Ministro, martedì in consiglio dei ministri darete il via libera ai contratti di sanità e istruzione, avviando alla chiusura la tornata contrattuale 2019-21 nel pubblico impiego. Quando inizierà quella per il triennio 22-24, che comunque viaggia con un paio d’anni di ritardo?

«Quando sono arrivato, nell’ottobre del 2022 – dice il ministro della Pubblica amministrazione, Paolo Zangrillo (Forza Italia) – mi sono ritrovato con più di due milioni di lavoratori senza il contratto 2019-21 rinnovato. Mi sono molto impegnato su questo e ora finalmente chiudiamo. E c’è un’altra buona notizia: la legge di Bilancio per il 2024 stanzia 8 miliardi, cioè un terzo di tutte le risorse della manovra per il rinnovo dei contratti 2022-24, un grande messaggio di attenzione verso i nostri dipendenti».

di Gino Pagliuca

Quando partiranno le trattative?

«A inizio del 2024. Ma intanto ci sono già 2 miliardi per l’anticipo sui prossimi rinnovi per i dipendenti dello Stato attraverso l’indennità di vacanza contrattuale potenziata che viene pagata in questo mese. Si tratta, in media, di circa 760 euro lordi annui per dipendente».

I sindacati sostengono che 8 miliardi non bastano e lunedì ci sarà un presidio davanti al ministero.

«Se avessimo dovuto mettere tutti i fondi chiesti dai sindacati, avremmo dovuto stanziare 32 miliardi. Invece, dobbiamo fare un bagno di realtà e prendere atto dei vincoli di bilancio. Con la tornata 2019-21 sono stati dati aumenti medi del 4%. Questa volta saranno del 6%. Lo considero un buon risultato».

Oltre al rinnovo dei contratti ci saranno anche assunzioni?

«Questa è l’altra grande sfida. Nel decennio 2010-20, a causa del blocco del turn over, abbiamo perso 300mila dipendenti pubblici e l’età media è passata da 43 a 50 anni. Ora abbiamo ripreso il processo di reclutamento. Nel 2023 stiamo concludendo un percorso di inserimento per 170mila persone. E una cifra analoga è prevista nel 2024. Questo grazie anche ai nuovi concorsi digitali, che hanno abbattuto la durata media del processo di selezione da 770 a 180 giorni. Il grosso delle assunzioni sarà concentrato nei settori della scuola, della sicurezza e difesa e degli enti locali».

In queste settimane si discute molto di settimana corta lavorativa. Può essere una strada da percorrere anche nella Pa?

«Il tema sta emergendo, ma in forma sperimentale e in alcune realtà produttive di eccellenza. Pensare a un intervento generalizzato non credo sia l’approccio corretto né nel settore privato né in quello pubblico. Questo perché non abbiamo ancora risolto l’atavico problema della bassa produttività. Certamente lavoriamo per migliorare il benessere dei nostri dipendenti, come abbiamo fatto anche con lo smart working, ma parlare di settimana corta nella Pa è assolutamente prematuro».

Che bilancio si può fare sullo smart working nella Pa? E ci sarà con la legge di bilancio la proroga per i lavoratori fragili fino alla fine di marzo?

«Sulla proroga stiamo riflettendo. La mia posizione è che non ci sono più i presupposti che c’erano durante la pandemia. Più in generale, credo che si debba migliorare moltissimo il modo di gestire lo smart working, nel senso che questa è una soluzione percorribile solo se chi ha responsabilità dell’organizzazione del lavoro ne sappia garantire il risultato. E su questo c’è ancora molta strada da fare».

I dirigenti non sono all’altezza?

«Nella nostra Pa c’è una classe di dirigenti con una preparazione tecnica straordinaria. Ma fare il dirigente significa anche avere leadership. Credo ci sia moltissimo da lavorare sul profilo manageriale perché ancora la gestione delle persone non viene considerata come una priorità».

Forse ci vorrebbe più formazione.

«Considero la formazione strategica, come testimonia anche il nuovo polo formativo della Sna, la Scuola nazionale dell’amministrazione, che ho inaugurato venerdì a Reggio Calabria. Valuterò la performance dei dirigenti anche in base a quanta formazione garantiranno. Quando sono arrivato al ministero il tempo medio dedicato dai dipendenti pubblici alla formazione era di nemmeno un giorno all’anno. Adesso, con una mia direttiva, chiediamo che diventino almeno 3».

Torniamo un attimo alla manovra. Il governo ha fatto una parziale marcia indietro sul taglio delle pensioni di medici e altre categorie, ma i sindacati chiedono il ritiro di tutta la norma.

«Con la manovra abbiamo corretto un meccanismo di rivalutazione fortemente sbilanciato per alcune categorie. Poi abbiamo ammorbidito l’intervento per evitare che si trasformasse in un incentivo ad andare in pensione in settori delicati come la sanità. Penso che la soluzione trovata ora sia di buon senso, oltre che giusta. Per ulteriori interventi non mi pare ci sia spazio, visto il contesto».

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16 dic 2023

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Zangrillo: «Contratti, stanziati 8 miliardi. I sindacati ne chiedono 32?Serve un bagno di realtà»

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17.12.2023

Ministro, martedì in consiglio dei ministri darete il via libera ai contratti di sanità e istruzione, avviando alla chiusura la tornata contrattuale 2019-21 nel pubblico impiego. Quando inizierà quella per il triennio 22-24, che comunque viaggia con un paio d’anni di ritardo?

«Quando sono arrivato, nell’ottobre del 2022 – dice il ministro della Pubblica amministrazione, Paolo Zangrillo (Forza Italia) – mi sono ritrovato con più di due milioni di lavoratori senza il contratto 2019-21 rinnovato. Mi sono molto impegnato su questo e ora finalmente chiudiamo. E c’è un’altra buona notizia: la legge di Bilancio per il 2024 stanzia 8 miliardi, cioè un terzo di tutte le risorse della manovra per il rinnovo dei contratti 2022-24, un grande messaggio di attenzione verso i nostri dipendenti».

di Gino Pagliuca

Quando partiranno le trattative?

«A inizio del 2024. Ma intanto ci sono già 2 miliardi per l’anticipo sui prossimi rinnovi per i dipendenti dello Stato attraverso l’indennità di vacanza contrattuale potenziata che viene pagata in questo mese. Si tratta, in media, di circa 760 euro lordi annui per dipendente».

I sindacati sostengono che 8 miliardi non bastano e lunedì ci sarà un presidio davanti al ministero.

«Se avessimo dovuto mettere tutti i fondi chiesti dai sindacati, avremmo dovuto stanziare 32 miliardi. Invece, dobbiamo fare un bagno di realtà e prendere atto dei vincoli di bilancio. Con la tornata 2019-21 sono stati dati aumenti medi del 4%. Questa volta saranno del 6%. Lo considero un buon risultato».

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