La destra “hard”: l’Europa del futuro
Il mondo tra dieci anni sarà autocratico o liberal-liberista, come lo vorrebbero le democrazie occidentali in rapido declino? Fa più paura la destra, o il vuoto siderale della capacità di comando che caratterizza oggi un’Europa senza più spina dorsale e forza per combattere i suoi nemici reali o potenziali? Domande, come si vede, di tutto rispetto per le quali non esistono né Cassandre di sciagura, né Tiresia per indovinare il futuro. Si può fare soltanto un punto oggettivo della situazione, come fa The Economist, sulla forte avanzata delle destre in Inghilterra, Francia e Germania. Cominciamo dalla perfida Albione, dove sul Governo di Keir Starmer aleggia il corvo gigante di Reform Uk di Nigel Farage, padre mai pentito della Brexit. Soltanto un anno fa, nel luglio 2024, alle ultime elezioni legislative, il partito aveva ottenuto soltanto 5 seggi sui 650 totali, mentre oggi i più recenti sondaggi lo danno addirittura al 30 per cento, ottenendo così la maggioranza assoluta in Parlamento. Ovvero, in pochissimi mesi Reform è passato dalla periferia del sistema politico al centro dell’attenzione mediatica. Lo spostamento di consensi è avvenuto prevalentemente a spese del Partito conservatore britannico, che finora aveva rappresentato la più grande formazione politica del centro destra, e l’emorragia a favore di Farage non sembra destinata ad arrestarsi. Questa migrazione di massa di voti conservatori è dovuta alla convinzione dei suoi ex elettori che Reform rappresenti oggi la migliore opposizione possibile all’attuale Governo laburista. Molto dipenderà da come andranno le elezioni in Galles e in Scozia e in quelle locali previste nella maggior parte dei comuni inglesi.
La vittoria dei laburisti alle ultime elezioni politiche è stata favorita dalle divisioni dei Partiti di destra cui, stando ai recenti sondaggi,........





















Toi Staff
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