È noto che nel 2015 l’Assemblea generale dell’Onu con una risoluzione ha dedicato la data dell’11 febbraio per affermare il ruolo fondamentale delle donne nelle scienze per il progresso. A tal fine si sono poi mobilitate l'ente Onu per l'Uguaglianza di genere e l'empowerment femminile (UN Women) , l'Unesco e molti altri enti internazionali e nazionali. In termini generali lo scopo è promuovere un accesso pieno e paritario alla partecipazione alle scienze per le donne. Queste istanze si trovano anche in vari obiettivi piu generali dell'Agenda 2030 dell’Onu per lo Sviluppo sostenibile (SDG) nel contesto della promozione delle parità di genere nello sviluppo umano.

Dalla Accademia dei Lincei alla Cultura dell’Umanità

Da vari anni richiamo questa importante ricorrenza, seguendo una traccia su personalità e iniziative che con diverse sfaccettature si possono ricondurre anche alla Accademia Nazionale dei Lincei o a enti accademici internazionali che operano in Italia. Con riferimento all'Accademia ho riflettuto spesso su Lincee che hanno coniugato la loro “italianità” con un “cosmopolitismo” del dialogo, la loro “scienza” con una cultura più ampia del “sapere”, la consapevolezza del periodo storico in cui vivevano guardando al presente ma con un orizzonte di progresso. Rifletto di nuovo su alcune donne non tanto considerando la loro pur eccellente competenza, ma piuttosto come esse, in diversi periodi della storia lincea, abbiano avuto una visione ed una azione ampia senza comprimere la propria scienza in un assoluto e la propria italianità come nazionalista. In questa riflessione introdurrò alcune valutazioni specifiche. Una è sulla collaborazione scientifica e istituzionale tra scienziati e scienziate, l’altra è sulla interdisciplinarietà, la terza sulle scienze e sulle scienziate per e nel Sud Globale.

I Lincei nel Risorgimento

Ersilia Caetani Lovatelli (1840-1925) fu archeologa e socia lincea nel 1879. Siamo nel Risorgimento e Quintino Sella, rifondatore dell'Accademia dei Lincei nel 1873, la volle tra i primi soci perché stimava molto la sua cultura cosmopolita (si ricordi che Sella era poliglotta e soggiornò in vari Paesi europei) che dava anche forza emblematica ai Lincei in un periodo e in un contesto in cui la presenza femminile, in una Accademia esplicitamente laica, appariva anomala. La nobiltà romana era infatti prevalentemente ostile al Risorgimento, mentre la lincea Lovatelli era liberale e di famiglia patrizia. Il suo ceto non le impedì di caratterizzare al femminile la natura risorgimentale dei Lincei. È noto inoltre che Sella voleva trasformare Roma in una "capitale della scienza" e i Lincei come espressione di tale progetto. Questo fu l’intendimento che nel 1871 Sella espresse a Theodor Mommsen che divenne socio straniero linceo nel 1876 e Nobel per la letteratura nel 1902. Ersilia Caetani Lovatelli vide formarsi e contribuì a questo cosmopolitismo “romano” sia perché già nel 1864, per iniziativa di Theodor Mommsen, Wilhelm Henzen ed Eduard Gerhard, fu nominata membro onorario dell'Istituto di corrispondenza archeologica di Roma, sia perché ella ebbe frequentazioni culturali con Sella, Mommsen e altre personalità di cultura non poche delle quali divennero Lincei. La tensione civilizzatrice dei Lincei, oltre la scienza e la cultura, è ben espresso anche dal presidente della classe di scienze morali e vice presidente dei Lincei che affiancò Sella. Si tratta di Terenzio Mamiani della Rovere, attivista risorgimentale lungamente esule che tra i vari meriti ebbe anche quello di essere fautore dell’emancipazione civile delle donne, degli ebrei e di altri ceti discriminati, esprimendo in ciò anche il suo cattolicesimo liberale. Uomini e donne dei Lincei per il progresso umano.

