In occasione della Giornata nazionale in ricordo delle vittime della strada che si celebra la terza domenica di novembre, è in programma stamani ad Avellino una manifestazione organizzata dal Prefetto Paola Spena che vede il coinvolgimento di Aci, scuole, forze dell’ordine e associazioni. Affinché questa “Giornata” abbia un senso, dobbiamo sentirci tutti parte in causa, anche perché, oltre all’incommensurabile dolore arrecato, gli incidenti stradali hanno un costo sociale di 18 miliardi di euro all’anno. Una somma ingente che vorremmo risparmiare o, semmai, destinare ad altri scopi. Ognuno di noi, a ben riflettere, conta un morto o un ferito nel proprio entourage, causato da un incidente stradale, eppure stentiamo ancora ad acquisire una sensibilità in questo settore, così come, invece, avviene per l’ambiente. Sfugge, cioè, il nesso antropico del fenomeno riconducibile, di volta in volta, alle cattive condotte di guida, alla carente o assente manutenzione delle infrastrutture, alla deficitaria gestione della mobilità ed alla esiguità dei controlli. Dal singolo cittadino alle istituzioni, insomma, ognuno ha le sue responsabilità. Ma le parole e i buoni esempi, non bastano, servono interventi di sostanza che partano dall’alto per mettere in moto un piano di attività finalizzate alla prevenzione della sinistrosità stradale su tutto il territorio. Fortunatamente, qualcosa si muove all’orizzonte indicando un cambio di rotta. Si è infatti rimessa in moto l’attività di riforma del Codice della Strada. Con il definitivo via libera al Disegno di legge varato ultimamente dal Governo si aprirà, adesso, un costruttivo confronto in Parlamento che ci auguriamo il più celere possibile. Occorre, infatti, dare un segnale forte e convincente sul delicato fronte della sicurezza stradale, funestata da troppi incidenti, spesso, con giovani vittime. La scelta di inasprire le sanzioni per determinate violazioni come l’uso dello smartphone al volante, la guida in stato di ebbrezza e l’alta velocità esprime la ferma volontà di colpire comportamenti particolarmente diffusi e fortemente pericolosi. Ma l’auspicato effetto deterrente avrà efficacia solo nella misura in cui tali sanzioni saranno realmente applicate. Ciò significa che, parallelamente, bisogna anche rendere i controlli su strada più assidui e capillari. Obiettivo questo che, necessariamente, richiede un deciso potenziamento degli organici delle forze dell’ordine da molto tempo, ormai, ridotti al lumicino. Particolarmente interessanti sono, poi, le novità introdotte per un uso più consapevole dei monopattini elettrici che accolgono alcune proposte avanzate dall’Automobile Club Napoli quali l'obbligo del casco per tutti i conducenti, anche maggiorenni, dell'assicurazione sulla responsabilità civile verso terzi e della targa. Manca all’appello, invece, un’altra nostra richiesta, ovvero l'istituzione di corsi di formazione per il conseguimento di una sorta di patentino, visto che gli utilizzatori di questi veicoli, spesso, sono soggetti minorenni o, comunque, completamente ignari delle più elementari norme che regolano la circolazione stradale. La prevenzione degli incidenti, infatti, non si persegue soltanto con l’arma della repressione: non è il timore della sanzione a dover impedire l’assunzione di comportamenti a rischio, ma la effettiva consapevolezza delle loro pericolose conseguenze, sia per sé stessi che per gli altri. Peccato che nel testo del Disegno di legge gli aspetti della formazione e della sensibilizzazione degli utenti della strada non abbiano avuto grande considerazione, ma solo la previsione di una mera partecipazione a corsi di studio extracurriculari per acquisire due punti-patente in più all’atto del rilascio dell’abilitazione alla guida. Troppo poco. Evidentemente non è ancora chiaro che l’educazione stradale, così come svolta attualmente nelle scuole, non ha funzionato. L’obiettivo era quello di contribuire a formare cittadini del futuro più corretti e responsabili, capaci di condividere, nella massima sicurezza e legalità, lo spazio in cui ci muoviamo, ovvero, la strada. Purtroppo, nonostante la buona volontà di molti dirigenti scolastici e docenti questa materia ha stentato a decollare, anche per carenza di risorse. Per renderla davvero efficace, infatti, occorre un’azione sistematica, strutturale e concreta capace di coinvolgere, annualmente, l’intera popolazione scolastica e non singole classi con progetti episodici come è stato fatto sinora. L’appuntamento di oggi serve proprio a questo: dare impulso alla realizzazione di una rete di contributi e best practices che possano scalfire quel luogo comune secondo il quale gli incidenti sono un inevitabile tributo alla motorizzazione di massa. Non è così: queste tragedie si possono prevenire e contrastare, come dimostra il fatto che i diecimila morti registrati negli anni Settanta sono diminuiti oggi a 3.200. Bisogna capire già in famiglia e insegnare con assiduità nelle scuole, con l'aiuto anche dei mass media e dei social, che guidare è un atto di responsabilità verso sé stessi e verso gli altri. La trasgressione delle regole non comporta una semplice sanzione economica, ma il rischio di una pena ben più grave: l'invalidità permanente o la perdita della stessa vita. E questo è inaccettabile. Se queste iniziative riuscissero a salvare anche solo una vita umana sarebbe per noi già un buon risultato. Dobbiamo crederci e provarci.

QOSHE - Avellino, vittime della strada: una giornata in loro memoria - Antonio Coppola
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Avellino, vittime della strada: una giornata in loro memoria

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16.11.2023

In occasione della Giornata nazionale in ricordo delle vittime della strada che si celebra la terza domenica di novembre, è in programma stamani ad Avellino una manifestazione organizzata dal Prefetto Paola Spena che vede il coinvolgimento di Aci, scuole, forze dell’ordine e associazioni. Affinché questa “Giornata” abbia un senso, dobbiamo sentirci tutti parte in causa, anche perché, oltre all’incommensurabile dolore arrecato, gli incidenti stradali hanno un costo sociale di 18 miliardi di euro all’anno. Una somma ingente che vorremmo risparmiare o, semmai, destinare ad altri scopi. Ognuno di noi, a ben riflettere, conta un morto o un ferito nel proprio entourage, causato da un incidente stradale, eppure stentiamo ancora ad acquisire una sensibilità in questo settore, così come, invece, avviene per l’ambiente. Sfugge, cioè, il nesso antropico del fenomeno riconducibile, di volta in volta, alle cattive condotte di guida, alla carente o assente manutenzione delle infrastrutture, alla deficitaria gestione della mobilità ed alla esiguità dei controlli. Dal singolo cittadino alle istituzioni, insomma, ognuno ha le sue responsabilità. Ma le parole e i buoni esempi, non bastano, servono interventi di sostanza che partano dall’alto per mettere in moto un piano di attività finalizzate alla prevenzione della sinistrosità stradale su tutto il........

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