Le elezioni dei giorni scorsi a Taiwan e quelle in arrivo a fine anno negli Stati Uniti hanno una cosa in comune: entrambe potrebbero plasmare il corso della Storia in modo mai visto prima. Entrambe infatti portano con sé conseguenze che, potenzialmente, potrebbero fare da spartiacque: tanto da definire un’epoca pre-2024 e una post.

Taiwan si trova a un bivio critico non per sua volontà, ma perché il presidente cinese Xi Jinping ha trasformato l’isola in un banco di prova fondamentale nel suo disegno di elevare la Cina allo status di superpotenza indiscussa. Lo dimostra il fatto che nel suo messaggio di capodanno ha insistito sul fatto che la riunificazione fra Pechino e Taipei dopo più di settant’anni è una "inevitabilità storica".

William Lai, neo-eletto presidente taiwanese, ha di fronte a sé una situazione delicata. Nei prossimi mesi Xi insisterà sul fatto che, eleggendo Lai, Taiwan ha scelto la strada della rottura definitiva. Ma davvero il leader cinese rischierà tutto in un’azione di forza contro Taiwan? Il fatto che gli Stati Uniti, con un voto importantissimo in calendario, abbiano tanta influenza in questa area del mondo, aggiunge incertezza al tutto.

Per questo, come la caduta del muro di Berlino ha segnato la conclusione dell’impero sovietico e ha avviato il declino dell’Unione Sovietica, l’esito delle elezioni di Taiwan ha il potenziale di innescare conseguenze di vasta portata: nessuno può escludere che si arrivi a un conflitto militare tra Cina e gli Stati Uniti, o che sia l’inizio del declino del partito comunista cinese. La Storia ha dimostrato che eventi imprevisti o accidentali possono catalizzare cambiamenti profondi: come accadde in quella notte di novembre 1989, un annuncio sbagliato del portavoce del governo della Germania est Gunter Schabowski che i valichi di frontiera si sarebbero aperti con effetto "immediato, senza ritardo”, ha attirato migliaia di berlinesi al muro, rendendolo infine un punto di svolta storico che, in pochi anni, ha portato al crollo dell’intero sistema e della macchina del partito controllata da Mosca.

Nel frattempo, negli Stati Uniti, la prospettiva di una rivincita tra Trump e Biden è vista da molti come una battaglia cosmica tra il Bene e il Male. Con i social media che amplificano i sentimenti, uno scontro acceso tra i sostenitori delle due parti appare inevitabile: ad alimentarlo saranno le preoccupazioni riguardanti la tenuta della democrazia americana dopo gli eventi del 6 gennaio 2021 da una parte e le accuse di furto nelle precedenti elezioni dall’altra.

A leggere i social media, fra i sostenitori di Trump (o una parte di loro) c’è la crescente convinzione che lo scontro non riguarderà solo le elezioni, ma un “nuovo ordine mondiale”. Secondo questa narrazione, la battaglia in corso mira a contrastare una presunta élite globalista di sinistra che starebbe tramando di togliere libertà, confiscare armi e denaro e sottoporre tutti a un sistema di controllo digitale che ricorda “Matrix”.

L’aumento della retorica aggressiva da parte di una minoranza causa in America una diffusa preoccupazione, soprattutto alla luce della forza che i sondaggi pre-elettorali attribuiscono a Trump. Molti, fra i sostenitori dell’ex presidente, sono certi che a bloccare il ritorno alla Casa Bianca del loro candidato saranno i tribunali: gli stessi che – è la loro visione – hanno ufficializzato la falsa vittoria di Biden e alimentato una “caccia alle streghe” fatta di accuse di corruzione, falso in bilancio e molestie.

