ferrara

cronaca

Sono disturbi tanto fisici quanto mentali. Aurora, giovane reduce da una anoressia, combatte ancora con tutti quei meccanismi psicologici che le ha insegnato, a suo tempo, la malattia. «Se vuoi mangiare devi allenarti», «devi sentirti in colpa se mangi questo alimento», «non puoi permetterti di condire la pasta». Oggi Aurora è fuori pericolo, è normopeso e ha smesso di rendere il dimagrimento l’unico scopo della sua vita. Continua ad avere bisogno di un supporto psicologico per evitare gravi ricadute: “ho paura che non ne uscirò mai”, rivela la ragazza.

Aurora, come è nato tutto?

« Tutto è cominciato in terza media. Volevo mangiare meglio e, con l’arrivo delle superiori, sentivo la necessità di iniziare a condurre uno stile di vita sano. Purtroppo non sapevo che quello sarebbe stato l’inizio dell’inferno. Il cibo e le calorie sono diventate sempre di più un’ossessione, così come l’attività fisica. Non mi serviva a niente nutrirmi di cibo, mi sfamavo della soddisfazione. Soddisfazione nel vedere i numeri della bilancia calare, nei voti a scuola, nell’essere sempre la migliore, la più brava. Non riuscendo ad amarmi io, cercavo consenso in tutto ciò che potevo controllare: il giudizio degli altri su di me. E’ stata una malattia fisica, ma soprattutto mentale, nel mio caso. Vivevo con la stessa pressione di chi deve vincere una competizione. Peccato che in quel momento, senza rendermene conto, stavo sfidando la mia salute».

Qual è la tua alimentazione tipo? E come era prima?

«Non toccavo più di 800 calorie al giorno. Tutto rigorosamente scondito e contato diligentemente. Tè senza zucchero, 200 grammi di pasta, niente sale nelle pietanze. Un inferno. Oggi mangio ancora con molta attenzione. Per questo il mio percorso continua a essere fatto di alti e bassi e i dottori sono continuamente in apprensione. Ho bisogno di fare palestra se so che durante la giornata per qualunque motivo sarò costretta a mangiare più del dovuto, oppure, se mangio fuori a cena, presterò attenzione durante tutti gli altri pasti, così da non rischiare di sforare il limite che mi autoimpongo per non sentirmi in colpa di aver mangiato».

Quindi non ne sei uscita?

«No, non ne sono uscita, ho solo imparato a conviverci. Inizialmente è stato difficile capire che ero malata, infatti sono riuscita a realizzarlo solo da un anno a questa parte. Chi mi stava intorno mi ha giustamente obbligata a rivolgermi a qualcuno di competente. Così ho iniziato un percorso con un nutrizionista e una psicologa. Dalla psicologia, come dicevo, ci vado ancora, perché purtroppo non sono ancora guarita del tutto, e ho paura che non riuscirò mai a vivere serenamente. Col supporto degli specialisti e della mia famiglia sono arrivata a essere normopeso, ma purtroppo ancora mi sento in colpa quando mangio qualcosa di troppo e il conteggio delle calorie è una costante. Penso che col tempo imparerò semplicemente a convivere con questa malattia, ma non penso che riuscirò a liberarmene».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

QOSHE - Aurora: «Ho quasi vinto la lotta contro l’anoressia. Ma quando mangio troppo arriva l’ansia...» - Ginevra Maria Bianchi
menu_open
Columnists Actual . Favourites . Archive
We use cookies to provide some features and experiences in QOSHE

More information  .  Close
Aa Aa Aa
- A +

Aurora: «Ho quasi vinto la lotta contro l’anoressia. Ma quando mangio troppo arriva l’ansia...»

8 0
17.01.2024

ferrara

cronaca

Sono disturbi tanto fisici quanto mentali. Aurora, giovane reduce da una anoressia, combatte ancora con tutti quei meccanismi psicologici che le ha insegnato, a suo tempo, la malattia. «Se vuoi mangiare devi allenarti», «devi sentirti in colpa se mangi questo alimento», «non puoi permetterti di condire la pasta». Oggi Aurora è fuori pericolo, è normopeso e ha smesso di rendere il dimagrimento l’unico scopo della sua vita. Continua ad avere bisogno di un supporto psicologico per evitare gravi ricadute: “ho paura che non ne uscirò mai”, rivela la ragazza.

Aurora, come è nato tutto?

« Tutto è cominciato in terza media. Volevo mangiare meglio e, con l’arrivo delle superiori, sentivo la necessità di iniziare a........

© La Nuova Ferrara


Get it on Google Play