Il ministro: «In Regione spesi solo 3,5 miliardi dei 9,3 destinati». E la Russa: «Con l'Autonomia non c'è pericolo di una frammentazione»

Il presidente del Senato Ignazio La Russa ricorda Pinuccio Tatarella a 25 anni dalla scomparsa del leader politico pugliese. E lo fa con Michele Cozzi del Corriere del Mezzogiorno Puglia , soffermandosi poi sui timori diffusi che suscita la riforma dell’Autonomia differenziata: «Capisco le paure, ma credo che l’Autonomia se mediata da un potere centrale forte come quello che può venire con il premierato può mettere al sicuro l’unità , l’indipendenza e l’identità della nazione — spiega La Russa —. Non c’è pericolo di una frammentazione. In passato la Lega parlava di rompere l’Italia, ma questo rischio ora non c’è più. C’è solo l’obiettivo di dare maggiore peso alle Regioni, a patto che ci sia la certezza dell’unità del Paese. Ma c’è anche un altro aspetto. Chi si deve preoccupare di più è una certa parte della classe dirigente indolente, anche al Nord, ma soprattutto al Sud, che è stata al di sotto delle aspettative di chi voleva il regionalismo. Si pensi alla quantità di fondi non utilizzata per l’incapacità di spesa. L’autonomia credo che sia uno stimolo alle classi dirigenti a fare di più».

In Campania, a Melito, per il congresso provinciale di Fratelli d’Italia, è il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, a rilanciare la sfida dell’efficienza. E lo fa contrattaccando il presidente della Campania, Vincenzo De Luca, che a sua volta ha denunciato il ministro per le Politiche di coesione, il Pnrr e il Sud, Raffaele Fitto, a causa del perdurante blocco dei Fondi Sviluppo e Coesione. «Non è che Fitto non voglia erogare risorse alla Campania — ha dichiarato Sangiuliano — anzi vuole darle, come ha fatto con altre regioni italiane, ma i fondi non vanno buttati a pioggia. Devono essere collegati a un programma preciso e dettagliato, con idee chiare di ciò che si vuole fare nell’interesse della collettività ». Il ministro della Cultura ha poi ricordato la spesa dei finanziamenti europei, facendo ancora una volta riferimento al computo complessivo sull’intero periodo dell’agenda 2014/20, che De Luca contesta in quanto non aggiornato alla reale rendicontazione: «La Regione ha speso solo 3,5 miliardi sui 9,3 destinati alla Campania — ha sottolineato Sangiuliano — ovvero il 37% delle risorse attribuite per la programmazione 2014-2020. Presentateci un programma credibile e basato su esigenze concrete e lo Stato farà la sua parte e finanzierà il programma, ma non chiedeteci risorse che non sappiamo dove finiscono».

Piero De Luca, deputato dem e primogenito del presidente campano, ha annunciato una nuova interrogazione sul blocco dei FSC: «Non è più tollerabile che le risorse FSc 2021-2027, finalizzate all’attuazione dell’obiettivo costituzionale di rimozione degli squilibri economici e sociali, siano ancora in attesa di essere assegnate a tutte le Regioni italiane, in particolare a quelle del Mezzogiorno cui spetta l’80%. Mancano al Sud circa 25 miliardi di euro già stanziati e ripartiti, ma bloccati in modo inaccettabile dal Governo e dal ministro Fitto. Il tutto sta penalizzando gravemente le Regioni del Sud che non possono neppure cofinanziare i fondi strutturali europei o accompagnare progetti del Pnrr decisivi per le comunità ».

La stagione congressuale di Fratelli d’Italia accompagna la riflessione sulle prossime scadenze elettorali: «Il 18 febbraio — ha detto il senatore e commissario regionale Antonio Iannone — c’è il congresso di Napoli città , attraverso questo percorso lanciamo la nostra sfida al sistema di potere di De Luca». Per il viceministro degli Esteri, Edmondo Cirielli, «il congresso è un momento di democrazia importante che conferma che siamo un partito vero. È chiaro che non può essere solo un fatto burocratico di conta numerica, bisogna portare avanti le proposte e l’area napoletana ha bisogno di una classe dirigente che sappia affrontare le sfide».

Sono due le mozioni in campo, rappresentate dai due dirigenti che si contendono la leadership. Nel voto in programma oggi, dalle 9 alle 20, gli iscritti saranno chiamati a scegliere tra Michele Schiano di Visconti e Raffaele Barbato. Il primo è attualmente deputato e commissario provinciale. Sembra lui il favorito su Barbato, originario di Acerra, che proverà a ribaltare i pronostici grazie anche all’appoggio di Luca Scancaniello, tra i fondatori di FdI e componente della direzione nazionale, del capogruppo in Consiglio regionale Cosimo Amente, del consigliere provinciale Giuseppe Nocerino e di diversi amministratori locali. Per il voto sono stati predisposti cinque seggi: oltre allo stesso teatro Barone di Melito, gli altri sono stati allestiti a Mariglianella, Terzigno, Torre del Greco e Forio d’Ischia.

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4 febbraio 2024

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Sangiuliano: Fitto daràrisorse alla Campania, ma sui programmi

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04.02.2024

Il ministro: «In Regione spesi solo 3,5 miliardi dei 9,3 destinati». E la Russa: «Con l'Autonomia non c'è pericolo di una frammentazione»

Il presidente del Senato Ignazio La Russa ricorda Pinuccio Tatarella a 25 anni dalla scomparsa del leader politico pugliese. E lo fa con Michele Cozzi del Corriere del Mezzogiorno Puglia , soffermandosi poi sui timori diffusi che suscita la riforma dell’Autonomia differenziata: «Capisco le paure, ma credo che l’Autonomia se mediata da un potere centrale forte come quello che può venire con il premierato può mettere al sicuro l’unità , l’indipendenza e l’identità della nazione — spiega La Russa —. Non c’è pericolo di una frammentazione. In passato la Lega parlava di rompere l’Italia, ma questo rischio ora non c’è più. C’è solo l’obiettivo di dare maggiore peso alle Regioni, a patto che ci sia la certezza dell’unità del Paese. Ma c’è anche un altro aspetto. Chi si deve preoccupare di più è una certa parte della classe dirigente indolente, anche al Nord, ma soprattutto al Sud, che è stata al di sotto delle aspettative di chi voleva il regionalismo. Si pensi alla quantità di fondi non utilizzata per l’incapacità di spesa. L’autonomia credo che sia uno stimolo alle classi dirigenti a fare di........

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