A oggi, la campagna di Trump ha fatto pochi passi per dissociarsi dal linguaggio infiammatorio di alcuni dei suoi sostenitori. E il candidato non ha fatto nessun appello per calmare le acque, nonostante abbia ben presente ciò che è accaduto il 6 gennaio 2021, quando migliaia di persone si sono sentite incoraggiate dalle sue parole e dal suo rifiuto di dichiararsi sconfitto e hanno preso d’assalto il Campidoglio di Washington.

Con l’inizio della stagione delle primarie in Iowa, il voto di novembre si avvicina. E allo stesso tempo aumentano le domande. I due favoriti per la nomination (Biden e Trump) sono anziani: arriveranno al grande giorno in buona salute? Che impatto avranno sulle urne le sfide legali?

La prossima stagione elettorale promette di essere agguerrita: e potenzialmente pericolosa. Mettetevi comodi: inizia lo spettacolo.

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Le elezioni dei giorni scorsi a Taiwan e quelle in arrivo a fine anno negli Stati Uniti hanno una cosa in comune: entrambe potrebbero plasmare il corso della Storia in modo mai visto prima. Entrambe infatti portano con sé conseguenze che, potenzialmente, potrebbero fare da spartiacque: tanto da definire un’epoca pre-2024 e una post.

Taiwan si trova a un bivio critico non per sua volontà, ma perché il presidente cinese Xi Jinping ha trasformato l’isola in un banco di prova fondamentale nel suo disegno di elevare la Cina allo status di superpotenza indiscussa. Lo dimostra il fatto che nel suo messaggio di capodanno ha insistito sul fatto che la riunificazione fra Pechino e Taipei dopo più di settant’anni è una "inevitabilità storica".

William Lai, neo-eletto presidente taiwanese, ha di fronte a sé una situazione delicata. Nei prossimi mesi Xi insisterà sul fatto che, eleggendo Lai, Taiwan ha scelto la strada della rottura definitiva. Ma davvero il leader cinese rischierà tutto in un’azione di forza contro Taiwan? Il fatto che gli Stati Uniti, con un voto importantissimo in calendario, abbiano tanta influenza in questa area del mondo, aggiunge incertezza al tutto.

Per questo, come la caduta del muro di Berlino ha segnato la conclusione dell’impero sovietico e ha avviato il declino dell’Unione Sovietica, l’esito delle elezioni di Taiwan ha il potenziale di innescare conseguenze di vasta portata: nessuno può escludere che si arrivi a un conflitto militare tra Cina e gli Stati Uniti, o che sia l’inizio del declino del partito comunista cinese. La Storia ha dimostrato che eventi imprevisti o accidentali possono catalizzare cambiamenti profondi: come accadde in quella notte di novembre 1989, un annuncio sbagliato del portavoce del governo della Germania est Gunter Schabowski che i valichi di frontiera si sarebbero aperti con effetto "immediato, senza ritardo”, ha attirato migliaia di berlinesi al muro, rendendolo infine un punto di svolta storico che, in pochi anni, ha portato al crollo dell’intero sistema e della macchina del partito controllata da Mosca.

Nel frattempo, negli Stati Uniti, la prospettiva di una rivincita tra Trump e Biden è vista da molti come una battaglia cosmica tra il Bene e il Male. Con i social media che amplificano i sentimenti, uno scontro acceso tra i sostenitori delle due parti appare inevitabile: ad alimentarlo saranno le preoccupazioni riguardanti la tenuta della democrazia americana dopo gli eventi del 6 gennaio 2021 da una parte e le accuse di furto nelle precedenti elezioni dall’altra.

A leggere i social media, fra i sostenitori di Trump (o una parte di loro) c’è la crescente convinzione che lo scontro non riguarderà solo le elezioni, ma un “nuovo ordine mondiale”. Secondo questa narrazione, la battaglia in corso mira a contrastare una presunta élite globalista di sinistra che starebbe tramando di togliere libertà, confiscare armi e denaro e sottoporre tutti a un sistema di controllo digitale che ricorda “Matrix”.

