Roma, 28 febbraio 2024 – Nome in codice, Brok: giornalista influente con i governanti francesi, ma per voracità economica al servizio di una potenza straniera. La storia ora svelata di Philippe Jacques Grumbach – direttore dal 1971 al 1978 di una delle più prestigiose testate parigine, L’Express – è un altro tassello per ricostruire i rapporti nell’Europa post bellica fra blocco occidentale e Unione sovietica, rapporti spesso regolati da quella figura a volte leggendaria, fortemente letteraria, che è la spia. Grumbach, vicino in patria a personaggi come Valery Giscard d’Estaing, Francois Mitterrand, Jean-Jacques Servan-Schreiber, Pierre Mendes France, è stato per 35 anni un agente del Kgb, arruolato nel 1946 e licenziato nel 1981. Lo ha rivelato un’accurata inchiesta portata avanti proprio da un giornalista de L’Express, Etienne Girard, che ha studiato a fondo il dossier di Vasilij Mitrokhin – l’ex archivista dei servizi segreti sovietici sotto Molotov, Stalin, Kruscev ed Eltsin, fuggito a Londra via Riga nel 1982 –, ha ascoltato chi stava già lavorando sulle spie in Francia e ha sentito la vedova Nicole Wisniak che mai aveva parlato.

“Scavando – dice Girard – sono arrivato anche a trovare il nome di Grumbach scritto in russo e alcune foto". Nato il 25 giugno di cento anni fa nei pressi del Bois de Boulogne, ebreo, Grumbach fuggì dalla Francia dopo l’occupazione nazista arruolandosi con l’esercito americano e combattendo in Algeria. Assunto nel 1946 da France Presse e passato due anni dopo a Liberation, era entrato per la prima volta a L’Express nel 1954 diventando redattore capo nel ‘56; vi tornò nel 1971 da direttore. Dopo il 1978 collaborò con varie riviste, con Le Figaro e quindi con il governo occupandosi di audiovisivi e arrivando a produrre film come I fantasmi del cappellaio di Claude Chabrol. Morì a Parigi il 13 ottobre 2003. Su quali siano stati i servigi prestati dal giornalista a Mosca c’è ancora molto da chiarire e ci sono giudizi contrapposti.

Avvicinatosi al comunismo "disgustato per il razzismo visto in Texas", fu contattato nel 1946 dal Kgb. Ci sono documenti che sostengono come Grumbach dovesse "risolvere questioni delicate" e avesse il compito di "collegarsi con rappresentanti e leader di partiti e gruppi politici". Nel 1974 i sovietici gli fornirono file falsificati per creare tensioni fra Giscard d’Estaing e Jacques Chaban-Delmas, candidati di centrodestra all’Eliseo contro François Mitterrand. Missione che non andò a buon fine tanto che il liberale Giscard d’Estaing vinse le presidenziali. A quel punto nacquero le prime frizioni tra Grumbach e il Kgb, lui si avvicinò al presidente ("diventerà uno dei suoi più fedeli consulenti", scrisse Le Canard enchainé ) e anche a idee più moderate.

Nel 1981 la decisione di Mosca. L’agente Brok non era più considerato sincero, "la sua capacità di raccogliere informazioni e la sua intelligenza sono sopravvalutate": licenziato. Ciò che dispiacque di più a Grumbach fu perdere il compenso: solo in due anni aveva ricevuto una somma pari agli attuali 250mila euro e inoltre godeva di un bonus perché considerato "una delle migliori tredici spie sovietiche in Francia".

Secondo l’inchiesta era il desiderio di arricchirsi più che l’ideologia – che comunque era stata alla base dell’adesione – la spinta a collaborare con l’auspicio di comprarsi un bell’appartamento a Parigi per ricevere ospiti e dare feste. Fino alla fine dei suoi giorni Grumbach ha comunque mantenuto un profilo di tutto rispetto con amicizie intime importanti, legato sia a Giscard che a Mitterrand.

Al matrimonio, nel 1980, i testimoni furono la scrittrice Françoise Sagan e il fondatore di Yves Saint Laurent, Pierre Berge; fra gli invitati spiccavano Alain Delon e Isabelle Adjani. Ai funerali ebbe l’elogio dell’allora ministro della Cultura Jean-Jacques Aillagon: "Con Grumbach scompare una delle figure più memorabili e rispettate".

Eppure da tre anni le voci sul suo passato si stavano rincorrendo. La vedova confessa: "Mi ha spiegato che aveva lavorato per il Kgb prima che ci sposassimo. Ha aggiunto che avrebbe voluto fermarsi quasi subito ma che era stato minacciato". Anche ora però, qualcuno professionalmente lo difende. "Brok – dice il collega e indagatore Girard – non ha mai mischiato il suo lavoro di spia a quello di direttore: L’Express non è mai stato un veicolo di propaganda moscovita".

Grumbach non è il primo giornalista controverso. Anni fa la Associated Press scoprì che durante la Seconda guerra mondiale il capo del suo ufficio berlinese, Helmut Luax, era al soldo di Hitler per divulgare propaganda nazista oltre Oceano.

QOSHE - All’Express c’era una spia del Kgb: il direttore - Riccardo Jannello
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All’Express c’era una spia del Kgb: il direttore

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28.02.2024

Roma, 28 febbraio 2024 – Nome in codice, Brok: giornalista influente con i governanti francesi, ma per voracità economica al servizio di una potenza straniera. La storia ora svelata di Philippe Jacques Grumbach – direttore dal 1971 al 1978 di una delle più prestigiose testate parigine, L’Express – è un altro tassello per ricostruire i rapporti nell’Europa post bellica fra blocco occidentale e Unione sovietica, rapporti spesso regolati da quella figura a volte leggendaria, fortemente letteraria, che è la spia. Grumbach, vicino in patria a personaggi come Valery Giscard d’Estaing, Francois Mitterrand, Jean-Jacques Servan-Schreiber, Pierre Mendes France, è stato per 35 anni un agente del Kgb, arruolato nel 1946 e licenziato nel 1981. Lo ha rivelato un’accurata inchiesta portata avanti proprio da un giornalista de L’Express, Etienne Girard, che ha studiato a fondo il dossier di Vasilij Mitrokhin – l’ex archivista dei servizi segreti sovietici sotto Molotov, Stalin, Kruscev ed Eltsin, fuggito a Londra via Riga nel 1982 –, ha ascoltato chi stava già lavorando sulle spie in Francia e ha sentito la vedova Nicole Wisniak che mai aveva........

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