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Six seven e il linguaggio del non detto: cosa ci dicono davvero gli adolescenti con i loro trend

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15.12.2025

Ogni volta che nasce un nuovo trend tra gli adolescenti, la prima reazione degli adulti è chiedere: ma cosa vuol dire? Eppure, sempre più spesso, la risposta è semplice e spiazzante: non deve voler dire nulla.

Six seven è uno di quei codici che circolano sui social senza un significato preciso e che, proprio per questo, diventano virali. A volte indica un “così così”, altre è solo un suono, un intercalare, un modo per esserci senza esporsi. Non è una parola da dizionario, è un segnale di presenza. Un modo per dire: io sono qui, anche se non so bene cosa dire.

Non è un caso isolato. Prima di six seven, tra i giovanissimi è esploso Skibidi Boppy: un vero e proprio tormentone ripetuto ossessivamente nei video, nei commenti, nelle chat, spesso senza alcun contesto. Una formula sonora che si infilava ovunque, diventando riconoscibile, familiare, quasi ipnotica. Non importava cosa significasse, importava riconoscerla. E usarla.

Dal punto di vista di chi osserva i trend digitali, il meccanismo è chiaro. Oltre il 90% degli adolescenti è connesso ogni giorno e passa online diverse ore, soprattutto su TikTok e Instagram. In questo flusso continuo e sovraffollato di contenuti, il non-senso diventa uno spazio sicuro. Un luogo in cui si può partecipare senza esporsi troppo.

I cosiddetti brain rot — meme assurdi, frasi scollegate, tormentoni ripetuti — non sono solo ironia. Spesso sono una forma di protezione. Dire poco, o dire “niente”, permette di stare nel gruppo senza doversi........

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