L’aumento della retorica aggressiva da parte di una minoranza causa in America una diffusa preoccupazione, soprattutto alla luce della forza che i sondaggi pre-elettorali attribuiscono a Trump. Molti, fra i sostenitori dell’ex presidente, sono certi che a bloccare il ritorno alla Casa Bianca del loro candidato saranno i tribunali: gli stessi che – è la loro visione – hanno ufficializzato la falsa vittoria di Biden e alimentato una “caccia alle streghe” fatta di accuse di corruzione, falso in bilancio e molestie.

A oggi, la campagna di Trump ha fatto pochi passi per dissociarsi dal linguaggio infiammatorio di alcuni dei suoi sostenitori. E il candidato non ha fatto nessun appello per calmare le acque, nonostante abbia ben presente ciò che è accaduto il 6 gennaio 2021, quando migliaia di persone si sono sentite incoraggiate dalle sue parole e dal suo rifiuto di dichiararsi sconfitto e hanno preso d’assalto il Campidoglio di Washington.

Con l’inizio della stagione delle primarie in Iowa, il voto di novembre si avvicina. E allo stesso tempo aumentano le domande. I due favoriti per la nomination (Biden e Trump) sono anziani: arriveranno al grande giorno in buona salute? Che impatto avranno sulle urne le sfide legali?

La prossima stagione elettorale promette di essere agguerrita: e potenzialmente pericolosa. Mettetevi comodi: inizia lo spettacolo.

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Manicheismo elettorale. Da Taiwan il cerino passa negli Usa

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15.01.2024

Le elezioni dei giorni scorsi a Taiwan e quelle in arrivo a fine anno negli Stati Uniti hanno una cosa in comune: entrambe potrebbero plasmare il corso della Storia in modo mai visto prima. Entrambe infatti portano con sé conseguenze che, potenzialmente, potrebbero fare da spartiacque: tanto da definire un’epoca pre-2024 e una post.

Taiwan si trova a un bivio critico non per sua volontà, ma perché il presidente cinese Xi Jinping ha trasformato l’isola in un banco di prova fondamentale nel suo disegno di elevare la Cina allo status di superpotenza indiscussa. Lo dimostra il fatto che nel suo messaggio di capodanno ha insistito sul fatto che la riunificazione fra Pechino e Taipei dopo più di settant’anni è una "inevitabilità storica".

William Lai, neo-eletto presidente taiwanese, ha di fronte a sé una situazione delicata. Nei prossimi mesi Xi insisterà sul fatto che, eleggendo Lai, Taiwan ha scelto la strada della rottura definitiva. Ma davvero il leader cinese rischierà tutto in un’azione di forza contro Taiwan? Il fatto che gli Stati Uniti, con un voto importantissimo in calendario, abbiano tanta influenza in questa area del mondo, aggiunge incertezza al tutto.

Per questo, come la caduta del muro di Berlino ha segnato la conclusione dell’impero sovietico e ha avviato il declino dell’Unione Sovietica, l’esito delle elezioni di Taiwan ha il potenziale di innescare conseguenze di vasta portata: nessuno può escludere che si arrivi a un conflitto militare tra Cina e gli Stati Uniti, o che sia l’inizio del declino del partito comunista cinese. La Storia ha dimostrato che eventi imprevisti o accidentali possono catalizzare cambiamenti profondi: come accadde in quella notte di novembre 1989, un annuncio sbagliato del portavoce del governo della Germania est Gunter Schabowski che i valichi di frontiera si sarebbero aperti con effetto "immediato, senza ritardo”, ha attirato migliaia di berlinesi al muro, rendendolo infine un punto di svolta storico che, in pochi anni, ha portato al crollo dell’intero sistema e della macchina del partito controllata da Mosca.

Nel frattempo, negli Stati Uniti, la prospettiva di una rivincita tra Trump e Biden è vista da molti come una battaglia cosmica tra il Bene e il Male. Con i social media che........

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