I Lincei dal Mezzogiorno alla Ricostruzione e alla Repubblica

Maria Bakunin (1873 -1960), figlia del filosofo rivoluzionario russo Michail Bakunin e nipote di Ksawery Vasilevič Kwiatkowski, crebbe a Napoli dove la famiglia era arrivata peregrinando in Europa. Qui studiò diventando professoressa di chimica all'Università di Napoli dal 1909 e socia lincea nel 1947. Prima donna lincea in questa materia, Bakunin fu molto stimata da personalità che contribuirono alle Istituzioni democratiche e allo sviluppo dell’Italia. Nel 1914 Francesco Saverio Nitti, un grande democratico liberale e radicale (e nel ventennio esule antifascista), piu volte ministro ed anche presidente del Consiglio dei ministri a cavallo tra il 1919 e il 1920, impegnato per lo sviluppo del Mezzogiorno, le affidò un compito di grande impegno. Esaminare la formazione professionale in Belgio e in Svizzera per configurare quella in Italia. Per Bakunin la scuola era “il vero granaio” dello sviluppo italiano purchè fossero dati mezzi e docenti adeguati. Istruzione e lavoro dovevano andare di pari passo. Nel 1944 Benedetto Croce, grande filosofo liberale e antifascista, rifondatore dei Lincei repubblicani e co-fondatore della nostra Repubblica, volle Bakunin alla Presidenza della Accademia Pontaniana di Napoli per ripristinarla dopo gli sconvolgimenti bellici. Bakunin fu affiancata da un comitato composto da sette insigni professori universitari. Rimase presidente fino al 1949 operando anche nell'Università di Napoli dove diede un formidabile contributo allo sviluppo delle scienze chimiche riuscendo anche a convogliare apparecchiature importanti con i contributi del Piano Marshall. Maria Bakunin ebbe anche una “discendenza” scientifica e di impegno per lo sviluppo con un suo allievo, Francesco Giordani (1896-1961). Questo è un esempio paradigmatico di come la collaborazione tra scienziati e scienziate sia importante per un progresso non contrappositivo. Giordani fu una personalità della scienza, per la politica della scienza e per lo sviluppo dell’Italia in Europa, anche con riferimento al Mezzogiorno. Presidente dei Lincei dal 1958 al 1961, ebbe ruoli cruciali nella ricostruzione postbellica.

Una Nobel italiana per le donne africane

Rita Levi Montalcini (1909-2012) è una personalità lincea (dal 1976) che dal passato e dal presente porta al futuro. La sua storia è molto nota, anch’io ne ho scritto di frequente, ma è bene richiamarne alcuni tratti perché la memoria è sempre essenziale. Levi Montalcini (allieva di Giuseppe Levi, poi collaboratrice per decenni negli Usa di Viktor Hamburger) fu una straordinaria personalità ebrea e italiana perseguitata che dedicò la sua vita a tre missioni per il progresso umano: quella della scienza; quella delle donne; quella delle istituzioni. Le riprendo in parte qui anche se non tratterò del suo ruolo nella scienza che le valse il Nobel per la medicina nel 1986. Ricordo solo che Levi Montalcini si sentiva ebrea italiana e per questo riorno in Italia dagli Usa per radicare qui la sua scienza e la sua vita. Il presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi nel 2001 la nominò senatrice con la motivazione: "per aver illustrato la Patria con altissimi meriti nel campo scientifico e sociale". In una cerimonia per il conferimento delle onorificenze a donne distintesi nella cultura, nella scienza e nel sociale, Ciampi esordì "ricordando le parole di una grande italiana, Rita Levi Montalcini" citando quindi una sua frase simbolica: “Non ho dubbi, l'emancipazione femminile è sicuramente uno dei risultati più belli del '900. Proprio il maggior peso sociale conquistato dalle donne è stato uno dei più importanti fattori di progresso dell'ultimo secolo, ma è anche una delle più grandi speranze per un futuro di pace e di equità”. Rita Levi Montalcini varò anche una Fondazione per le donne dell’Africa che motivò così: "Sono pervenuta a tale decisione in base all’esigenza di far fronte a una delle maggiori problematiche che gravano sulle popolazioni dell’Africa, che consiste nel mancato accesso all’istruzione per la quasi totalità delle appartenenti al sesso femminile. Certo si tratta di una goccia nel mare... ma sono convinta che aiutando le donne nel raggiungimento di questo diritto, si possa guardare alla libertà di crescita e di sviluppo degli individui della propria società di appartenenza e di quella globale".

