Più che ascoltare i giovani, serve esserci per loro
4
10
previous day
Da qualche tempo, non da poco a dire il vero, quando si parla di questioni giovanili una delle argomentazioni più ricorrenti riguarda la (scarsa) capacità di ascolto da parte degli adulti, si tratti di genitori, istituzioni, politica o società in generale. “Dobbiamo ascoltare i giovani”, si afferma, e se già un po’ lo facciamo, allora servirebbe farlo “di più” e “meglio”. C’è tanto di vero in tutto questo, però l’impressione è che più ci diciamo che i giovani vanno ascoltati, e più i giovani – e non solo perché nel frattempo crescono e vengono rimpiazzati da altri – sembrano sfuggire ai tentativi di comprensione, perché si chiudono ancora di più, o perché le loro istanze si radicalizzano. Generalizzare non si deve, è chiaro che l’universo dei giovani non può essere racchiuso in una scatola, ma se c’è un racconto mediatico attorno a loro, è con questo che ha senso confrontarsi. E la narrazione condivisa ripete che i giovani non li si ascolta abbastanza. Forse allora, considerato il fallimento dei tentativi, si potrebbe provare a modificare lievemente........
© Avvenire
visit website