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DOHA. È da poco passata l’ora di pranzo, quando Sara Franceschi - domenica 18 febbraio - si tuffa in un vortice di emozioni e ricordi, sprigionati attraverso una fotografia e un messaggio pubblicati sul proprio profilo Instagram: “Se oggi sono in finale ad un Mondiale è solo grazie a te che mi hai dato la forza guardandomi da lassù. Manchi tanto…”. Il riferimento è al nonno, Claudio Aprea, uomo di sport e santone del basket livornese scomparso, all’età di 85 anni, il 18 febbraio del 2023. Esattamente un anno dopo, il 18 febbraio 2024, Sara è salita sul podio iridiato dei 400 misti in vasca lunga, commuovendo l’intero Aspire Dome di Doha (Qatar) e centinaia di migliaia di italiani sintonizzati sui canali Rai.

Perché niente accade per caso, e la forza (mentale e fisica), all’ottavo giorno di un Mondiale, la si riesce a trovare soltanto attraverso motivazioni speciali. Una medaglia, peraltro, che all’Italia del nuoto mancava dal lontano 1973 a Belgrado, firmata da Novella Calligaris. «Dedico questo bronzo, e la mia terza qualificazione ai Giochi Olimpici, a mio nonno Claudio. Da un anno non c’è più, ma è sempre con me. Fin da piccola mi ha trasmesso la passione per lo sport, la serietà e la dedizione con la quale va affrontato al fine di ottenere risultati importanti. È sempre nei miei pensieri e domenica scorsa, a 12 mesi dalla sua scomparsa, è come se mi avesse preso per mano durante tutta la gara, dalla partenza fino all’arrivo».

Eppure la mattina aveva rischiato seriamente di rimanere fuori dalla finale…

«Quando mi sono vista sesta al termine della mia gara, in effetti sì, ho temuto di essere esclusa. E invece soltanto in 2, nell’ultima batteria, hanno nuotato più veloce di me. Diciamo che ho avuto un po’ di fortuna, che ho saputo poi far valere durante la finale».

L’israeliana Gorbenko, argento, è stata sommersa di fischi dal pubblico del Qatar. Ma in quel preciso istante lei l’ha abbracciata, come se volesse proteggerla.

«Esattamente, la politica e le guerre devono star fuori dallo sport. Gareggio con Anastasiia fin dagli Europei Juniores, la conosco bene, è una ragazza umile. Non è giusto che una medaglia inseguita per anni venga oscurata così, da problematiche che esulano dal contesto sportivo. È stato tosto vederla soffrire e ho voluto farle sentire la mia vicinanza».

Quanto vale questo risultato, dopo l’infortunio patito a dicembre?

«Non ha prezzo e lo reputo quasi assurdo. Purtroppo ho dovuto fare i conti con alcuni problemi al collo e alla spalla, una protusione ossea che premeva sul nervo e non consentiva di allenarmi. Sono stata ferma quasi 2 mesi, avvertivo un formicolio fino alla punta delle dita e non riuscivo a spingere in acqua. Si è deciso, dunque, di affrontare un intervento e successivamente ho ricominciato ad allenarmi pian piano, resistendo al dolore, sostenendo terapie e poi dal 10 gennaio finalmente qualcosa è cambiato in meglio».

Non c’era molto tempo.

«Sono arrivata a Doha senza sapere cosa aspettarmi. Con un solo mese di allenamento, le mie gare non si preparano. Per tutto questo ci tengo anche a ringraziare lo staff di San Rossore Sport Village per il sostegno».

Anche suo padre - e allenatore - non è riuscito a trattenere le lacrime.

«E non vi dico mia mamma, a Livorno! Essendoci babbo sul piano vasca, mamma Claudia passa sempre un po' in secondo piano. Ma non è così, lei è fondamentale per l'aspetto psicologico. Tutte le medaglie conquistate fino ad oggi, dall’argento mondiale in vasca corta a Melbourne a quelle ai Giochi del Mediterraneo e infine quest’ultima, le dedico ovviamente anche a loro, sempre presenti nei momenti belli ma soprattutto in quelli meno belli».

Si narra pure che, oltre al nuoto, babbo Stefano le abbia trasmesso la passione per la cucina.

«Lui è un gran cuoco e quindi l’ho sempre "spiato". Ovviamente nel momento in cui sono andata a vivere da sola l’amore per i fornelli è letteralmente esploso».

Come trascorre, invece, il tempo libero Sara Franceschi?

«Premesso che ne ho davvero poco, lo dedico alle mie amiche e al mio fidanzato. Nelle rare domeniche libere se capitano sagre e scampagnate, contatemi… (ride, ndr)».

A volte l’abbiamo vista anche anche a seguire il basket.

«Quando posso, vado sempre al palazzetto a vedere la Pielle. Il basket mi piace molto e diciamo che in famiglia c’è una bella tradizione, visti i trascorsi di mio nonno Claudio e la carriera di mio zio Marco».

Adesso Parigi 2024. La sua terza Olimpiade.

«Il fatto di non rincorrere il pass agli imminenti campionati Assoluti di Riccione (5/9 marzo, ndr) - o al Settecolli a giugno - è un vantaggio. Così facendo avrò a disposizione un macro ciclo di lavoro da affrontare in totale serenità, senza assilli. Sarà la mia terza partecipazione olimpica, dopo Rio 2016 e Tokyo nel 2021. A 25 anni sento di essere matura e quindi la speranza è quella di andare a Parigi e lottare per l’accesso in finale».


QOSHE - Sara e la medaglia del cuore - Andrea Masini
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Sara e la medaglia del cuore

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22.02.2024

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DOHA. È da poco passata l’ora di pranzo, quando Sara Franceschi - domenica 18 febbraio - si tuffa in un vortice di emozioni e ricordi, sprigionati attraverso una fotografia e un messaggio pubblicati sul proprio profilo Instagram: “Se oggi sono in finale ad un Mondiale è solo grazie a te che mi hai dato la forza guardandomi da lassù. Manchi tanto…”. Il riferimento è al nonno, Claudio Aprea, uomo di sport e santone del basket livornese scomparso, all’età di 85 anni, il 18 febbraio del 2023. Esattamente un anno dopo, il 18 febbraio 2024, Sara è salita sul podio iridiato dei 400 misti in vasca lunga, commuovendo l’intero Aspire Dome di Doha (Qatar) e centinaia di migliaia di italiani sintonizzati sui canali Rai.

Perché niente accade per caso, e la forza (mentale e fisica), all’ottavo giorno di un Mondiale, la si riesce a trovare soltanto attraverso motivazioni speciali. Una medaglia, peraltro, che all’Italia del nuoto mancava dal lontano 1973 a Belgrado, firmata da Novella Calligaris. «Dedico questo bronzo, e la mia terza qualificazione ai Giochi Olimpici, a mio nonno Claudio. Da un anno non c’è più, ma è sempre con me. Fin da piccola mi ha trasmesso la passione per lo sport, la serietà e la dedizione con la quale va affrontato al........

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