Venezuela nel caos: brogli e violenze “riconfermano” Maduro
Il Venezuela si risveglia dalle presidenziali come una bomba ad orologeria (politica) pronta a esplodere. Durante le prime ore del crepuscolo, gli abitanti della Repubblica Bolivariana gioivano nelle strade e nelle piazze per la vittoria di Edmundo González Urrutia, il capo dell’opposizione a Nicolás Maduro. I venezuelani non riuscivano a contenere l’entusiasmo per l’apparente crollo della tirannide socialcomunista, per l’arrivo della tanto agognata libertà, per il ritorno dello stato di diritto in un Paese traumatizzato dai soprusi. Il distacco tra i due appariva incolmabile, ma lo scrutinio “sorvegliato” dai funzionari del regime ha infranto i sogni del popolo, incoronando Nicolás Maduro con il 51,2 per cento (4.445.978 voti). Il Consiglio Nazionale Elettorale ha convalidato la sua nomina: ora il despota seguace di Hugo Chávez si appresta al terzo mandato. Le forze democratiche denunciano le numerose irregolarità dello spoglio e hanno cominciato a protestare.
Le vicissitudini di Caracas possono sembrare paradossali, ma non devono sorprendere gli osservatori europei. Maduro ha concepito una strategia chirurgica per capovolgere il verdetto dei cittadini, che hanno premiato i liberaldemocratici guidati dall’ambasciatore Edmundo González Urrutia e dall’attivista per i diritti umani María Corina Machado con una maggioranza plebiscitaria (le prime stime suggerivano una forchetta compresa tra il 65 per cento e il 70 per........© L'Opinione delle Libertà
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