"Non farsi comandare da una donna". Dal sindaco di Trieste più di un semplice scivolone
No, il sessismo non è uno scivolone. Perché il problema non è il sindaco di Trieste Dipiazza. O almeno, non è solo lui: episodi come quello avvenuto ieri nel Consiglio comunale di Trieste non sono ‘scivoloni’, ma hanno sempre un doppio livello di lettura. Il primo è immediato, quasi banale nella sua evidenza: un sindaco che interrompe una consigliera e le dice “non mi sono mai fatto comandare da una donna” pronuncia una frase sessista. Non un’opinione, non una gaffe linguistica, ma una delegittimazione esplicita fondata sul genere. Il secondo livello, però, è quello che conta di più. Perché quella frase non nasce nel vuoto, né è riducibile al carattere di chi la pronuncia. È il prodotto di un contesto culturale e politico che continua a rendere il potere maschile il punto di riferimento implicito.
La scena è nota: Alessandra Ricchetti sta argomentando nel merito di una delibera. Il confronto è acceso, come accade spesso nei consigli comunali. A un certo punto il sindaco Roberto Dipiazza si alza, alza la voce e sposta il piano dello scontro: non più la decisione politica, non più il contenuto, ma l’identità di chi sta parlando. Non mi faccio comandare da una donna. È un passaggio chiave, perché è esattamente lì che la dinamica cambia natura.
Gli studi sulle donne in politica lo mostrano con grande chiarezza: la delegittimazione di genere non serve tanto a “offendere”, quanto a rimettere ordine. A ricordare chi è autorizzato a esercitare autorità e chi, invece, sta occupando uno spazio percepito come improprio. Nei lavori europei – dagli studi e le ricerche sulle europarlamentari fino all’analisi degli episodi di violenza contro le elette locali – emerge un dato ricorrente: le donne vengono attaccate non per quello che dicono, ma per il fatto stesso di dirlo.
È quello che chiamiamo bias di ruolo. Nella rappresentazione implicita del potere, la leadership è ancora associata a tratti maschili: assertività, decisionismo, controllo. Quando una donna li incarna, scatta una frizione cognitiva. E quella frizione viene spesso........





















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