L’Italia per la scienze e per il Sud Globale: Ictp e Twas

Mohamed H.A. Hassan personalità scientifica ed istituzionale di rilievo, direttore prima e presidente poi della Twas (The World Academy of Sciences for the advancement of science in developing countries) fondata nel 1983 con sede a Trieste nel suo "In memoriam di Rita Levi Montalcini: una ricercatrice illuminata e per molti anni una fautrice impegnata di Twas", ha scritto: "Rita Levi Montalcini è stata una delle persone più straordinarie che ho avuto il grande privilegio di conoscere. Aveva una profonda sensibilità per la difficile situazione degli scienziati nei Paesi del mondo con risorse limitate. Ricordo la sua felicità quando nel 1992 fu eletta socio del Twas come riconoscimento non solo per i suoi risultati scientifici, ma anche per aver servito la causa della scienza nei Paesi in via di sviluppo". Levi Montalcini è italiana, Hassan è sudanese arrivato a Trieste per studiare fisica con il oakistano Abdus Salam che fu il cofondatore nel 1964 e per molti anni il direttore dell'International Centre for Theoretical Physics (Ictp) di Trieste. Premio Nobel per la Fisica nel 1979 nonché Linceo, Abdus Salam da Trieste dimostrò la natura globale della scienza e il suo contributo per la comprensione tra diverse culture che trova nello Ictp un caso paradigmatico dell'apertura internazionale dell’Italia.

Le scienziate del Sud Globale (Owsd) e l'Italia

Per la ricorrenza dell’11 febbraio bisogna anche ricordare che dal 1987 a Trieste vi è anche la Owsd (Organization for Women in Science for the Developing World). È un “Progetto Unesco” di cui fanno parte adesso circa 10.000 scienziate localizzate in circa 150 Stati del Sud Globale. Lo scopo di Owsd è la promozione delle donne nelle scienze anche per una mobilità Sud-Sud, Sud-Nord e ritorno. Investe direttamente sulle donne indirizzandole e finanziandole presso enti di formazione e poi orientandole verso le successive professioni. Anche Owsd ha rapporti importanti con scienziate e scienziati italiani, dei Lincei e non. Nell'Assemblea Generale di Owsd del 2021 hanno tenuto relazioni sia scienziate apicali in istituzioni italiane - come Maria Chiara Carozza (presidente del Cnr) e Maria Cristina Messa (al tempo ministro delle Università e della Ricerca) sia scienziate lincee in contesti internazionali e cioè Fabiola Gianotti (prima donna direttore generale del Cern) e Bina Agarwal (vincitrice del Premio Balzan per gli Studi di Genere e promotrice di riforme a favore delle donne in India).

Dalle scienze all’ economia per lo sviluppo

Anch’io tenni una relazione all'Assemblea e poi con Bina Agarwal, Amartya Sen (Linceo, premio Nobel per l’economia, indiano), Jennifer Thomson (presidente di Owsd, sudafricana), Floriana Cerniglia (direttrice di un Centro della Cattolica, italiana), Ragupathy Venkatachalam (direttore di un Centro University College di Londra, indiano) abbiamo promosso la “Special Issue” di una rivista internazionale, in prevalenza di economica politica ma anche interdisciplinare, su "Women, Pandemics and the Global South". Sulle scienziate e lo sviluppo ritorneremo nell’autunno del 2024 consapevoli che ai Lincei l’attenzione nelle sue due classi (Scienze Naturali e Scienze Umanistiche) è in accentuazione. La storia lincea aiuta e forse lo stesso governo italiano potrebbe sostenere questo impegno per il progresso delle scienziate e per la collaborazione Nord-Sud del mondo. Levi Montalcini credo apprezzerebbe questa iniziativa.

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È noto che nel 2015 l’Assemblea generale dell’Onu con una risoluzione ha dedicato la data dell’11 febbraio per affermare il ruolo fondamentale delle donne nelle scienze per il progresso. A tal fine si sono poi mobilitate l'ente Onu per l'Uguaglianza di genere e l'empowerment femminile (UN Women) , l'Unesco e molti altri enti internazionali e nazionali. In termini generali lo scopo è promuovere un accesso pieno e paritario alla partecipazione alle scienze per le donne. Queste istanze si trovano anche in vari obiettivi piu generali dell'Agenda 2030 dell’Onu per lo Sviluppo sostenibile (SDG) nel contesto della promozione delle parità di genere nello sviluppo umano.

