Lo vediamo dalla cronaca quotidiana: la destra non sta mantenendo nulla di quello che ha promesso. Eppure con gli elettori regge armeggiando con l'illusionismo e creando una condizione in cui è sia in maggioranza che all’opposizione.

Fa così a livello nazionale; ma anche localmente, dove ci sono tante piccole “scuole” che sperimentano tecniche diverse per eludere responsabilità politiche. E proprio una di queste, in particolare, sta recentemente emergendo.

Contenuta, ma promettente, ha creato un modus operandi unico: è quella di Piombino, città che da quattro anni è passata alla destra con il sindaco Francesco Ferrari di Fratelli d’Italia.

Per raccontarvela, parto da qui: Piombino sembra diventata l’epicentro di un romanzo di fantascienza ambientato in un universo dove ci sono due piani diversi della realtà. Il primo è normale: fatto da cittadini, segue le regole della fisica e della logica. Il secondo, politico, dove quelle regole non valgono più: un Oltremondo, una dimensione a sé che quando si interseca con il piano reale riesce a imporre la sua irrazionalità. L’effetto è che una parte della cittadinanza non imputi al sindaco nessuna responsabilità rispetto a crisi e problemi. Non che lo scusi, lo giustifichi; siamo a un passo prima (e qui l’irreale): siamo all’invisibilità.

Per capirci: è come se lo spaziotempo si piegasse e il sindaco perdesse una natura fisica, riducendosi a mera carica. Da individuo con nome, cognome, storia, partito, egli lascia il posto a un “Mister X”: una figura anonima che non esiste se non su carta e che quindi non è imputabile di niente.

Ma detta così non rende onore al caso. Procediamo con esempi pratici, iniziando dal più eclatante: il rigassificatore.

Ora, le responsabilità lì sono state tante, incluse quelle della Regione nel non aver comunicato bene la cosa e, soprattutto, nel non aver obbligato il governo Draghi e tutti i partiti che lo sostenevano a metterci la faccia. Ma il rigassificatore è arrivato con Meloni, per altro favorevolissima allo stesso e infatti non intervenuta per bloccarne l’arrivo. Bene, sappiate allora che il sindaco non è solo vicino a Meloni: è uno della vecchia guardia che scommise su FdI quando era al 4-5%.

Nel mondo reale, il sindaco avrebbe dovuto fare carte false per salvare la situazione. Avrebbe dovuto chiamare Meloni e rivendicare un credito: nell’ex comune più rosso della provincia più rossa d’Italia, ho scommesso su di te quando gli altri non lo facevano. Qualcosa, ora, me lo devi.

Alternativamente, avrebbe dovuto stracciare la tessera, dimostrando coerenza.

Ma, dicevo, Piombino vive due piani. Così allo scoppiare della crisi il piano dell’Oltremondo è emerso. Francesco Ferrari è sparito: al suo posto è arrivato Mr. X, che non ha nome, volto, storia. Che non ha un partito di cui stracciare la tessera: per questo ha potuto protestare contro il rigassificatore, ricevendo anche il plauso di una parte della cittadinanza. Plauso arrivato – incredibilmente – anche quando qualche mese dopo è riuscito a non ottenere un euro per Piombino in legge di bilancio come compensazione. Non aveva crediti da spendere con la Meloni neppure qui, evidentemente.

Ci vuole tecnica per rimanere a galla così. E se su queste vicende c’è da sorprendersi, aspettate di sentire questa, la più recente.

Dunque: in città da tempo crescono la violenza, i reati, l’insicurezza. Diventata allora incandescente la vicenda, Ferrari ha avuto un colpo di genio: dall’Oltremondo ha fatto riemergere il povero Mr. X, dicendogli di scendere in piazza, come sindaco, per chiedere maggiore sicurezza per la città che lui stesso governa.

A chi? Non si sa. Ma ha funzionato, perché c’era pure gente – meno del recente passato – che applaudiva.

Eppure, amici, anche questa scuola che ha insegnato così tanto è destinata a chiudere.

Mr. X, assieme all’Oltremondo, verrà infatti estinto nella primavera del 2024, quando in vista delle elezioni regionali a trattare sui nomi stavolta ci andrà invece Ferrari, che a differenza della sua controfigura di crediti ne ha ormai tanti da giocarsi, dato che in questi anni non ne ha speso nessuno.

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Lo vediamo dalla cronaca quotidiana: la destra non sta mantenendo nulla di quello che ha promesso. Eppure con gli elettori regge armeggiando con l'illusionismo e creando una condizione in cui è sia in maggioranza che all’opposizione.

Fa così a livello nazionale; ma anche localmente, dove ci sono tante piccole “scuole” che sperimentano tecniche diverse per eludere responsabilità politiche. E proprio una di queste, in particolare, sta recentemente emergendo.

Contenuta, ma promettente, ha creato un modus operandi unico: è quella di Piombino, città che da quattro anni è passata alla destra con il sindaco Francesco Ferrari di Fratelli d’Italia.

Per raccontarvela, parto da qui: Piombino sembra diventata l’epicentro di un romanzo di fantascienza ambientato in un universo dove ci sono due piani diversi della realtà. Il primo è normale: fatto da cittadini, segue le regole della fisica e della logica. Il secondo, politico, dove quelle regole non valgono più: un Oltremondo, una dimensione a sé che quando si interseca con il piano reale riesce a imporre la sua irrazionalità. L’effetto è che una parte della cittadinanza non imputi al sindaco nessuna responsabilità rispetto a crisi e problemi. Non che lo scusi, lo giustifichi; siamo a un passo prima (e qui l’irreale): siamo all’invisibilità.

