Il “conflitto” della Seconda guerra mondiale, per i siciliani è prima, soprattutto, “una notizia di giornale”, poi “un’esperienza” lunga “tre anni e due mesi”, “che alla conta delle vittime civili lambisce la paurosa cifra di diecimila morti”. Lo evidenzia il volume di Nello Musumeci, “La Sicilia bombardata. La popolazione dell’Isola nella Seconda guerra mondiale (1940- 1943)”, Rubbettino Editore, 2023. Una ricerca che – come chiarisce Gennaro Sangiuliano con la sua illuminante prefazione – “muovendo una sorta di macchina del tempo, ci immerge con impressionante realismo in questo passato, che racconta in una cronaca essenziale, dove parlano soprattutto i fatti”. Un testo che compone, avvalendosi di fonti omogenee ed eterogenee, la coscienza nazionale degli italiani, “eroi”, ma anche “sbandati” o “disertori”, il loro rapporto con i tedeschi, scandito dalla crisi del partito nazionale fascista. Un volume che comprende e descrive – come chiarisce sempre Gennaro Sangiuliano – gli “accadimenti, solo apparentemente minori, che sono finiti ai margini della memoria pur avendo toccato la vita e il destino di migliaia di persone”. L’attenzione si sofferma sui «soldati portatori della “libertà”», che “hanno indossato nell’Isola anche i panni dei criminali di guerra”, “con le spietate esecuzioni a danno di prigionieri militari e innocenti civili”, sulla “strategia del terrore dal cielo”, per “ottenere il cedimento totale del morale della popolazione”, anche con “la conta dei morti”. In Sicilia, durante la Seconda guerra mondiale”, “i bombardamenti a tappeto, diretti sui centri abitati, hanno una chiara natura terroristica: ridurre alla disperazione la popolazione nemica ed indurla alla rivolta contro il regime”. Una ricerca basata sulle fonti storiche tipiche ed atipiche, condotta sempre con rigore scientifico, da un Siciliano, meridionale, che avverte la necessità di rappresentare la coscienza di un popolo, fino alla sua dimensione etnologica. L’attenzione si sofferma, ancora, sulla “festosa liberazione”, cui consegue la “caccia al fascista”, sul “paradigma antifascista”, che distingue quello della “prima ora”, da quello dell’“ultima ora”. Una liberazione che legge la presenza della “mafia antifascista” in Sicilia, che interpreta la presenza della Chiesa e della massoneria. Mi piace rammentare al riguardo Vittorio Emanuele Orlando – siciliano e meridionale come Nello Musumeci – ma soprattutto la sua opera “Della resistenza politica individuale e collettiva”, spesso trascurata, con cui Orlando delinea un “criterio” di “convenienza”, di “opportunità”, per evitare uno “stato di cose”, uno “squilibrio profondo fra diritto e legge”. Un invito a comprendere – come chiarisce Nello Musumeci – se “le ragioni di tutte le vittime e le ragioni della Storia possano convivere senza omissioni, abusi e speculazioni”. Una possibilità offerta proprio dal volume di Nello Musumeci che, con il suo evidente rigore scientifico, comprende i “vinti” della Seconda guerra mondiale, per descrivere un’epoca, una transizione. Un modello educativo, che crede nell’esperienza storica, nel “bisogno di luce ed educazione”, nell’“identità nazionale” e vuole promuovere nei lettori la conoscenza di pagine della storia nazionale ed europea, per avvicinare la coscienza individuale alla dimensione collettiva dei fatti storici. La storia è, infatti, il luogo di ciò che è propriamente umano, in cui trovano espressione le idee, le scelte, la preparazione delle imprese, i bisogni materiali, le ingiustizie sociali, l’aspirazione alla libertà e l’uguaglianza sociale, evidenziati da Nello Musumeci con il suo volume. Questa ricerca, con la “frequentazione della storia”, ci riconcilia con la società, perché la memoria storica ci avvicina alla comunità, umana e politica, locale, nazionale e globale, tracciando un crocevia di significati educativi, attraverso cui promuovere il senso della storia collettiva. Un volume che intreccia territori, popoli, idealità nazionali ed europee, per un concetto di “patria” come luogo di diritti universali e di convivenza umana, la più ampia e tollerante possibile. Un tema sempre attuale, che oggi vive la drammatica guerra in Ucraina, dove i “vinti” sono “vincitori morali”, dove chi sopravvive alla guerra – come evidenzia anche Nello Musumeci con il suo volume – afferma, ancora una volta, offrendo anche una chiara risposta: “sono stati necessari i bombardamenti a tappeto? Difficile pensare di sì”.

QOSHE - Nello Musumeci e la Seconda guerra mondiale in Sicilia - Leone Melillo
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Nello Musumeci e la Seconda guerra mondiale in Sicilia

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04.01.2024

Il “conflitto” della Seconda guerra mondiale, per i siciliani è prima, soprattutto, “una notizia di giornale”, poi “un’esperienza” lunga “tre anni e due mesi”, “che alla conta delle vittime civili lambisce la paurosa cifra di diecimila morti”. Lo evidenzia il volume di Nello Musumeci, “La Sicilia bombardata. La popolazione dell’Isola nella Seconda guerra mondiale (1940- 1943)”, Rubbettino Editore, 2023. Una ricerca che – come chiarisce Gennaro Sangiuliano con la sua illuminante prefazione – “muovendo una sorta di macchina del tempo, ci immerge con impressionante realismo in questo passato, che racconta in una cronaca essenziale, dove parlano soprattutto i fatti”. Un testo che compone, avvalendosi di fonti omogenee ed eterogenee, la coscienza nazionale degli italiani, “eroi”, ma anche “sbandati” o “disertori”, il loro rapporto con i tedeschi, scandito dalla crisi del partito nazionale fascista. Un volume che comprende e descrive – come chiarisce sempre Gennaro Sangiuliano – gli “accadimenti, solo apparentemente minori, che sono finiti ai margini della memoria pur avendo toccato la vita e il........

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