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LIVORNO. Non lo chiamate sequel, sarebbe riduttivo e ingiusto. È il racconto del tempo che passa, di due famiglie che si trasformano, che cambiano insieme all’Italia. La sabbia che scorre nella clessidra, implacabile, e che silenziosamente rimodella le nostre vite, non necessariamente in peggio.

Il tema della nostalgia, le foto seppiate che prendono colore e ci sorprendono imbiancati e diversi, ma in fondo uguali: questa, soprattutto questa è la missione di Paolo Virzì nel suo affresco dipinto davanti al mare di Ventotene, “Un altro Ferragosto”, nelle sale da giovedì 7 marzo. Il regista livornese, fresco sessantenne, aveva scritto diverse sceneggiature, poi rimaste nel cassetto, sull’evoluzione dei due nuclei familiari, opposti come zenith e nadir, tratteggiati nel bellissimo e crudele “Ferie d’agosto” datato 1995. «In quel film – ha spiegato il regista – raccontavo il cataclisma nel modo di percepire cosa era di sinistra e cosa di destra, dopo l’arrivo di Silvio Berlusconi. C’era un nuovo ceto trionfante, che si era a lungo sentito in soggezione e che provava un senso di inferiorità verso gli intellettuali e la cultura, che poteva finalmente prorompere in un grido liberatorio».

Quasi trent’anni dopo siamo cambiati, tutti. E l’Italia con noi. «L’idea – le parole del regista – era che tutti i personaggi dovessero confrontarsi con il tema del tempo che passa, e ne è venuto fuori un racconto che cerca di mantenere lo stesso tono effervescente del vecchio film ma ne accentua l’elemento drammatico che diventa persino tragico». E poi c’è il passaggio alle nuove generazioni. Che nel racconto firmato da Virzì, dal fratello Carlo e da Francesco Bruni sono quelli che organizzano la vacanza-amarcord sull’isola: Altiero, figlio di Sandro Molino (Silvio Orlando), riunisce gli amici del padre per fargli credere che le cose siano rimaste uguali e nascondere il fatto che non lo sono più; Sabrina (Anna Ferraioli Ravel), figlia di Ruggero Mazzalupi, arriva sull’isola per sposarsi. Due famiglie opposte, «due partiture musicali che si intrecciano e che creano una dialettica sulla quasle l’intero film si regge. Mi piacerebbe – spiega ancora Virzì – tornare a Ventotene per la terza volta per raccontare davvero gli anni Trenta e Quaranta quando mille matti, tra i migliori della loro generazione, vennero portati qui in manette e qui nutrirono le idee che avrebbero edificato il futuro del dopoguerra».

Un altro film collettivo, specialità di Paolo Virzì, con un cast che riassume plasticamente passato e presente: il film di 30 anni fa (due protagonisti non ci sono più, Piero Natoli ed Ennio Fantastichini) con Silvio Orlando, Sabrina Ferilli, Gigio Alberti e Paola Tiziana Cruciani rappresentano la continuità, poi ci sono i giovani, Andrea Carpenzano, Emanuela Fanelli, Agnese Claisse.

Poi Laura Morante, nel ruolo di Cecilia, e Christian De Sica nella sua versione più drammatica (che col passare degli anni si fa preferire) nel ruolo di Pierluigi Nardi Masciulli. «Quando ho letto la sceneggiatura – confessa De Sica – ho detto a Paolo: mi sa che è più bella di “Ferie d’agosto”. Lui mi ha dato ragione. Interpreto un piacione, ex bello, senza una lira, un morto de fame. Lavorare con Paolo è stato un onore, lui si accorge subito quando reciti o quando sei vero. E vuole che tu sia vero».

«Uno dei registi più sensibili – le parole di Sabrina Ferilli –, è il quarto film che giro con lui. E questi film così corali a mio giudizio sono quelli che a Paolo riescono meglio».

«Paolo riesce a rendere cinema le tensioni e i conflitti tra gli attori. Un anarchico che ama il rischio». Firmato, Silvio Orlando.

QOSHE - "Un altro Ferragosto", Paolo Virzì continua la storia dopo ventotto anni - Giorgio Billeri
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"Un altro Ferragosto", Paolo Virzì continua la storia dopo ventotto anni

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06.03.2024

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LIVORNO. Non lo chiamate sequel, sarebbe riduttivo e ingiusto. È il racconto del tempo che passa, di due famiglie che si trasformano, che cambiano insieme all’Italia. La sabbia che scorre nella clessidra, implacabile, e che silenziosamente rimodella le nostre vite, non necessariamente in peggio.

Il tema della nostalgia, le foto seppiate che prendono colore e ci sorprendono imbiancati e diversi, ma in fondo uguali: questa, soprattutto questa è la missione di Paolo Virzì nel suo affresco dipinto davanti al mare di Ventotene, “Un altro Ferragosto”, nelle sale da giovedì 7 marzo. Il regista livornese, fresco sessantenne, aveva scritto diverse sceneggiature, poi rimaste nel cassetto, sull’evoluzione dei due nuclei familiari, opposti come zenith e nadir, tratteggiati nel bellissimo e crudele “Ferie d’agosto” datato 1995. «In quel film – ha spiegato il regista – raccontavo il........

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