Dalla Accademia dei Lincei alla Cultura dell’Umanità

Da vari anni richiamo questa importante ricorrenza, seguendo una traccia su personalità e iniziative che con diverse sfaccettature si possono ricondurre anche alla Accademia Nazionale dei Lincei o a enti accademici internazionali che operano in Italia. Con riferimento all'Accademia ho riflettuto spesso su Lincee che hanno coniugato la loro “italianità” con un “cosmopolitismo” del dialogo, la loro “scienza” con una cultura più ampia del “sapere”, la consapevolezza del periodo storico in cui vivevano guardando al presente ma con un orizzonte di progresso. Rifletto di nuovo su alcune donne non tanto considerando la loro pur eccellente competenza, ma piuttosto come esse, in diversi periodi della storia lincea, abbiano avuto una visione ed una azione ampia senza comprimere la propria scienza in un assoluto e la propria italianità come nazionalista. In questa riflessione introdurrò alcune valutazioni specifiche. Una è sulla collaborazione scientifica e istituzionale tra scienziati e scienziate, l’altra è sulla interdisciplinarietà, la terza sulle scienze e sulle scienziate per e nel Sud Globale.

I Lincei nel Risorgimento

Ersilia Caetani Lovatelli (1840-1925) fu archeologa e socia lincea nel 1879. Siamo nel Risorgimento e Quintino Sella, rifondatore dell'Accademia dei Lincei nel 1873, la volle tra i primi soci perché stimava molto la sua cultura cosmopolita (si ricordi che Sella era poliglotta e soggiornò in vari Paesi europei) che dava anche forza emblematica ai Lincei in un periodo e in un contesto in cui la presenza femminile, in una Accademia esplicitamente laica, appariva anomala. La nobiltà romana era infatti prevalentemente ostile al Risorgimento, mentre la lincea Lovatelli era liberale e di famiglia patrizia. Il suo ceto non le impedì di caratterizzare al femminile la natura risorgimentale dei Lincei. È noto inoltre che Sella voleva trasformare Roma in una "capitale della scienza" e i Lincei come espressione di tale progetto. Questo fu l’intendimento che nel 1871 Sella espresse a Theodor Mommsen che divenne socio straniero linceo nel 1876 e Nobel per la letteratura nel 1902. Ersilia Caetani Lovatelli vide formarsi e contribuì a questo cosmopolitismo “romano” sia perché già nel 1864, per iniziativa di Theodor Mommsen, Wilhelm Henzen ed Eduard Gerhard, fu nominata membro onorario dell'Istituto di corrispondenza archeologica di Roma, sia perché ella ebbe frequentazioni culturali con Sella, Mommsen e altre personalità di cultura non poche delle quali divennero Lincei. La tensione civilizzatrice dei Lincei, oltre la scienza e la cultura, è ben espresso anche dal presidente della classe di scienze morali e vice presidente dei Lincei che affiancò Sella. Si tratta di Terenzio Mamiani della Rovere, attivista risorgimentale lungamente esule che tra i vari meriti ebbe anche quello di essere fautore dell’emancipazione civile delle donne, degli ebrei e di altri ceti discriminati, esprimendo in ciò anche il suo cattolicesimo liberale. Uomini e donne dei Lincei per il progresso umano.

I Lincei dal Mezzogiorno alla Ricostruzione e alla Repubblica

Maria Bakunin (1873 -1960), figlia del filosofo rivoluzionario russo Michail Bakunin e nipote di Ksawery Vasilevič Kwiatkowski, crebbe a Napoli dove la famiglia era arrivata peregrinando in Europa. Qui studiò diventando professoressa di chimica all'Università di Napoli dal 1909 e socia lincea nel 1947. Prima donna lincea in questa materia, Bakunin fu molto stimata da personalità che contribuirono alle Istituzioni democratiche e allo sviluppo dell’Italia. Nel 1914 Francesco Saverio Nitti, un grande democratico liberale e radicale (e nel ventennio esule antifascista), piu volte ministro ed anche presidente del Consiglio dei ministri a cavallo tra il 1919 e il 1920, impegnato per lo sviluppo del Mezzogiorno, le affidò un compito di grande impegno. Esaminare la formazione professionale in Belgio e in Svizzera per configurare quella in Italia. Per Bakunin la scuola era “il vero granaio” dello sviluppo italiano purchè fossero dati mezzi e docenti adeguati. Istruzione e lavoro dovevano andare di pari passo. Nel 1944 Benedetto Croce, grande filosofo liberale e antifascista, rifondatore dei Lincei repubblicani e co-fondatore della nostra Repubblica, volle Bakunin alla Presidenza della Accademia Pontaniana di Napoli per ripristinarla dopo gli sconvolgimenti bellici. Bakunin fu affiancata da un comitato composto da sette insigni professori universitari. Rimase presidente fino al 1949 operando anche nell'Università di Napoli dove diede un formidabile contributo allo sviluppo delle scienze chimiche riuscendo anche a convogliare apparecchiature importanti con i contributi del Piano Marshall. Maria Bakunin ebbe anche una “discendenza” scientifica e di impegno per lo sviluppo con un suo allievo, Francesco Giordani (1896-1961). Questo è un esempio paradigmatico di come la collaborazione tra scienziati e scienziate sia importante per un progresso non contrappositivo. Giordani fu una personalità della scienza, per la politica della scienza e per lo sviluppo dell’Italia in Europa, anche con riferimento al Mezzogiorno. Presidente dei Lincei dal 1958 al 1961, ebbe ruoli cruciali nella ricostruzione postbellica.

