L’attesa del primo servizio come l’inizio di una nuova avventura
Esattamente come nella vita, l’attesa per l’inizio di un nuovo anno sportivo per un tennista diventa quel ponte, quel tempo sospeso, tra ciò che è stato e ciò che verrà, tra ripensamenti e obiettivi, tra delusioni e speranze, tra cecità verso il futuro e ridefinizione di se stessi. Il fermarsi dopo una stagione lunghissima, come abbiamo visto nello scorso articolo, non è una conclusione: è il momento in cui si ascolta se stessi, si analizza, si decide con quale versione di sé tornare in campo. E come nel tennis, anche nella vita di tutti i giorni, questo è il tempo dei ripensamenti e dei progetti. Una pausa che può trasformarsi in una soglia.
Il mese che precede l’inizio della nuova stagione (che nel tennis comincia tra fine dicembre e inizio gennaio) non è una vacanza. È la scena di preparazione alla nuova avventura. Non si tratta solo di mettere ordine negli aspetti tecnici, come il servizio, la risposta, ma di comprendere le intenzioni, di dare significato alle emozioni, di guardare le cicatrici interiori, le scelte, gli errori. In parole semplici: ci si prepara non per giocare meglio, ma per essere meglio. Questo periodo, nel viaggio del tennista, è l’anticamera dell’eroe che si avvia verso la propria chiamata all’avventura.
Jannik Sinner, mentre molti pensano........





















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