Il presidente del Napoli, Aurelio De Laurentiis, non smetterà mai di stupire. Aveva assicurato l’acquisto di un difensore di cui la squadra ha assoluto bisogno, alla luce anche degli ultimi lunghi infortuni. Ebbene, nella sessione invernale del calciomercato, la società ha sì provveduto a rinfoltire la rosa con nuovi innesti, ma, clamorosamente, lasciando inalterato proprio il reparto difensivo. E comunque i neoacquisti (si fa per dire, essendo fondamentalmente dei prestiti) tutto appaiono fuorché dei rinforzi, come dimostra la tiepida accoglienza della piazza alle ultime manovre di mercato effettuate dalla società. D’altronde, è risaputo che a gennaio difficilmente si fanno buoni affari, men che mai se non si ha minimamente l’intenzione di farli. Ormai è chiaro, la stagione è persa; l’unico obiettivo rimasto è il quarto posto della zona Champions, tutt’altro che facile da raggiungere. Un fallimento così eclatante dopo il trionfo dello scorso anno noi tifosi non l’avremmo mai immaginato. E questo è il guaio: continuiamo a ragionare col cuore, trascinati dalla passione e dalla fede nei colori azzurri, mentre chi guida il Calcio Napoli ha ben altre vedute che non sono certamente sportive, bensì commerciali come conferma anche la gestione del dopo scudetto. Un traguardo che il nostro presidente, forse, non avrebbe mai voluto raggiungere perché si traduce, inevitabilmente, in un supplemento di spese in termini di premi, rinnovi e ritocchi contrattuali. Altrove, nelle società che badano ai risultati, si sarebbero impegnati per conservare il primato, consolidando i rapporti interni con i giocatori, lo staff tecnico, medico e dirigenziale, al fine di dare vita ad un ciclo duraturo di successi. Da noi, invece, è prevalsa la logica del “prendi i soldi e scappa”. Ovvero, raccogliere i vantaggi economici derivanti dalla conquista del tricolore, per poi fare piazza pulita a cominciare dai capisaldi del successo azzurro: Spalletti, Giuntoli e Kim, proseguendo poi con Lozano, Osimhen e Zieliński (questi ultimi due ancora in rosa, ma ormai con la testa già altrove), per finire con il caso Kvaratskhelia tanto osannato lo scorso anno ma economicamente trattato alla stregua di un rincalzo qualunque. In queste condizioni sono saltati tutti gli equilibri e nello stesso spogliatoio è venuta meno quell’armonia, dello scorso anno, garantita, innanzitutto, da un vero leader qual era Spalletti, riconosciuto da tutti, e in secondo luogo dalla continuità dei risultati. Tutti, peraltro, ottenuti indiscussamente sul campo, senza concessioni arbitrali; anche questa è stata un’autentica novità nel panorama della Serie A. Per non parlare del plauso ottenuto anche a livello europeo, con prestazioni spumeggianti. Quel Napoli, ormai, non c’è più. Inutile guardare al passato. Oggi nessun calciatore si sente più legato alla maglia, alla società, ai tifosi e alla città. C’è troppa incertezza sul futuro e questo non è di aiuto per il presente dove il gioco non entusiasma, l’attacco è sempre più sterile, il centrocampo affanna e la difesa non convince. Non riusciamo ad individuare l’ossatura da cui partire per rifondare il nuovo Napoli. Scontiamo l’assenza di leader in grado di dare la scossa per risalire una classifica anonima. Ma di tutto ciò a De Laurentiis importa poco, già sta pregustando i milioni che pioveranno nelle casse del Napoli a giugno grazie alla cessione dei pezzi pregiati della sua “collezione”. Nella speranza, poi, di future e sostanziose plusvalenze da conseguire attraverso la valorizzazione di eventuali giovani emergenti, di presunti talenti scovati e acquistati a poco prezzo. Ma fino a quando potremo sopportare questa società senza passione sportiva, ma solo con un’anima commerciale?

QOSHE - Dai trionfi alle delusioni, poveri tifosi napoletani - Antonio Coppola
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Dai trionfi alle delusioni, poveri tifosi napoletani

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02.02.2024

Il presidente del Napoli, Aurelio De Laurentiis, non smetterà mai di stupire. Aveva assicurato l’acquisto di un difensore di cui la squadra ha assoluto bisogno, alla luce anche degli ultimi lunghi infortuni. Ebbene, nella sessione invernale del calciomercato, la società ha sì provveduto a rinfoltire la rosa con nuovi innesti, ma, clamorosamente, lasciando inalterato proprio il reparto difensivo. E comunque i neoacquisti (si fa per dire, essendo fondamentalmente dei prestiti) tutto appaiono fuorché dei rinforzi, come dimostra la tiepida accoglienza della piazza alle ultime manovre di mercato effettuate dalla società. D’altronde, è risaputo che a gennaio difficilmente si fanno buoni affari, men che mai se non si ha minimamente l’intenzione di farli. Ormai è chiaro, la stagione è persa; l’unico obiettivo rimasto è il quarto posto della zona Champions, tutt’altro che facile da raggiungere. Un fallimento così eclatante........

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