Una Nobel italiana per le donne africane

Rita Levi Montalcini (1909-2012) è una personalità lincea (dal 1976) che dal passato e dal presente porta al futuro. La sua storia è molto nota, anch’io ne ho scritto di frequente, ma è bene richiamarne alcuni tratti perché la memoria è sempre essenziale. Levi Montalcini (allieva di Giuseppe Levi, poi collaboratrice per decenni negli Usa di Viktor Hamburger) fu una straordinaria personalità ebrea e italiana perseguitata che dedicò la sua vita a tre missioni per il progresso umano: quella della scienza; quella delle donne; quella delle istituzioni. Le riprendo in parte qui anche se non tratterò del suo ruolo nella scienza che le valse il Nobel per la medicina nel 1986. Ricordo solo che Levi Montalcini si sentiva ebrea italiana e per questo riorno in Italia dagli Usa per radicare qui la sua scienza e la sua vita. Il presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi nel 2001 la nominò senatrice con la motivazione: "per aver illustrato la Patria con altissimi meriti nel campo scientifico e sociale". In una cerimonia per il conferimento delle onorificenze a donne distintesi nella cultura, nella scienza e nel sociale, Ciampi esordì "ricordando le parole di una grande italiana, Rita Levi Montalcini" citando quindi una sua frase simbolica: “Non ho dubbi, l'emancipazione femminile è sicuramente uno dei risultati più belli del '900. Proprio il maggior peso sociale conquistato dalle donne è stato uno dei più importanti fattori di progresso dell'ultimo secolo, ma è anche una delle più grandi speranze per un futuro di pace e di equità”. Rita Levi Montalcini varò anche una Fondazione per le donne dell’Africa che motivò così: "Sono pervenuta a tale decisione in base all’esigenza di far fronte a una delle maggiori problematiche che gravano sulle popolazioni dell’Africa, che consiste nel mancato accesso all’istruzione per la quasi totalità delle appartenenti al sesso femminile. Certo si tratta di una goccia nel mare... ma sono convinta che aiutando le donne nel raggiungimento di questo diritto, si possa guardare alla libertà di crescita e di sviluppo degli individui della propria società di appartenenza e di quella globale".

L’Italia per la scienze e per il Sud Globale: Ictp e Twas

Mohamed H.A. Hassan personalità scientifica ed istituzionale di rilievo, direttore prima e presidente poi della Twas (The World Academy of Sciences for the advancement of science in developing countries) fondata nel 1983 con sede a Trieste nel suo "In memoriam di Rita Levi Montalcini: una ricercatrice illuminata e per molti anni una fautrice impegnata di Twas", ha scritto: "Rita Levi Montalcini è stata una delle persone più straordinarie che ho avuto il grande privilegio di conoscere. Aveva una profonda sensibilità per la difficile situazione degli scienziati nei Paesi del mondo con risorse limitate. Ricordo la sua felicità quando nel 1992 fu eletta socio del Twas come riconoscimento non solo per i suoi risultati scientifici, ma anche per aver servito la causa della scienza nei Paesi in via di sviluppo". Levi Montalcini è italiana, Hassan è sudanese arrivato a Trieste per studiare fisica con il oakistano Abdus Salam che fu il cofondatore nel 1964 e per molti anni il direttore dell'International Centre for Theoretical Physics (Ictp) di Trieste. Premio Nobel per la Fisica nel 1979 nonché Linceo, Abdus Salam da Trieste dimostrò la natura globale della scienza e il suo contributo per la comprensione tra diverse culture che trova nello Ictp un caso paradigmatico dell'apertura internazionale dell’Italia.

