Ci sono storie che sembrano fiabe. L’Orchestra del Mare è sicuramente tra queste. Strumenti ad arco costruiti con i legni delle barche clandestine arrivate a Lampedusa. Assi, legni che si portano ancora dietro il dolore dell’Africa. Violini, violoncelli, contrabbassi, casse armoniche ricostruiti dai detenuti del carcere milanese di Opera con i colori dell’ improvvisazione. Dal penitenziario di Secondigliano escono invece chitarre e mandolini. Li ha già suonati persino Sting nell’ aprile scorso, durante l’ultima sua visita ai reclusi napoletani. Strumenti fatti di legni di conifere, di armature di antichi legni africani, spesso sconosciuti. Strutture difficili con la rudimentale vernice delle barche, le fratture, l’usura. Costruite con disperazione e sofferenza, per dimostrare che quelle barche popolate di disperati, lasciate sulla battigia di un’isola, conservano ancora una loro anima, la capacità di potersi riciclare. L’Orchestra del Mare si è esibita ieri sera alla Scala di Milano. A suonare quegli incredibili strumenti alcuni dei più grandi musicisti mondiali insieme a tredici strumentisti dell’ Accademia dell’Annunciata. Scenografia donata da Mimmo Paladino. Teatro esauritissimo da giorni. Pensare che quei legni poveri che vengono da lontano, da foreste sconosciute, da mondi quasi inesplorati trasformino la loro memoria in musica, ritrovando sul loro cammino Bach e Vivaldi è un dato che fa riflettere. Mentre milioni di uomini battono, da tempo, alle porte dell’Europa con la disperazione dei loro sogni. Progetto costruito da Arnaldo Mosca Mondadori, in sintonia con alcune importanti Fondazioni pubbliche e private Un’idea nata per caso nel 2021. Eravamo vicini al Natale, Mondadori portò quattro legni delle barche di Lampedusa al laboratorio del carcere. Ne voleva fare un presepe, ne venne fuori un violino. Nacque lì una feconda collaborazione col ministro dell’Interno di allora, Luciana Lamorgese che mise a disposizione centinaia di scafi sotto sequestro. Ecco, diciamolo francamente, avremmo voluto che l’Orchestra del Mare si esibisse a Sanremo. Per evitare che fosse fischiato un ragazzo di Secondigliano, per mostrare al mondo come la musica prevalga e si imponga, anche nelle condizioni più difficili, attraverso gli strumenti del dolore nati in quella zona, in un semplice penitenziario napoletano.

QOSHE - Secondigliano, la musica e l’Orchestra del Mare - Giuseppe Scalera
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Secondigliano, la musica e l’Orchestra del Mare

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13.02.2024

Ci sono storie che sembrano fiabe. L’Orchestra del Mare è sicuramente tra queste. Strumenti ad arco costruiti con i legni delle barche clandestine arrivate a Lampedusa. Assi, legni che si portano ancora dietro il dolore dell’Africa. Violini, violoncelli, contrabbassi, casse armoniche ricostruiti dai detenuti del carcere milanese di Opera con i colori dell’ improvvisazione. Dal penitenziario di Secondigliano escono invece chitarre e mandolini. Li ha già suonati persino Sting nell’ aprile scorso, durante l’ultima sua visita ai reclusi napoletani. Strumenti fatti di legni di........

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