livorno

cronaca

LIVORNO. «Questi mi ammazzano». Aveva paura, Denny Magina. Aveva paura di essere ucciso. Un presagio di ciò che è avvenuto nella notte fra il 21 e il 22 agosto del 2022, quando il ventinovenne è precipitato in strada dal quarto piano di una casa popolare di via Giordano Bruno occupata abusivamente da Hamed Hamza, il trentaquattrenne tunisino soprannominato “Il pugile”, che l’avrebbe trasformata in una centrale di spaccio frequentata da una moltitudine di labronici. Lui, secondo la procura, gli avrebbe sferrato un pugno facendolo cadere dalla finestra: per questo – insieme al connazionale trentunenne Amine Ben Nossra e al trentenne livornese Niko Casoli – è indagato per omicidio preterintenzionale.

«Questi mi ammazzano», aveva detto Denny a una ragazza. La donna, 38 anni e alle spalle un matrimonio finito male con un cittadino tunisino, lo avrebbe incontrato pochi giorni prima della tragedia proprio nell’alloggio, alla presenza di Hamza, che ora si trova nel carcere di Lucca. Sarebbe rimasta sola con lui per mezz’ora, nella stessa stanza dalla quale è poi precipitato. «Quando ci hanno fatto uscire nel tragitto a piedi Denny mi ha detto: “Questi mi ammazzano”», le sue parole riferite ai carabinieri il 17 novembre 2022. Tre mesi dopo il dramma.


I militari, nelle ore successive a ciò che il sostituto procuratore Giuseppe Rizzo ritiene un delitto non volontario, hanno interrogato diversi consumatori di droga che si sarebbero serviti proprio da Hamza. Una di loro, proprio il 21 agosto, aveva prestato la sua auto al trentaquattrenne che, in cambio, le aveva regalato qualche grammo di cocaina. Sarebbe andata a riprendere le chiavi della macchina, salendo in casa, attorno alle 23. E ricorda benissimo della presenza di Denny: «Era a torso nudo sdraiato su un letto in una camera, sembrava tranquillo».

Diversi sono i testimoni, ritenuti attendibili, ad aver visto Denny nelle ore precedenti alla sua morte. Per uno di loro – un quarantaduenne livornese che negli ultimi due mesi aveva acquistato cocaina da Hamza per «tre-quattro volte alla settimana» – era «molto prostrato». «Era in silenzio e a testa bassa». Per un’altra ragazza, ascoltata sempre dai militari, quello stesso pomeriggio era «un po’ giù di morale». Secondo la relazione tossicologica post autopsia, il ventinovenne «avrebbe assunto cocaina ed etanolo, quest’ultimo precedentemente, mentre la presenza di morfina nel sangue sarebbe compatibile con l’eroina. La concentrazione ematica della cocaina nel sangue femorale – si legge negli atti – ha indotto il consulente a ritenere che Magina fosse sotto effetto della sostanza al momento della morte, pur non essendo possibile stabilirne l’esatta concentrazione».


Hamza ha sempre respinto tutte le accuse, sostenendo di non aver sferrato il pugno al ventinovenne e di essere estraneo a quanto accaduto. A incastrarlo – secondo la procura – un anello a forma di teschio, indossato quel giorno e documentato anche da una foto pubblicata sul social “TikTok”. Anello che è poi stato rinvenuto dagli inquirenti a casa sua e ora sotto sequestro. «Hamza è una persona dalla personalità fortissima e in grado di tenere in pugno decine di tossicodipendenti – scrive di lui il gip nell’ordinanza di custodia cautelare in cui accoglie il carcere – ed è abile e violento: non forniva droga prima di essere pagato, sapeva colpire e gestiva un discreto traffico di stupefacenti».

A dimostrazione del traffico portato avanti dal trentaquattrenne pure le parole di una ragazza bloccata dai carabinieri, poche ore dopo la tragedia, fuori dall’appartamento. Ai militari ha raccontato che verso le 2, 30 (quindi mezz’ora prima della caduta di Denny ndr) aveva acquistato da Hamza 240 euro di cocaina, mentre la settimana prima avrebbe addirittura lasciato il suo cellulare per avere un po’di “polvere bianca”.

Nell’occasione, agli inquirenti, la giovane ha rivelato di aver visto, nell’alloggio popolare, una donna e due uomini, senza ricordarne bene le sembianze.

QOSHE - Livorno, il presagio di Denny: «Questi mi ammazzano». La confidenza a un'amica pochi giorni prima di morire - Stefano Taglione
menu_open
Columnists Actual . Favourites . Archive
We use cookies to provide some features and experiences in QOSHE

More information  .  Close
Aa Aa Aa
- A +

Livorno, il presagio di Denny: «Questi mi ammazzano». La confidenza a un'amica pochi giorni prima di morire

7 1
24.03.2024

livorno

cronaca

LIVORNO. «Questi mi ammazzano». Aveva paura, Denny Magina. Aveva paura di essere ucciso. Un presagio di ciò che è avvenuto nella notte fra il 21 e il 22 agosto del 2022, quando il ventinovenne è precipitato in strada dal quarto piano di una casa popolare di via Giordano Bruno occupata abusivamente da Hamed Hamza, il trentaquattrenne tunisino soprannominato “Il pugile”, che l’avrebbe trasformata in una centrale di spaccio frequentata da una moltitudine di labronici. Lui, secondo la procura, gli avrebbe sferrato un pugno facendolo cadere dalla finestra: per questo – insieme al connazionale trentunenne Amine Ben Nossra e al trentenne livornese Niko Casoli – è indagato per omicidio preterintenzionale.

«Questi mi ammazzano», aveva detto Denny a una ragazza. La donna, 38 anni e alle spalle un matrimonio finito male con un cittadino tunisino, lo avrebbe incontrato pochi giorni prima della tragedia proprio nell’alloggio, alla presenza di Hamza, che ora si........

© Il Tirreno


Get it on Google Play