Le scienziate del Sud Globale (Owsd) e l'Italia

Per la ricorrenza dell’11 febbraio bisogna anche ricordare che dal 1987 a Trieste vi è anche la Owsd (Organization for Women in Science for the Developing World). È un “Progetto Unesco” di cui fanno parte adesso circa 10.000 scienziate localizzate in circa 150 Stati del Sud Globale. Lo scopo di Owsd è la promozione delle donne nelle scienze anche per una mobilità Sud-Sud, Sud-Nord e ritorno. Investe direttamente sulle donne indirizzandole e finanziandole presso enti di formazione e poi orientandole verso le successive professioni. Anche Owsd ha rapporti importanti con scienziate e scienziati italiani, dei Lincei e non. Nell'Assemblea Generale di Owsd del 2021 hanno tenuto relazioni sia scienziate apicali in istituzioni italiane - come Maria Chiara Carozza (presidente del Cnr) e Maria Cristina Messa (al tempo ministro delle Università e della Ricerca) sia scienziate lincee in contesti internazionali e cioè Fabiola Gianotti (prima donna direttore generale del Cern) e Bina Agarwal (vincitrice del Premio Balzan per gli Studi di Genere e promotrice di riforme a favore delle donne in India).

Dalle scienze all’ economia per lo sviluppo

Anch’io tenni una relazione all'Assemblea e poi con Bina Agarwal, Amartya Sen (Linceo, premio Nobel per l’economia, indiano), Jennifer Thomson (presidente di Owsd, sudafricana), Floriana Cerniglia (direttrice di un Centro della Cattolica, italiana), Ragupathy Venkatachalam (direttore di un Centro University College di Londra, indiano) abbiamo promosso la “Special Issue” di una rivista internazionale, in prevalenza di economica politica ma anche interdisciplinare, su "Women, Pandemics and the Global South". Sulle scienziate e lo sviluppo ritorneremo nell’autunno del 2024 consapevoli che ai Lincei l’attenzione nelle sue due classi (Scienze Naturali e Scienze Umanistiche) è in accentuazione. La storia lincea aiuta e forse lo stesso governo italiano potrebbe sostenere questo impegno per il progresso delle scienziate e per la collaborazione Nord-Sud del mondo. Levi Montalcini credo apprezzerebbe questa iniziativa.

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Giornata delle donne nella scienza. Sostenere il progresso delle scienziate e la collaborazione fra nord e sud del mondo

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11.02.2024

È noto che nel 2015 l’Assemblea generale dell’Onu con una risoluzione ha dedicato la data dell’11 febbraio per affermare il ruolo fondamentale delle donne nelle scienze per il progresso. A tal fine si sono poi mobilitate l'ente Onu per l'Uguaglianza di genere e l'empowerment femminile (UN Women) , l'Unesco e molti altri enti internazionali e nazionali. In termini generali lo scopo è promuovere un accesso pieno e paritario alla partecipazione alle scienze per le donne. Queste istanze si trovano anche in vari obiettivi piu generali dell'Agenda 2030 dell’Onu per lo Sviluppo sostenibile (SDG) nel contesto della promozione delle parità di genere nello sviluppo umano.

Dalla Accademia dei Lincei alla Cultura dell’Umanità

Da vari anni richiamo questa importante ricorrenza, seguendo una traccia su personalità e iniziative che con diverse sfaccettature si possono ricondurre anche alla Accademia Nazionale dei Lincei o a enti accademici internazionali che operano in Italia. Con riferimento all'Accademia ho riflettuto spesso su Lincee che hanno coniugato la loro “italianità” con un “cosmopolitismo” del dialogo, la loro “scienza” con una cultura più ampia del “sapere”, la consapevolezza del periodo storico in cui vivevano guardando al presente ma con un orizzonte di progresso. Rifletto di nuovo su alcune donne non tanto considerando la loro pur eccellente competenza, ma piuttosto come esse, in diversi periodi della storia lincea, abbiano avuto una visione ed una azione ampia senza comprimere la propria scienza in un assoluto e la propria italianità come nazionalista. In questa riflessione introdurrò alcune valutazioni specifiche. Una è sulla collaborazione scientifica e istituzionale tra scienziati e scienziate, l’altra è sulla interdisciplinarietà, la terza sulle scienze e sulle scienziate per e nel Sud Globale.

