Trasformazione digitale nelle Pmi. E se fosse una gavetta 5.0?
(a cura di Michele Ghibellini, presidente del Gruppo Giovani Confimi Industria)
Le piccole e medie imprese italiane sono perlopiù industrie a conduzione familiare. Nonni, padri e madri, zii e famiglie allargate che si succedono, con il passare degli anni, sulle poltrone dei board.
Intere generazioni di imprenditori che hanno prima contribuito a creare l’eccellenza dei prodotti made in Italy e che oggi proseguono nel tramandare l’arte del saper fare ancorati, però, a un modo di lavorare che li rassicura anche se forse non più competitivo.
Chi ha la fortuna, e l’onere, di lavorare in un’impresa di famiglia sa che il passaggio generazionale non è semplice perché spesso vede i “nuovi” entrati, sempre under trentacinque, dover aspettare la mezza età per potersi accomodare nella stanza dei bottoni.
Ma ad abbattere gli ultimi ostacoli del passaggio di consegne generazionale potrebbe essere proprio la necessità di innovare digitalmente.
Laddove è possibile, meno consulenza esterna o nuove assunzioni specializzate per puntare invece sull’ultima generazione entrata in azienda e trovare quindi la soluzione in casa.
Chiamiamola “gavetta 5.0” oppure maturità digitale: più che trasformazione digitale si potrebbe parlare di rivoluzione del pensiero aziendale che lascia spazio alle nuove generazioni. Non è infatti necessario ripartire da zero per avviare un cambiamento, ma la necessità di mettersi in linea con le richieste di innovazione potrebbe essere l’innesco per diventare competitivi, accrescere la cultura imprenditoriale e formare i nuovi imprenditori facendoli partecipare alla crescita.
Per transizione digitale si intende un insieme di misure tecnologiche di........
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