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LIVORNO. Hanno sfondato l’ingresso del ristorante con un estintore. Portando via, in appena 30 secondi, 200 euro di fondo cassa, tre palmari usati dai camerieri per raccogliere le ordinazioni e le mance loro riservate, un altro centinaio di euro nascosto in un barattolo dietro al bancone. Colpo da “Guglie”, a Porta a Mare, il locale dell’imprenditore Richard Prima che è già al quarto raid subìto nel corso degli ultimi anni. In città si tratta del secondo furto nelle attività commerciali nel giro di 24 ore, dopo quello da “Chez Ugo”, in Venezia, anch’esso sfondato ma con un cartello della segnaletica stradale.

I ladri – due, incappucciati e all’apparenza giovani – sono stati inquadrati dalle telecamere della videosorveglianza interna mentre, con estrema rapidità, all’1,44 di lunedì 25 marzo, spaccano la porta (e la vetrata) per entrare, correndo all’impazzata fra i tavoli e andando a colpo sicuro su soldi e tablet. «Hanno portato via il registratore di cassa, che è stato trovato vuoto in piazza Mazzini – racconta il titolare – e credo che l’estintore lo abbiano preso dal garage sotterraneo. Dai video ho visto che attraversano il ponte dall’altra parte di Porta a Mare, arrivano qui, danno un’occhiata ed evidentemente poi scendono per prendere l’attrezzo per spaccare la porta. Il vetro, fra l’altro, da solo costa oltre mille euro. Ha tre strati, è antisfondamento, infatti per penetrare nel ristorante hanno rotto il serramento, poi di riflesso si è sfondata anche la vetrata. Hanno distrutto tutto».

Secondo Prima i controlli a Porta a Mare già ci sono, ma poco si può fare per limitare davvero l’azione dei malviventi. «C’è un vigilante per tutta l’area che il suo lavoro lo fa e anche bene – prosegue l’imprenditore – Noi abbiamo l’allarme, le telecamere e tutto il resto, quindi non siamo certo degli sprovveduti, per di più abbiamo un contratto con l’istituto di sorveglianza, però è chiaro che se scatta l’allarme e loro arrivano in tre minuti, poco si può fare se loro in 30 secondi spaccano tutto e scappano. Perché è con queste tempistiche che sono andate le cose. La soluzione? Non c’è: subire e stare zitti». l

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