I Lincei nel Risorgimento

Ersilia Caetani Lovatelli (1840-1925) fu archeologa e socia lincea nel 1879. Siamo nel Risorgimento e Quintino Sella, rifondatore dell'Accademia dei Lincei nel 1873, la volle tra i primi soci perché stimava molto la sua cultura cosmopolita (si ricordi che Sella era poliglotta e soggiornò in vari Paesi europei) che dava anche forza emblematica ai Lincei in un periodo e in un contesto in cui la presenza femminile, in una Accademia esplicitamente laica, appariva anomala. La nobiltà romana era infatti prevalentemente ostile al Risorgimento, mentre la lincea Lovatelli era liberale e di famiglia patrizia. Il suo ceto non le impedì di caratterizzare al femminile la natura risorgimentale dei Lincei. È noto inoltre che Sella voleva trasformare Roma in una "capitale della scienza" e i Lincei come espressione di tale progetto. Questo fu l’intendimento che nel 1871 Sella espresse a Theodor Mommsen che divenne socio straniero linceo nel 1876 e Nobel per la letteratura nel 1902. Ersilia Caetani Lovatelli vide formarsi e contribuì a questo cosmopolitismo “romano” sia perché già nel 1864, per iniziativa di Theodor Mommsen, Wilhelm Henzen ed Eduard Gerhard, fu nominata membro onorario dell'Istituto di corrispondenza archeologica di Roma, sia perché ella ebbe frequentazioni culturali con Sella, Mommsen e altre personalità di cultura non poche delle quali divennero Lincei. La tensione civilizzatrice dei Lincei, oltre la scienza e la cultura, è ben espresso anche dal presidente della classe di scienze morali e vice presidente dei Lincei che affiancò Sella. Si tratta di Terenzio Mamiani della Rovere, attivista risorgimentale lungamente esule che tra i vari meriti ebbe anche quello di essere fautore dell’emancipazione civile delle donne, degli ebrei e di altri ceti discriminati, esprimendo in ciò anche il suo cattolicesimo liberale. Uomini e donne dei Lincei per il progresso umano.

I Lincei dal Mezzogiorno alla Ricostruzione e alla Repubblica

Maria Bakunin (1873 -1960), figlia del filosofo rivoluzionario russo Michail Bakunin e nipote di Ksawery Vasilevič Kwiatkowski, crebbe a Napoli dove la famiglia era arrivata peregrinando in Europa. Qui studiò diventando professoressa di chimica all'Università di Napoli dal 1909 e socia lincea nel 1947. Prima donna lincea in questa materia, Bakunin fu molto stimata da personalità che contribuirono alle Istituzioni democratiche e allo sviluppo dell’Italia. Nel 1914 Francesco Saverio Nitti, un grande democratico liberale e radicale (e nel ventennio esule antifascista), piu volte ministro ed anche presidente del Consiglio dei ministri a cavallo tra il 1919 e il 1920, impegnato per lo sviluppo del Mezzogiorno, le affidò un compito di grande impegno. Esaminare la formazione professionale in Belgio e in Svizzera per configurare quella in Italia. Per Bakunin la scuola era “il vero granaio” dello sviluppo italiano purchè fossero dati mezzi e docenti adeguati. Istruzione e lavoro dovevano andare di pari passo. Nel 1944 Benedetto Croce, grande filosofo liberale e antifascista, rifondatore dei Lincei repubblicani e co-fondatore della nostra Repubblica, volle Bakunin alla Presidenza della Accademia Pontaniana di Napoli per ripristinarla dopo gli sconvolgimenti bellici. Bakunin fu affiancata da un comitato composto da sette insigni professori universitari. Rimase presidente fino al 1949 operando anche nell'Università di Napoli dove diede un formidabile contributo allo sviluppo delle scienze chimiche riuscendo anche a convogliare apparecchiature importanti con i contributi del Piano Marshall. Maria Bakunin ebbe anche una “discendenza” scientifica e di impegno per lo sviluppo con un suo allievo, Francesco Giordani (1896-1961). Questo è un esempio paradigmatico di come la collaborazione tra scienziati e scienziate sia importante per un progresso non contrappositivo. Giordani fu una personalità della scienza, per la politica della scienza e per lo sviluppo dell’Italia in Europa, anche con riferimento al........

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