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Livorno e il suo Teatro Lazzeri: viaggio tra passato e futuro. «Poltroncine in platea e galleria: ecco come diventerà»

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cronaca

LIVORNO Un ritorno alla bellezza delle origini dello storico Teatro Lazzeri. Un salto nel tempo, quando il pubblico sedeva in platea e in galleria. Col palco lato via Buontalenti, la torre scenica, a godersi spettacoli e poi proiezioni di film in quello scrigno di tardo liberty tra i primi in città. «Vogliamo restituire questo patrimonio alla città con attività compatibili alla struttura e all’ascolto, non sarà soltanto il nostro auditorium», il prof Emanuele Rossi, presidente del Mascagni e il direttore Federico Rovini si guardano intorno, in quella sala spogliata dalla sua storia cinematografica e spettacolare durante gli anni in cui l’ex cinema teatro è stato libreria (l’ultima chiuse nel 2020 e poi più niente). Il Conservatorio ha acquistato la struttura all’asta anni fa per 607mila euro e c’è voglia di farla rinascere. Di riportare quegli spazi progettati negli anni ’20 dall’ingegner Bozzoli e sotto le Belle Arti alla propria identità: all’ascolto, alla musica, alle attività compatibili con le attrezzature che saranno presenti. Si pensa a conferenze, danza, sala registrazione, sala prove, presentazione di libri e concerti. Con una platea intorno ai 250 posti che uniti a quelli che saranno ripristinati in galleria potrebbero aggirarsi sui 400. La storica scritta Teatro Lazzeri con motivi liberty guarda via del Fante, piazza Guerrazzi: questa facciata non era l’ingresso principale. «Le grandi porte sono sempre state le uscite di sicurezza», scandisce Stefania Lazzeri, discendente della storica famiglia. «Si entrava da via Grande dove c’era il Caffè della Posta, alla fine degli anni ’70 l’ingresso unico fu da via Buontalenti, che c’è sempre stato: era considerato l’accesso di servizio per le compagnie».

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