Don’t cry for me Argentina: la rinascita di un mondo libero
A due anni, la svolta impressa da Javier Milei restituisce ordine all’economia e fiducia a una società che aveva smarrito il proprio orizzonte.
Per comprendere ciò che sta accadendo nel Paese del Río de la Plata, occorre liberarsi dalle categorie abituali con cui, per anni, si è descritta l’Argentina. Abituati a raccontarla come una terra condannata a oscillare fra crisi cicliche e ripartenze effimere, non avevamo più occhi per coglierne la stanchezza profonda, la sua richiesta inespressa di una svolta reale. Da tempo la nazione sudamericana viveva sospesa fra promesse non mantenute, monete che evaporavano, governi che scambiavano la spesa per crescita, cittadini che cercavano rifugio nell’informalità. Una musica malinconica che sembrava destinata a non finire mai.
Poi è arrivato Javier Milei.
Non come un protagonista improvvisato, ma come qualcuno che aveva annunciato per anni ciò che sarebbe accaduto se il Paese non avesse cambiato strada. Le sue battaglie accademiche, le polemiche televisive, gli studi sulla dinamica del capitale e sui fallimenti della pianificazione non erano le eccentricità di un teorico isolato, esprimevano invece l’elaborazione di un uomo che aveva compreso in anticipo ciò che tutti avrebbero presto visto: senza un limite al potere, senza moneta stabile, senza regole chiare, ogni società è destinata a implodere.
Il suo ingresso alla Casa Rosada ha segnato quindi l’inizio di un racconto nuovo, dove il protagonista non è il Palazzo ma la realtà. Il Presidente ha portato con sé un........





















Toi Staff
Sabine Sterk
Penny S. Tee
Gideon Levy
Waka Ikeda
Grant Arthur Gochin
Daniel Orenstein
Beth Kuhel