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LIVORNO. Una richiesta arrivata troppo tardi: quattro mesi dopo la scadenza dei termini. Per questo, il giudice per le indagini preliminari Mario Profeta, ha annullato l’arresto di Hamed Hamza, il trentaquattrenne tunisino indagato insieme ad altre due persone per l’omicidio preterintenzionale di Denny Magina, il ventinovenne livornese morto dopo essere precipitato da un alloggio popolare al quarto piano di via Giordano Bruno, alla Guglia, nella notte fra il 21 e il 22 agosto del 2022. Il “pugile” – questo il suo soprannome – era stato raggiunto dall’ordinanza di custodia cautelare in carcere una decina di giorni fa. Un provvedimento che ora è stato invalidato, anche se il giovane – accusato di aver sferrato un pugno al ragazzo, poi precipitato in strada dalla finestra lasciata aperta – resta indagato per il delitto di Denny e resta in cella ma solo per spaccio di sostanze stupefacenti, il reato per il quale si trova recluso in regime di carcerazione preventiva a Lucca dal novembre del 2022 proprio per aver ceduto cocaina in quell’abitazione, trasformata in una centrale della droga, a pochi passi da piazza Barriera Garibaldi.

La decisione

La decisione del tribunale è arrivata ieri, dopo che mercoledì scorso l’avvocata del trentaquattrenne – la livornese Barbara Luceri – aveva assistito il suo cliente nell’interrogatorio di garanzia che si è tenuto nel carcere di Lucca, alla presenza del pubblico ministero Giuseppe Rizzo e del giudice per le indagini preliminari Mario Profeta. Un’occasione, fra l’altro, in cui Hamza ha ribadito la sua totalità estraneità in merito alla morte del ventinovenne, una versione già sostenuta nei due precedenti interrogatori resi agli inquirenti. La legale ha chiesto al gip di annullare l’arresto, dato che a suo avviso i termini per richiederlo, come poi confermato dallo stesso giudice, erano scaduti nel novembre scorso. Un mese importante, quello del novembre 2023: un anno prima, infatti, Hamza era stato trasferito in cella per spaccio e, con lo stesso provvedimento, Profeta aveva respinto la richiesta di custodia cautelare per l’omicidio (all’epoca era ipotizzato quello volontario, non il preterintenzionale ndr). È proprio qui che si è generato il cortocircuito: secondo la procura, e inizialmente anche a giudizio del tribunale, la custodia cautelare poteva essere accolta, mentre per la legale il pm avrebbe potuto richiederla solo entro l’anno solare, ovvero non più tardi del 12 novembre dell’anno scorso, circostanza non avvenuta. La richiesta, infatti, è arrivata solo qualche giorno fa, oltre i termini: è per questo che il gip, su richiesta di Luceri, ha annullato l’ordinanza e quindi l’arresto di Hamza. Che comunque, come anticipato, rimane in carcere per aver spaccio proprio nell’appartamento di via Giordano Bruno, ragion per cui al momento non c’è il pericolo che si allontani dall’Italia, trovandosi in cella proprio per il pericolo di fuga.


Le ragioni

La procura, in realtà, l’arresto lo aveva chiesto immediatamente (anche per un altro indagato), ma secondo il gip il 12 novembre del 2022 non c’erano elementi sufficienti per disporlo. Una nuova consulenza, quella sulle tracce metallurgiche nella ferita sopra il mento di Denny, ha però cambiato lo scenario investigativo: ora, a differenza di prima, la procura ha un parere tecnico che ipotizza che Magina sia stato colpito con l’anello a forma di teschio indossato al momento dell’aggressione da Hamza (in una foto pubblicata su TikTok, il giorno stesso della tragedia, lui ce l’ha al dito). Il problema è che la relazione, decisiva per formulare l’accusa di omicidio preterintenzionale, è arrivata troppo tardi, oltre il novembre dell’anno scorso.

Gli indagati

La pronuncia, che è puramente tecnica e non entra nel merito dell’inchiesta, lascia quasi tutto inalterato. Per Hamza restano infatti sia la detenzione in carcere – che appunto rimane in cella per lo spaccio di droga, dopo la misura del 12 novembre del 2022 eseguita sei giorni più tardi dai carabinieri – che le accuse mosse dalla procura: il reato ipotizzato (omicidio preterintenzionale) è in concorso con il trentunenne tunisino Amine Ben Nossra (libero con l’obbligo di firma e dimora a Udine, dove si è trasferito) e con il livornese di 30 anni Niko Casoli, temporaneamente recluso alle Sughere nell’ambito di un altro procedimento penale.

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QOSHE - Morte di Denny Magina, ordinanza in ritardo: annullato l’arresto per omicidio - Stefano Taglione
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Morte di Denny Magina, ordinanza in ritardo: annullato l’arresto per omicidio

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26.03.2024

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LIVORNO. Una richiesta arrivata troppo tardi: quattro mesi dopo la scadenza dei termini. Per questo, il giudice per le indagini preliminari Mario Profeta, ha annullato l’arresto di Hamed Hamza, il trentaquattrenne tunisino indagato insieme ad altre due persone per l’omicidio preterintenzionale di Denny Magina, il ventinovenne livornese morto dopo essere precipitato da un alloggio popolare al quarto piano di via Giordano Bruno, alla Guglia, nella notte fra il 21 e il 22 agosto del 2022. Il “pugile” – questo il suo soprannome – era stato raggiunto dall’ordinanza di custodia cautelare in carcere una decina di giorni fa. Un provvedimento che ora è stato invalidato, anche se il giovane – accusato di aver sferrato un pugno al ragazzo, poi precipitato in strada dalla finestra lasciata aperta – resta indagato per il delitto di Denny e resta in cella ma solo per spaccio di sostanze stupefacenti, il reato per il quale si trova recluso in regime di carcerazione preventiva a Lucca dal novembre del 2022 proprio per aver ceduto cocaina in quell’abitazione, trasformata in una........

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