Monsignor Beschi ha fatto visita ai carcerati nell’imminenza della Pasqua.

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«Ci sono situazioni difficili in cui sembra bruciare anche la speranza. Ma ci si può salvare: ci si salva nel momento in cui ognuno offre agli altri il meglio di sé». Una parola, una carezza, un gesto. Anche in carcere, la speranza non può spegnersi.

Il Vescovo di Bergamo, monsignor Francesco Beschi, il 27 marzo ha portato la sua vicinanza e quella della Chiesa ai detenuti e a tutti gli operatori del carcere di via Gleno, con una visita nelle diverse sezioni e una Messa celebrata nella chiesa della sezione circondariale.

«La pena consiste nella privazione della libertà, non della dignità»

«Non c’è condizione umana in cui non ci possa essere il gesto del bene – è un altro passaggio delle riflessioni di monsignor Beschi -. La pena consiste nella privazione della libertà, non della dignità. C’è l’esigenza che la società civile crei le giuste condizioni perché la pena assuma i connotati della riabilitazione».

Presente anche Antonina D’Onofrio, da gennaio nuovo direttore della casa circondariale: «Il carcere si deve aprire alla comunità e la comunità si deve avvicinare al carcere».

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QOSHE - Il Vescovo visita i carcerati: «Ci si salva quando ognuno offre agli altri il meglio di sé» - Collaboratore Luca Bonzanni
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Il Vescovo visita i carcerati: «Ci si salva quando ognuno offre agli altri il meglio di sé»

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28.03.2024

Monsignor Beschi ha fatto visita ai carcerati nell’imminenza della Pasqua.

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«Ci sono situazioni difficili in cui sembra bruciare anche la speranza. Ma ci si può salvare: ci si salva nel momento in cui ognuno offre agli altri il meglio di sé». Una parola,........

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