Assente la premier, Giorgia Meloni, ancora a casa per l’influenza, il Consiglio dei ministri ha approvato ieri sera una serie di provvedimenti di attuazione della riforma del fisco più il consueto decreto legge Milleprorogheche rinvia una serie di scadenze. La riunione di governo, presieduta dal vicepresidente del Consiglio Antonio Tajani, inizialmente convocata per le 15.30, è cominciata in ritardo perché prima si è tenuto un vertice per sciogliere il nodo dei lavori pendenti col Superbonus del 110%, soluzione finita in un altro decreto legge approvato dallo stesso Consiglio dei ministri. Non c’è stata intesa, invece, sulla miniproroga dello sconto fiscale sul cosiddetto «rientro dei cervelli» esteso agli sportivi, che avrebbe permesso alle società di calcio di godere dell’agevolazione anche sui prossimi acquisti durante il calciomercato invernale. In Consiglio dei ministri c’è stata un’accesa discussione (il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti è stato sempre contrario alla proroga) e alla fine la norma non è passata.

Le parole di Leo

I quattro decreti legislativi approvati ieri sono «molto importanti», secondo il viceministro dell’Economia, Maurizio Leo (FdI) che ha la delega per la riforma del fisco, perché «contribuiranno a semplificare il sistema fiscale, rendendolo più equo e dinamico: una riforma che l’Italia aspetta da oltre mezzo secolo». In particolare, aggiunge, viene alleggerito il prelievo Irpef «per le fasce di reddito medio-basse, ovvero quelle più esposte ai continui mutamenti del quadro economico-finanziario internazionale».

I risparmi con le nuove aliquote

Il risparmio medio per i contribuenti derivante dalla riduzione a tre delle aliquote Irpef sarà di 160 euro annui. Raggiungerà un massimo di 260 euro per chi ha un imponibile superiore a 28 mila euro ma inferiore a 50 mila, perché oltre questa soglia il taglio dell’Irpef può essere annullato dalla riduzione lineare di 260 euro delle detrazioni (escluse quelle per le spese sanitarie, alle quali sono stati aggiunti i contributi ai partiti). Leo sottolinea anche la semplificazione del processo tributario e l’estensione del regime dell’Adempimento collaborativo, che dal 2028 riguarderà anche le imprese con un fatturato superiore a 100 milioni, «rinsaldando il rapporto di fiducia tra amministrazione e contribuente».

I decreti attuativi

Il viceministro sta già preparando i prossimi decreti di attuazione della riforma. Ma la vera sfida riguarda la stabilizzazione degli attuali tagli di imposte e contributi. Infatti, sia il taglio del cuneo sulle retribuzioni, confermato dalla legge di Bilancio, sia la riduzione delle aliquote Irpef sono finanziati per il solo 2024, con quasi 15 miliardi.

Il Milleproroghe

Con il decreto legge Milleproroghe sono stati allungati i termini per le assunzioni, in particolare nella sanità, e per l’obbligo di fatturazione elettronica per i medici. Il governo ha inoltre deciso di prorogare a tutto il 2024 la non applicabilità dell’aggiornamento Istat sugli affitti della Pubblica amministrazione per immobili destinati a finalità istituzionali. Prorogata di un anno anche la facoltà per l’Agenzia delle dogane e dei monopoli di istituire estrazioni settimanali supplementari per il Lotto e il Superenalotto.

Il Pnrr e il congedo paritario

È arrivato intanto alle battute finali l’esame del disegno di legge di Bilancio. La manovra da 28 miliardi per il 2024, di cui 15,7 finanziati in deficit, verrà approvata definitivamente questa sera al Senato. Ieri in Aula è intervenuta la segretaria del Pd, Elly Schlein, a sostegno dell’emendamento del suo partito che proponeva il congedo paritario di 5 mesi per entrambi i genitori: «In una società patriarcale come è la nostra il carico di cura familiare grava in modo sproporzionato sulle donne. Il congedo partitario potrebbe redistribuire quel carico». Ma la proposta è stata respinta. Governo e maggioranza puntano ad approvare il testo, senza modifiche rispetto a quello della Camera, evitando così l’esercizio provvisorio. Una buona notizia che si sommerebbe a quella arrivata ieri da Bruxelles: il versamento all’Italia della quarta rata del Pnrr, pari a 16,5 miliardi.

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28 dic 2023

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Fisco, via alle tre aliquote Irpef: risparmio medio di 160 euro. C’è l’accordo sul Superbonus

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29.12.2023

Assente la premier, Giorgia Meloni, ancora a casa per l’influenza, il Consiglio dei ministri ha approvato ieri sera una serie di provvedimenti di attuazione della riforma del fisco più il consueto decreto legge Milleprorogheche rinvia una serie di scadenze. La riunione di governo, presieduta dal vicepresidente del Consiglio Antonio Tajani, inizialmente convocata per le 15.30, è cominciata in ritardo perché prima si è tenuto un vertice per sciogliere il nodo dei lavori pendenti col Superbonus del 110%, soluzione finita in un altro decreto legge approvato dallo stesso Consiglio dei ministri. Non c’è stata intesa, invece, sulla miniproroga dello sconto fiscale sul cosiddetto «rientro dei cervelli» esteso agli sportivi, che avrebbe permesso alle società di calcio di godere dell’agevolazione anche sui prossimi acquisti durante il calciomercato invernale. In Consiglio dei ministri c’è stata un’accesa discussione (il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti è stato sempre contrario alla proroga) e alla fine la norma non è passata.

Le parole di Leo

I quattro decreti legislativi approvati ieri sono «molto importanti», secondo il viceministro dell’Economia, Maurizio Leo (FdI) che ha la delega per la riforma del fisco, perché «contribuiranno a semplificare il sistema fiscale, rendendolo più equo e dinamico: una riforma che l’Italia aspetta da oltre mezzo secolo». In particolare, aggiunge, viene alleggerito........

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