, menzogne, zizzanie, insomma siamo il Diavolo come recita il titolo di un capitolo del saggio che perentorio dice ”Il diavolo è donna”. Un po’ semplicistico, banale e male informato l’ideologo Amadori, se dimentica, fra l’altro, qualche secolo di processi per stregoneria, iniziati alla fine del Medioevo e continuati nell’era moderna fino alla fine del ’600 contro donne accusate di essere possedute dal demonio, frutto di una cultura retriva e di superstizioni utilizzate dal potere ecclesiastico e civile per proteggere l’ordine religioso e politico. Le donne accusate erano innocenti, ma andarono al rogo ugualmente. Ma ora sono passati secoli da allora.

Ma ancora il ministro Valditara insiste nella sua marcia tenace per proteggere la cittadella del potere maschile e pochi giorni fa afferma che troppi presidi nelle scuole sono donne. Bisogna mettere una diga a questa invasione! Così ora nei concorsi, nelle graduatorie, si dia preferenza agli uomini… Ma di cosa parla il ministro?

C’è da stupirsi poiché egli dovrebbe ripassare l’ordinamento che presiede a graduatorie o altro e non mi pare che esso preveda variabili o preferenze di genere! Un ministro poi, soprattutto, in un sistema democratico, dovrebbe, deve dare indirizzi, idee, trovare soluzioni, non di parte ma erga omnes, cioè verso tutti i cittadini governati.

Probabilmente allora avrà parlato con Viktor Orbán (il cui regime la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha definito ”un modello da seguire” appena qualche mese fa) che in Ungheria ha emanato un provvedimento per limitare l'accesso delle donne agli studi superiori perché l'uomo non perda la sua identità! Poche storie quindi, le donne devono essere soprattutto fattrici di figli e se lavorano che abbiano ruoli modesti poiché questo ad esse conviene. L’eco di Orbán è arrivata a Valditara. Spegniamola questa eco, non si addice alla ricchezza di una democrazia.

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Eco, la ninfa mitologica, punita da Giunone perché pettegola, perde la sua voce e le rimane solo (che tragedia!) la possibilità di ripetere le ultime parole udite. Nel tempo però l’eco di una voce o un suono ha assunto anche significati suggestivi, romantici a volte, oppure buffi, pappagalleschi, di mera ripetizione di cose dette da altri e fatte proprie. Così accade ed è accaduto. Ora il ministro all’Istruzione del governo Meloni, Giuseppe Valditara, dopo le ultime violenze e femminicidi ha progettato per le scuole un corso di “Educazione alle relazioni”. Sembra una buona iniziativa, dicono in tanti; ma a volte il luccichio di una pietra preziosa è falso, cioè una povera, insidiosa imitazione. Infatti il responsabile del progetto è Alessandro Amadori, molto vicino al ministro, che qualche anno fa ha pubblicato un suo scritto - ”Piccolo saggio sulla cattiveria di genere” - che sembra uscito da una delle tante telenovele che brulicano ahimè sui canali televisivi.

In esso infatti l’autore afferma che la violenza di genere è un fatto di cattiveria e come tale appartiene tanto agli uomini quanto alle donne; anzi rincara la dose affermando che le donne, noi donne, siamo spargitrici di veleni, menzogne, zizzanie, insomma siamo il Diavolo come recita il titolo di un capitolo del saggio che perentorio dice ”Il diavolo è donna”. Un po’ semplicistico, banale e male informato l’ideologo Amadori, se dimentica, fra l’altro, qualche secolo di processi per stregoneria, iniziati alla fine del Medioevo e continuati nell’era moderna fino alla fine del ’600 contro donne accusate di essere possedute dal demonio, frutto di una cultura retriva e di superstizioni utilizzate dal potere ecclesiastico e civile per proteggere l’ordine religioso e politico. Le donne accusate erano innocenti, ma andarono al rogo ugualmente. Ma ora sono passati secoli da allora.

Ma ancora il ministro Valditara insiste nella sua marcia tenace per proteggere la cittadella del potere maschile e pochi giorni fa afferma che troppi presidi nelle scuole sono donne. Bisogna mettere una diga a questa invasione! Così ora nei concorsi, nelle graduatorie, si dia preferenza agli uomini… Ma di cosa parla il ministro?

C’è da stupirsi poiché egli dovrebbe ripassare l’ordinamento che presiede a graduatorie o altro e non mi pare che esso preveda variabili o preferenze di genere! Un ministro poi, soprattutto, in un sistema democratico, dovrebbe, deve dare indirizzi, idee, trovare soluzioni, non di parte ma erga omnes, cioè verso tutti i cittadini governati.

Probabilmente allora avrà parlato con Viktor Orbán (il cui regime la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha definito ”un modello da seguire” appena qualche mese fa) che in Ungheria ha emanato un provvedimento per limitare l'accesso delle donne agli studi superiori perché l'uomo non perda la sua identità! Poche storie quindi, le donne devono essere soprattutto fattrici di figli e se lavorano che abbiano ruoli modesti poiché questo ad esse conviene. L’eco di Orbán è arrivata a Valditara. Spegniamola questa eco, non si addice alla ricchezza di una democrazia.

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La scuola e la cittadella del potere maschile

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02.12.2023

Eco, la ninfa mitologica, punita da Giunone perché pettegola, perde la sua voce e le rimane solo (che tragedia!) la possibilità di ripetere le ultime parole udite. Nel tempo però l’eco di una voce o un suono ha assunto anche significati suggestivi, romantici a volte, oppure buffi, pappagalleschi, di mera ripetizione di cose dette da altri e fatte proprie. Così accade ed è accaduto. Ora il ministro all’Istruzione del governo Meloni, Giuseppe Valditara, dopo le ultime violenze e femminicidi ha progettato per le scuole un corso di “Educazione alle relazioni”. Sembra una buona iniziativa, dicono in tanti; ma a volte il luccichio di una pietra preziosa è falso, cioè una povera, insidiosa imitazione. Infatti il responsabile del progetto è Alessandro Amadori, molto vicino al ministro, che qualche anno fa ha pubblicato un suo scritto - ”Piccolo saggio sulla cattiveria di genere” - che sembra uscito da una delle tante telenovele che brulicano ahimè sui canali televisivi.

In esso infatti l’autore afferma che la violenza di genere è un fatto di cattiveria e come tale appartiene tanto agli uomini quanto alle donne; anzi rincara la dose affermando che le donne, noi donne, siamo spargitrici di veleni, menzogne, zizzanie, insomma siamo il Diavolo come recita il titolo di un capitolo del saggio che perentorio dice ”Il diavolo è donna”. Un po’ semplicistico, banale e male informato l’ideologo Amadori, se dimentica, fra l’altro, qualche secolo di processi per stregoneria, iniziati alla fine del Medioevo e continuati nell’era moderna fino alla fine del ’600 contro donne accusate di essere........

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