Per capirci: è come se lo spaziotempo si piegasse e il sindaco perdesse una natura fisica, riducendosi a mera carica. Da individuo con nome, cognome, storia, partito, egli lascia il posto a un “Mister X”: una figura anonima che non esiste se non su carta e che quindi non è imputabile di niente.

Ma detta così non rende onore al caso. Procediamo con esempi pratici, iniziando dal più eclatante: il rigassificatore.

Ora, le responsabilità lì sono state tante, incluse quelle della Regione nel non aver comunicato bene la cosa e, soprattutto, nel non aver obbligato il governo Draghi e tutti i partiti che lo sostenevano a metterci la faccia. Ma il rigassificatore è arrivato con Meloni, per altro favorevolissima allo stesso e infatti non intervenuta per bloccarne l’arrivo. Bene, sappiate allora che il sindaco non è solo vicino a Meloni: è uno della vecchia guardia che scommise su FdI quando era al 4-5%.

Nel mondo reale, il sindaco avrebbe dovuto fare carte false per salvare la situazione. Avrebbe dovuto chiamare Meloni e rivendicare un credito: nell’ex comune più rosso della provincia più rossa d’Italia, ho scommesso su di te quando gli altri non lo facevano. Qualcosa, ora, me lo devi.

Alternativamente, avrebbe dovuto stracciare la tessera, dimostrando coerenza.

Ma, dicevo, Piombino vive due piani. Così allo scoppiare della crisi il piano dell’Oltremondo è emerso. Francesco Ferrari è sparito: al suo posto è arrivato Mr. X, che non ha nome, volto, storia. Che non ha un partito di cui stracciare la tessera: per questo ha potuto protestare contro il rigassificatore, ricevendo anche il plauso di una parte della cittadinanza. Plauso arrivato – incredibilmente – anche quando qualche mese dopo è riuscito a non ottenere un euro per Piombino in legge di bilancio come compensazione. Non aveva crediti da spendere con la Meloni neppure qui, evidentemente.

Ci vuole tecnica per rimanere a galla così. E se su queste vicende c’è da sorprendersi, aspettate di sentire questa, la più recente.

Dunque: in città da tempo crescono la violenza, i reati, l’insicurezza. Diventata allora incandescente la vicenda, Ferrari ha avuto un colpo di genio: dall’Oltremondo ha fatto riemergere il povero Mr. X, dicendogli di scendere in piazza, come sindaco, per chiedere maggiore sicurezza per la città che lui stesso governa.

A chi? Non si sa. Ma ha funzionato, perché c’era pure gente – meno del recente passato – che applaudiva.

Eppure, amici, anche questa scuola che ha insegnato così tanto è destinata a chiudere.

Mr. X, assieme all’Oltremondo, verrà infatti estinto nella primavera del 2024, quando in vista delle elezioni regionali a trattare sui nomi stavolta ci andrà invece Ferrari, che a differenza della sua controfigura di crediti ne ha ormai tanti da giocarsi, dato che in questi anni non ne ha speso nessuno.

QOSHE - Quella destra che promette e non mantiene. Piombino, un caso che fa scuola - Leonardo Cecchi
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Quella destra che promette e non mantiene. Piombino, un caso che fa scuola

4 0
17.11.2023

Lo vediamo dalla cronaca quotidiana: la destra non sta mantenendo nulla di quello che ha promesso. Eppure con gli elettori regge armeggiando con l'illusionismo e creando una condizione in cui è sia in maggioranza che all’opposizione.

Fa così a livello nazionale; ma anche localmente, dove ci sono tante piccole “scuole” che sperimentano tecniche diverse per eludere responsabilità politiche. E proprio una di queste, in particolare, sta recentemente emergendo.

Contenuta, ma promettente, ha creato un modus operandi unico: è quella di Piombino, città che da quattro anni è passata alla destra con il sindaco Francesco Ferrari di Fratelli d’Italia.

Per raccontarvela, parto da qui: Piombino sembra diventata l’epicentro di un romanzo di fantascienza ambientato in un universo dove ci sono due piani diversi della realtà. Il primo è normale: fatto da cittadini, segue le regole della fisica e della logica. Il secondo, politico, dove quelle regole non valgono più: un Oltremondo, una dimensione a sé che quando si interseca con il piano reale riesce a imporre la sua irrazionalità. L’effetto è che una parte della cittadinanza non imputi al sindaco nessuna responsabilità rispetto a crisi e problemi. Non che lo scusi, lo giustifichi; siamo a un passo prima (e qui l’irreale): siamo all’invisibilità.

Per capirci: è come se lo spaziotempo si piegasse e il sindaco perdesse una natura fisica, riducendosi a mera carica. Da individuo con nome, cognome, storia, partito, egli lascia il posto a un “Mister X”: una figura anonima che non esiste se non su carta e che quindi non è imputabile di niente.

Ma detta così non rende onore al caso. Procediamo con esempi pratici, iniziando dal più eclatante: il rigassificatore.

Ora, le responsabilità lì sono state tante, incluse quelle della Regione nel non aver comunicato bene la cosa e, soprattutto, nel non aver obbligato il governo Draghi e tutti i partiti che lo sostenevano a metterci la faccia. Ma il rigassificatore è arrivato con Meloni, per altro favorevolissima allo stesso e infatti non intervenuta per bloccarne l’arrivo. Bene, sappiate allora che il sindaco non è solo vicino a........

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